NAUTILUS logo



G I U G N O    1 9 9 6 



[PRIMA PAGINA]

[IN PRIMO PIANO]

[ATTUALITA']

[POLITICA]

[ECONOMIA]

[ESTERI]

[SPORT]

[CULTURA]

[CULTURA]

[SCIENZE]

[TURISMO]

[METEO]

[GASTRONOMIA]

[OROSCOPO]

[ANNUNCI]

[] [ATTUALITA']
[RULE] I Fantasmi della Notte [RULE]
[FANTASMI5] Tra apparizioni misteriose e spazi siderali al museo di arte contemporanea "Dino Formaggio" di Teolo in provincia
di Padova, disegni, incisioni e cibachrome di Vladimiro Elvieri e Maria Chiara Toni


Epifanie, immagini che paiono aver percorso gli spazi siderali dopo un lungo viaggio attraverso l'Anima, sono le recenti opere di Vladimiro Elvieri e Chiara Toni esposte fino al 26 maggio al Museo "Dino Formaggio" di Teolo (PD). Apparizioni misteriose che si materializzano grazie a ricerche tecniche sofisticate, fantasiose e spesso raffinate che si avvalgono dei più svariati materiali, utilizzati perlopiù incidendo, con sempre rinnovata sensibilità ed inventiva.

Le infinite possibilità della materia si dispongono a dar forma alle altrettanto infinite possibilità dell'essere nel "vero regno dell'arte", come afferma lo stesso Dino Formaggio nella introduzione critica al catalogo della mostra, citando, alquanto appropriatamente, una profonda e poetica riflessione filosofica di Hegel, secondo la quale la notte assume la forma simbolica dell'uomo nella sua terribile totalità. [FANTASMI2]Tedesco, il filosofo, come tedesca è la patria e la natura stessa dell'incisione, arte precipua di Elvieri e della Toni. Della stessa natura e patria, verrebbe l'associazione, anche del poeta Hölderlin che, nell'affidare l'intima armonia lirica delle sue poesie al ritmo e all'architettura sintattica della strofa e del verso, è in qualche modo assimilabile ai due artisti cremonesi. Ciò si attaglia in modo particolare alle ricerche strutturali di Elvieri, per il quale la potenza evocatrice dell'immagine fonda la sua esistenza in un linguaggio formale sorvegliatissimo, decantato nell'esperienza di anni di lavoro e di sperimentazione dei materiali. Anche per lui l'immagine, martellata nell'impeto scabro della materia, esalta il mitico mistero dell'anima umana.

Nel mito e nell'eterno affondano le radici anche le opere di Maria Chiara Toni: "La fata Anguana"(1983) che si fregia come di un gioiello delle spire del Serpente e ha sullo sfondo generazioni indistinte di equiseti palustri, quasi un riferimento al liquido primordiale; mentre la "Donna fossile"(1990) attende in silenziosa posizione fetale la liberazione definitiva dagli strati geologici.
[FANTASMI3 [FANTASMI4]














L'invenzione tecnica è poi uno [FANTASMI1]degli aspetti di maggior interesse della mostra: i graffiti su cibachrome costituiscono un approfondimento multitecnico e, conseguentemente, stilistico nel mondo magico e inconscio dell'arte di Elvieri: "Sigaro volante"(1955), "Quel che resta"(1996), "Cosmo"(1996), rappresentano una ulteriore spinta ad indagare i recessi profondi e ancora sconosciuti dei "fantasmi della notte".



TECNICHE RELATIVE ALLE OPERE


Graffito su cibachrome

Nasce dall'uso combinato della fotografia e dell'incisione non seriale. Si utilizzano diapositive impressionate con svariati soggetti ed altre incise con punte metalliche che generano segni bianchi su fondo nero, a volte colorati con inchiostri trasparenti. Tali pellicole vengono sovrapposte secondo determinati criteri e stampate simultaneamente su foglio lucido in cibachrome. A volte il procedimento si ferma a questo punto, se si è ottenuto il risultato desiderato; talvolta, invece, è necessario intervenire ulteriormente sulla carta stampata con incisioni o abrasioni sul materiale plastico metallico del cibachrome.

Disegno luminoso e graffito su cibachrome

Il disegno luminoso viene realizzato, al buio, con tracce luminose ottenute da pile a matita che impressionano la pellicola diapositiva. Lo spessore e la luminosità delle linee sono in relazione alla distanza dall'apparecchio fotografico e alla velocità del gesto che traccia il segno. Le diapositive così ottenute vengono poi stampate su cibachrome e su questo materiale avviene l'intervento finale ottenuto con punte e con bulini per evidenziare contornare o rielaborare, le forme di luce ottenute con il primo procedimento.

Giovanna Grossato
[Rule]