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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte aprile-maggio 2003 (a cura di Giovanna Grossato)

LIBRI E CATALOGHI

Arnold Schönberg pittore
www.gamtorino.it

La Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ha offerto al pubblico di ammiratori del grande compositore viennese Arnold Schönberg, considerato uno dei padri nella musica contemporanea e dodecafonica, la possibilità di allargare la conoscenza della sua variegata personalità allestendo una mostra (4 febbraio / 16 marzo) inaugurata in occasione dell’esecuzione all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto della Kammersimphonie n. 2 op. 38 da parte della Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniel Harding. Tali avvenimenti hanno avuto documentazione permanente in un catalogo edito dalla G:A:M con testi critici di Otto Breicha, Christian Meyer e Marco Vallora che illustra le sessanta opere presentate in mostra, tutte provenienti dall’Arnold Schönberg Center di Vienna, documento eccezionale della produzione pittorica del musicista che vi si dedicò specialmente tra il 1906 e il 1912. Schönberg in questo arco di tempo produsse circa settanta oli e centosessanta tra acquerelli e disegni I dipinti in sintonia con l’espressionismo praticato anche dai suoi amici pittori Kandinsky e Kokoschka. Fondamentali nella pittura di Schönberg le problematiche legate all’inconscio da cui nascono dipinti della serie Visionen come pure i Ritratti e gli Autoritratti che sono un’analisi precisa ed insistita della propria personalità e di quella degli amici. Una sezione del catalogo è dedicata alle Caricature e ad alcuni Allestimenti scenografici che collegano la sua attività di compositore con la passione per la pittura.

Amedeo Modigliani. L’angelo dal volto severo
www.amedeomodigliani.it

La mostra milanese allestita a Palazzo Reale dal 21 marzo al 6 luglio è accompagnata da un catalogo edito da Skira e curato da uno dei massimi esperti di Modigliani, Marc Restellini. Il volume (400 pp) rispetta sostanzialmente la scansione tematica dell’allestimento espositivo composto da quattro sezioni: una dedicata al medico mecenate Paul Alexandre, presenza dominante nel primo periodo parigino (1906-1913) di Modigliani. Egli sa cogliere tra i primi la forza e il valore della pittura di Modì ne diviene amico e gli fa scoprire la Parigi degli artisti fino a quando lo scoppio della prima guerra mondiale li separerà per sempre; la seconda si incentra sulla personalità di Paul Guillaume, mercante collezionista ed esperto di arte africana. Egli convincerà Modigliani ad abbandonare la scultura per dedicarsi a disegno e pittura; la terza sezione indaga la figura della pittrice Jeanne Hébuterne, compagna dell’artista che condivise con lui l’ultimo intenso periodo della vita suicidandosi dopo la morte di Modì, a soli 22 anni. Le opere della Hébuterne (diversi disegni e una ventina di dipinti) vengono esposte alla mostra e pubblicati nel catalogo in assoluto per la prima volta assieme a foto e documenti che testimoniano l’ambiente degli anni dal 1916 al 1920; infine la quarta sezione si occupa del mercante poeta Zborowski che, dal 1917 al ’20 riuscì a promuovere le opere di Modigliani, così come faceva con quelle di Soutine, Utrillo e Derain, riuscendo a lanciare sulla scena internazionale questo “figlio di Montparnasse”. Modigliani fu infatti uno dei primi a trasferirsi in quella zona di Parigi, nell’inverno del 1909. Dopo di lui fu la volta di Matisse, Picasso, Soutine, Chagall, Van Dongen, Vlaminck, Pascin che divennero i protagonisti dell’ École de Paris, estrema avventura dell’individualismo romantico, con la sua totale compenetrazione di arte e vita. Ciò che legò gli artisti di Montparnasse, i montparnos, fu il senso della precarietà del vivere che da un lato traeva origine dalla condizione di esilio che riguardava personalmente molti di loro, dall’altro dalla drammaticità della contingenza storica, l’imminenza della prima guerra mondiale. Separazione, protesta, sentimento dell’angoscia furono anche, dal punto di vista artistico, l’esito estremo di quello spirito anarchico e libertario ottocentesco che voleva abbattere la cultura ufficiale per liberare lo spirito dalla grettezza del capitalismo borghese. Ciò che scrive Modigliani a   “Affèrmati e sormòntati sempre.L’uomo che dalla sua energia non sa continuamente sprigionare nuovi desideri per affermarsi sempre ed abbattere tutto quello che di vecchio  e putrido è restato, non è un uomo, è un borghese, uno speziale, quel che vuoi tu”. Si trattava di un tentativo disperato, perchè anche in Modigliani vi era coscienza della propria definitiva e irrimediabile marginalità sociale. Tant’è che presto anche l’École de Paris fu comprata e snaturata dal mercato.

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