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[RULE] Treu: «Il lavoro ? Dividiamolo» [RULE]
[TREU]

Il ministro anticipa le linee del governo in tema
di occupazione, rapporto
con le parti sociali, questioni meridionale e settentrionale...



In base agli accordi sul costo del lavoro la prossima sessione di politica dei redditi dovrà stabilire tassi di inflazione programmata e interventi sul mercato del lavoro. Come si prepara a questo appuntamento il governo?

«Stiamo preparando una mappa delle parti attuate e quelle inattuate dell'accordo di luglio. A breve apriremo un tavolo con tutte le parti sociali per vedere quali interventi legislativi predisporre in alcuni casi e dove invece ricorrere ai patti territoriali. Le aree in cui si articoleranno gli interventi saranno quelle della ricerca e formazione, un osservatorio dei prezzi, la politica di sostegno all'economia e allo sviluppo del Mezzogiorno. I patti territoriali, in particolare, saranno lo strumento decentrato per intervenire nelle politiche occupazionali in quelle aree di crisi che si trovano soprattutto al Sud».

Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio ha strigliato le imprese, colpevoli, a suo dire, di alimentare l'inflazione. Condivide la critica di Bankitalia?

«Sono d'accordo sul fatto che bisogna monitorare meglio i prezzi. Ed è un dovere del governo quello di rafforzare gli strumenti di osservazione e di controllo dei prezzi. Ma tutto questo va fatto assieme alle parti interessate, proseguendo nel metodo della concertazione».

La riforma delle pensioni va rivista per riequilibrare i conti oppure va bene così com'è?

«Attualmente sta funzionando bene. Non c'è motivo di fare annunci sul cambiamento che sarebbero pericolosi per il panico che rischiano di riaccendere. Nostro compito è quello di continuare a dare una sicurezza di prospettiva alla gente. Caso mai una revisione andasse fatta ne riparleremo nel '98».

Il programma dell'Ulivo in materia economica e sociale ha preso ampiamente ad esempio la vicina Germania. Eppure l'economia tedesca sta passando una fase di recessione e il governo di Kohl minaccia tagli allo stato sociale.

«Nessun modello è perfetto o statico. Anche la Germania deve adattarsi e fare i conti con il proprio stato sociale che, nonostante la ricchezza del paese, è troppo costoso anche per loro».

Come si prepara a cambiare il Welfare State italiano?

«Il cambiamento è già iniziato con la riforma delle pensioni. Adesso dobbiamo proseguire nella via intrapresa riducendo i trattamenti anomali, con un maggiore controllo sulle pensioni di invalidità. Non si tratta di tagliare, ma di togliere le situazioni insostenibili. Così pure per la sanità si dovrà togliere le diseconomie e rendere più efficace la struttura. In futuro lo stato sociale dovrà essere affidato parte al pubblico e parte ai privati, ma questi ultimi non dovranno essere degli speculatori ma un privato collettivo o associativo».

Ridurre gli straordinari per creare più posti di lavoro. Sembra questo uno degli imperativi del suo programma. Cosa farà in proposito?

«E' necessario ridistribuire il lavoro, ma questo deve essere fatto dalle parti sociali. La legge potrà fare interventi di sostegno a favore degli orari corti o flessibili, soprattutto in materia di part-time».

Il problema del lavoro in Italia. Quale ricetta seguirà il governo per intervenire sul fronte disoccupazione?

«Per l'occupazione occorrono un insieme di misure macroeconomiche per la politica del lavoro. E' necessario innanzitutto recuperare risorse da investire nello sviluppo, a cominciare dalle infrastrutture che, soprattutto nel Mezzogiorno rendano più accogliente l'ambiente. Non possiamo trascurare poi il sostegno alle piccole e medie industrie, per le quali è necessario investire di più in ricerca, favorire la flessibilità ed offrire loro una pubblica amministrazione efficiente».

Come risponderete nel concreto alle minacce secessionistiche di Bossi?

«A Bossi rispondiamo facendo le politiche che vanno incontro alle richieste di più autonomia e di efficienza della pubblica amministrazione. Il Nord non vuole la secessione, queste sono solo fantasie perniciose che svaniranno come neve al sole nel momento in cui il governo e il Parlamento inizieranno ad operare nel senso federalista auspicato da tutte le forze politiche».

Filippo Nani

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