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redarrowleft.GIF (53 byte) Economia Novembre 2003

Il fisco funziona.
Allora smantelliamolo

Un sistema integrato. Fatto di controlli incrociati e affidati a specialisti. Era il piano anti-evasione del ministero delle Finanze che fino a due anni fa sembrava dare i suoi frutti. Ora il Governo lo ha demolito, sostituendolo con i condoni. Che hanno l’effetto opposto. Cioè favorire furbizie e illeciti. Perché così è come dire che lo Stato non c’è più

Tutti sanno che la principale piaga italiana è da sempre l’evasione, il “nero”, che ha una dimensione non paragonabile a nessun paese occidentale. Già da molti anni nell’ambito del ministero delle Finanze è stato tracciato un progetto che aveva lo scopo di stringere il cerchio attorno all’evasione, recuperando risorse sia fiscali che previdenziali e frenando questa grave forma di concorrenza sleale. 

Il sistema si basava su alcuni presupposti:

1)     togliere il controllo delle dichiarazioni fiscali allo Stato incapace di controlli capillari troppo onerosi, demandando ad intermediari fiscali la certificazione della regolarità delle dichiarazioni inviate all’Agenzia delle Entrate;

2)     concentrare sugli apparati statali controlli “di sistema” quali confronti sistematici tra dichiarazioni di soggetti diversi e tra loro collegati, confronti con gli studi ed i parametri di settore, controlli sui movimenti finanziari e valutari;

3)     creare uffici altamente specializzati di tecnici alle dipendenze dei ministeri (Finanza e Lavoro), capaci di effettuare quegli interventi necessari per scoprire l’evasione totale ed i suoi collegamenti.

Sono state date specifiche deleghe agli Ordini professionali, sono stati creati i Centri di assistenza fiscale per le persone fisiche (Caf persone fisiche) ed i Centri di assistenza fiscale per le società non assoggettate al controllo dei revisori contabili ed alla certificazione obbligatoria del Bilancio (Caf imprese). Si trattava quindi di un vero e proprio sistema integrato che negli ultimi anni stava dando i suoi frutti, riducendo al minimo l’evasione delle persone fisiche e intaccando lo zoccolo duro del sommerso. Improvvisamente, negli ultimi due anni, si è invertita la tendenza e si è cambiato rotta, affondando totalmente la certificazione fiscale delle imprese e sostituendo i controlli con una raffica di condoni e con il concordato fiscale preventivo.

Non a caso l’emersione del sommerso è finita in cifre ridicole chiudendo un flusso finanziario che stava diventando molto significativo e continuativo nel tempo, proprio il contrario di quanto avviene con i condoni. Non parliamo ovviamente delle norme sul falso in bilancio, sulla semplificazione degli adempimenti, di cui si è discusso fino alla noia da più parti.

Oggi il comparto degli operatori di settore è in grande confusione e non sa cosa fare, sbeffeggiato da quanti hanno evaso “alla grande” e che oggi sono in regola con quattro soldi (vedi Scudo Fiscale). Anche la terminologia usata è, secondo noi, studiata ad arte per far sembrare cose diverse da quelle che sono: Scudo Fiscale, Concordato Preventivo, ecc. non sembrano ciò che sono: la totale sconfitta dello Stato di fronte agli evasori.

Che cosa possiamo vedere all’orizzonte? Certamente un quadro fosco, nel quale un sistema è stato smantellato e sostituito con niente (i condoni sono tecnicamente un non-sistema) e lo Stato è sempre più in balia di furbi e ladri.

Per il nostro e per il bene di tutti speriamo ovviamente di sbagliarci clamorosamente e di essere smentiti nel prosieguo dell’azione di Governo.

Gustavo Minetti

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