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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte aprile-maggio 2003 (a cura di Giovanna Grossato)

DONNE NELL’ARTE (45)

Francesca Zenato. Semplicità di un complesso

…e l’uomo incontrò il mondo, ma non gli bastò, volle dare di questo suo personalissimo rapporto un’interpretazione. Molteplici sono state e sono queste interpretazioni, alcune si fondano su sottili ragionamenti, altre su argomentazioni…le più varie, ma su tutte è l’immagine del mondo che ci appare come quella più coinvolgente. Essa è di ciascun uomo, ma anche di un popolo, che la trasforma in un proprio vissuto, in una prospettiva nella quale tutti si fondono, riconoscendosi proprio in quello che una sola individualità ha espresso. L’arte è così interpretazione del mondo ed è autentica quando riesce a coinvolgerci, a farci dialogare con essa, aprendoci vie sempre nuove, in altre parole non esaurendo mai il suo contenuto.

  In questa direzione credo stia sviluppando il proprio percorso artistico Francesca Zenato, che in ogni sua opera fa trasparire il suo singolare punto di vista, che tende a farci possedere quanto di più meraviglioso l’uomo possa pensare. Non una descrizione, ma un autentico sforzo di far proprie tutte le complessità attraverso un linguaggio, che tesse una tela senza soluzioni di continuità, sempre più ricca d’equivalenza e di collegamenti, che apre a quel balzo fantastico che accosta apparentemente cose lontane, che non vogliono essere una riposta, ma quell’attrazione di significati fantastici che è poi il vero modo di leggere il mondo.  Un processo ideativo quello di Francesca Zenato che si esprime, attraverso una certosina ricerca d’effetti cromatici e di forme impossibili, in una pluriformità come nelle opere “Io” e “Te” o in Forse” e in “The Trip”, ad esempio, dove ogni immagine è sempre compiuta in sé irripetibile, e capace d’esistenza autonoma. Si apre una via che accoglie nel suo simbolismo proprio il primo incontro dell’umanità con il mondo, e per ciò, quest’arte è etnica, antica in alcuni segni, che sanno d’effetto magico, ma anche risultato finale odierno. Proprio quest’ultimo è la dimensione dell’incantesimo cromatico e delle forme, che si ripetono apparentemente, ma sono ognuna un dire, perché il mondo è un insieme, dove ogni elemento è significato. Basta cogliere e lasciarsi divenire con le opere di Francesca Zenato, che, ad ogni prova, mostra un’esigenza di profondità sempre maggiore, per cogliere, al di là del mutevole, lo stabile, il permanere, l’identico. Ciò perché l’uomo nella pluriformità del mondo, tende a cogliere proprio ciò che è fondamentale. Questo lasciarsi trasportare dalla bellezza dell’incontro tra psiche e mondo costituisce quella direzione che fa di un semplice segno, di un colore la dimensione dell’arte, nella cui direzione, ritengo, Francesca Zenato fin dai suoi primi passi, ha iniziato il proprio cammino.

Italo Francesco Baldo

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