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redarrowleft.GIF (53 byte) Letture & Scritture Giugno 1999


Cyberrussia (3)
Appunti quotidiani via web da S.Pietroburgo

Notti senza fine

A San Pietroburgo è la stagione in cui il sole non tramonta mai. Tanto che a mezzanotte non si accendono neanche i lampioni delle strade. Bar sempre aperti, gruppetti musicali e gente in giro fino all'alba. E tutti, ragazze e ragazzi, hanno una bottiglia in mano

San Pietroburgo (21 giugno 1999) L'emozione per le notti bianche monta a poco a poco, col passare dei minuti. Più si va verso la mezzanotte e più diventa evidente la differenza fra le nostre notti e queste. Non verrà mai buio. Il momento massimo - questo, le due di notte, durante il quale sto scrivendo questi appunti senza l'aiuto di alcuna luce artificiale (non viene mai accesa l'illuminazione pubblica in questo periodo), è il nostro imbrunire. Proprio come le ha descritte Dostoevskij ne "Le notti bianche". Ci vorrebbe di nuovo lui, per raccontare queste notti, piene di gente in giro per le strade. Uno pensa a una città dell'est, e la immagina grigia e triste (crisi economica, retaggi del passato, eccetera). Macchè. Sembrano le notti di Madrid: bar aperti, gente che gira in pattini, gruppetti musicali sparsi in giro.
Sembra non dover dormire mai, San Pietroburgo. Come se fosse una sorta di rivincita al rigido inverno (o al rigido passato, chissà). I giovani girano quasi tutti con una bottiglia di birra in mano (ma questo, noterò in
tac3_p.jpg (12543 byte)seguito, è un uso abbastanza comune anche durante il giorno: ragazze elegantissime con la bottiglietta di birra o di coca in mano).
Per quanto riguarda l'abbigliamento, i tentativi delle donne di essere eleganti sono quasi sempre riusciti (sarà per via del loro portamento? della loro bellezza?). E' curioso come gli abiti femminili che vedi in questa città riescano in pieno a imitare la moda (forse non i tessuti) cosiddetta occidentale, mentre quella maschile è lontana anni luce (camicie mezze maniche con fantasie tipicamente "da slavi", con colori a volte tristissimi a volte vivaci, mai vie di mezzo. Le giacche hanno tagli a dir poco imbarazzanti, per non dire dei borselli che da noi si usavano negli anni settanta). Ma anche in questo caso deve trattarsi di un problema di portamento. Gli uomini russi mi sembrano privi di grazia, di stile. Mi dicono abbiano il mito della mascolinità, e che siano o troppo irresponsabili oppure troppo rudi, violenti. E' soprattutto per questi motivi, penso allora, che non per quello esclusivamente economico, che le Natasha, le Tatjane, le Irine, le Svetlane di questo paese rincorrono gli occidentali. Più di uno mi conferma che la Russia è tenuta in piedi dalle donne, molto più intraprendenti dei maschi.
Sono loro ad assolvere i lavori più umili e duri. Ho visto molte spazzine e muratore, qui a San Pietroburgo. Il mondo, insomma, qui, è delle donne. A domani.

Roberto Ferrucci

Taccuino # 1 (19/06/1999)
Taccuino # 2 (20/06/1999)

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