indice ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Gennaio 1998


APPUNTAMENTI D’ARTE

CREMONA - Un doppio motivo per visitare la Pinacoteca di questa città, dedicato al mecenate cremonese Sigismondo Ala Ponzone: la riapertura al pubblico, dopo quindici anni di lavori di restauro costato altrettanti miliardi, delle sale di palazzo Affaitati ove trovano spazio famose opere di Bonifacio Bembo, Lodovico Mazzolino, Boccaccio Boccaccino Giuseppe Arcimboldi, Caravaggio, Giovanni Carnovali e, specialmente dipinti di Antonio, Vincenzo, Bernardino e Giulio Campi. Sono proprio questi ultimi, infatti, cospicui pittori cremonesi, che danno, in modo particolare carattere al Museo definendo la storicità del proprio contesto, la città di Cremona, appunto. E’ infatti particolarmente pregevole che la pinacoteca di una città possa offrire un panorama sostanzioso dei propri artisti locali che sono rappresentativi della sua cultura artistica. Si verifica molto spesso, infatti, che, come appunto, nel caso dei Campi a Cremona, altre loro opere siano conservate nelle chiese della città, nelle pale d’altare e negli affreschi, offrendo al visitatore particolarmente interessato e allo studioso un quadro completo non solo dell’attività di un artista, ma anche di un’intera stagione intellettuale in una precisa e definita area geografica.

L’altra occasione per una visita al Museo civico "Ala Ponzone" è anche la mostra temporanea proposta da novembre fino al 11 gennaio, dal titolo I segni dell’arte, che narra il Cinquecento cremonese, oltre che attraverso le opere che sono conservate in modo permanente presso la pinacoteca civica, anche con un’interessantissima e rara raccolta di disegni che provengono dal museo di Praga.

PADOVA - Il simbolismo enigmatico e veemente di Emilio Scanavino , pittore genovese scomparso nel 1986, è il protagonista della mostra d’arte "Segni per Significati" ospitata dal 15 dicembre al 31 gennaio alla galleria d’arte Dante Vecchiato, situata nel sagrato della chiesa di S.Nicolò, senza dubbio uno degli angoli più suggestivi di Padova.

Il linguaggio di questo maestro è un universo composto di linee spezzate, essenziali, metalliche che egli rende vive con schizzi di rosso che, nel contrasto con i neri e i grigi che avvolgono l’intrico delle linee, è come se aprissero nella tela tante ferite stillanti sangue.

"Il rosso" dice "è il sangue che dà la sua linfa alla vita. E’ il cuore del mondo quando la vita lo aggredisce. E’ la passione che ci illude di poter sfuggire alla morte."

Nel corso della mostra, con lo scopo di dare una lettura interpretativa al mondo così ricco di simboli di Emilio Scanavino, il gruppo di danzatrici della compagnia Modeldanzando si è espresso con un linguaggio, quello del corpo, che il pittore riteneva una delle poche chiavi di lettura possibili per i suoi dipinti:

"Per me il quadro" egli scrive " è una specie di ribaltamento aprire il tuo corpo e proiettare la tua anima fuori…". E, ancora: "Vivevo il quadro in maniera corporea". (R.P.)