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[SPECIALE] [RULE] Viaggio tra le autonomie alla ricerca
delle origini della Lega Nord


In principio era la Liga [RULE]
Prima la Liga Veneta, poi la Lega Lombarda, e alla fine la Lega Nord. Tre partiti, tre movimenti popolari le cui storie si intrecciano e si sovrappongono. Ma cos'è accaduto dieci anni prima di arrivare ai raduni di Pontida, alla repubblica del Nord e alle minacce di secessione?

In un flashback abbiamo ripercorso gli anni che hanno portato all'affermazione del Carroccio, quando Lombardia e Veneto emettevano i primi vagiti di autonomia.

« Il Veneto ai Veneti » recitavano i primi manifesti della Liga Veneta. Franco Rocchetta, 49 anni, veneziano, uno dei padri storici del partito, si faceva anche 500 chilometri in una notte arrivando fino a Peschiera, Rovereto e sfiorando i confini del Mantovano. E tutto per attaccare in giro quei manifesti gialli con la testa del leone di San Marco. Dietro quelle trasferte notturne una sola spinta ideale. «Dire no - afferma Rocchetta - al colonialismo industriale imposto dalle grande imprese dell'asse Milano Torino e sostenuto politicamente dal governo di Roma».

E' dunque un esordio «fai da te» quello della Liga. Frutto degli interessi comuni di una quindicina di persone in tutto che casualmente si trovarono, sul finire degli anni Settanta, a frequentare un corso di lingua a cultura venete al centro linguistico Bertrand Russel di Padova. Ricorda Achille Tramarin, poi eletto deputato della Liga alle politiche dell' 83: «Già allora si parlava di federalismo e l'obiettivo era quello di fare del Veneto una regione autonoma come il Friuli o il Trentino Alto Adige. La protesta era contro lo Stato centralista che spremeva come un limone la nostra piccola civiltà produttiva». Gli slogan erano chiari e inequivocabili: «Roma ladrona» e «il lavoro ai Veneti». «La presenza meridionale era forte - aggiunge Tramarin e la Liga proponeva che i datori di lavoro assumessero soltanto chi aveva la res idenza in Veneto».

Le prime riunioni di partito si tengono in modo semiclandestino in qualche bar di Padova o Venezia, i comizi si improvvisano nelle piazze, i manifesti a volte, se mancano tempo e soldi, si scrivono anche a mano. «Non avevamo mezzi - ricorda Ettore Beggiato, attualmente consigliere regionale veneto della Lega Nord - basta pensare che per la prima campagna elettorale abbiamo speso in tutto 7 milioni». Nonostante la povertà di mezzi i risultati non si fanno attendere. Prima gli 8.000 voti alle europee del '79, poi i1 125 mila alle politiche dell' 83 dove la Liga riesce a mandare a Roma un deputato e un senatore. Sono i momenti di gloria di questo partito, costo la staccata di quel Movimento autonomo regione veneto (Marv) che aveva fatto capolino già nei primi anni Sessanta.

Da questo momento però la Liga Veneta non è più sola. Dovrà infatti fare i conti con la Lega Autonomista Lombarda di Bossi che vede la luce ne11'83 e che per la Liga Veneta rappresenterà prima un alleato e poi un avversario. «La Lega Lombarda - tuona Rocchetta - era tutta presa dagli aspetti folkloristici dell'autonomia, tanto che la preoccupezione prima di Bossi era il riconoscimento di una vera e propria lingua lombarda.Il suo obiettivo, quando l'ho conosciuto nell’82, era raccogliere in computer tutte le possibili varianti dialettali della regione». Achille Tramarin ricorda invece che nello statuto della Lega Lombarda era precisato che per appartenere al partito bisognava dimostrare di avere nell'albero genealogico almeno tre nonni lombardi purosangue.

Statuto a parte, il carisma di Bossi emerge presto. Dopo le politiche anticipate dell'87 in cui la Liga viene sconfitta, fagocitata e allo stesso tempo oscurata dalla più potente Lega Lombarda, si arriva al '90, l'anno della svolta: la Liga Veneta smette di esistere come partito autonomo e confluisce nella Lega Lombarda a formare quella che d'ora in poi si chiamerà Lega Nord. Il battesimo ufficiale avviene al congresso federale del febbraio '91 con un Carroccio trionfante per quel 20% conquistato in Lombardia alle politiche dell'anno precedente.

Anna Madron

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