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[RULE] Un ragazzo e tre ragazze
(Conte d’été - Francia 1996) di Eric Rohmer con Melvil Poupaud (Gaspar), Amanda Langler (Margot), Aurélia Nol in (Léna), Gwenaelle Simon (Solène)
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[CINEMA] Bentornato Rohmer. Bentornato alle tue storie minime e gentili, così vere e naturali che vien fatto di chiedersi se siamo davvero al cinema o fuori, nella vita. All'alba dei 76 anni, il regista di La mia notte con Maude e il raggio verde non perde il suo smalto nè il suo «touch» e continua ad esplorare con garbo sorprendente l'universo inquieto dei ventenni di oggi, gli amori, le fantasie, le furberie, le illusioni celate nei loro cuori in perenne movimento. In Conte d'été, titolo più vago ma infinitamente più suggestivo del banale Un ragazzo e tre ragazze, c'è un giovanotto (Gaspar) bello e tenebroso che se ne va da solo in vacanza dalle parti di Saint Malo, dove dovrebbe raggiungerlo la sua «quasi» fidanzata Léna.

Invece sulla spiaggia è in agguato Margot, cameriera di ristorante pro tempore e futura etnologa, che intreccia chiacchierate e passeggiate con Gaspar, in apparenza a puro titolo di amicizia. Credibile al punto da presentargli di lì a qualche giorno la sua amica Solène, procace e disinibita, che non impiega molto a far breccia nel cuore del ragazzo. Ma quando l'avventura d'amore potrebbe decollare, prima scattano le gelosie di Margot, poi si profila improvviso il ritorno di Léna e della passione mai sopita per lei. Che fare? A chi dire di sì? Iperconteso e superincerto sulle proprie scelte, Gaspar troverà un alleato nel caso che gli offrirà un'insperata via di fuga senza costringerlo a scegliere nè impegnarsi. Film «minimo» dicevamo in cui si dibattono però nelle forme del quotidiano i temi già altre volte toccati da Rohmer del rapporto tra volontà e caso, amore e amicizia, verità e menzogna, avventura e solitudine.

Tutto è incredibilmente semplice senza che niente sia lasciato al caso: dialoghi di straordinaria profondità e di incantevole leggerezza; piani-sequenza complessi ma che seguono con grande naturalezza i protagonisti su e giù per le spiagge della Bretagna. Più una struttura del racconto secca e imprevedibile come le pagine di un diario lungo venti giorni, in linea con dei personaggi in apparenza semplici, in realtà inafferrabili, nessuno dei quali si rivela alla fine conforme all'immagine che ci aveva comunicato all'inizio.

Straordinario conoscitore, a dispetto dell'anagrafe, del mondo dei ventenni, Rohmer li dipinge a tutto tondo, ne smonta i comportamenti, ne studia i meccanismi psicologici . Da questo pianeta gli adulti e i loro problemi sono volutamente esclusi: niente genitori in vista (solo una telefonata della mamma, qualche zio bonario e invisibili cugini), niente condizionamenti se non quelli che vengono da se stessi, niente obblighi verso l'esterno, niente alibi familiari . In questo cosmo Rohmeriano i protagonisti sono depurati da ogni trito cliché da ragazzi anni '90: niente cellulari, niente fuori strada, niente tivù, niente sesso. Solo un ragazzo e tre ragazze, in cerca di se stessi sulle spiagge di Saint Malo.

Luciano Chiodi

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