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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Marzo 2003

 
Piacere: sono il nemico di Bond, James Bond

E’ l’ultimo malvagio avversario dell’agente 007 ne La morte può attendere. E Tobey Stephens sa benissimo, come racconta in questa intervista, che il cattivo nei film della spia inglese più famosa del mondo è fondamentale. E, anche se alla fine muore sempre, può diventare una grande occasione

 

 Dopo venti avventure cinematografiche in oltre quaranta anni, tanti nemici, un numero impressionante (nonché invidiabile) di donne, automobili e serie di gadgets meravigliosi, quelli di 007 più che film sono diventati fenomeni di culto. Ecco quindi che diventare un personaggio principale della saga, significa, automaticamente entrare nella leggenda della storia del cinema. Così Tobey Stephens – dopo essere stato ucciso da Ralph Fiennes come rivale di Onegin, essere morto pur di ritrovare la moglie in Fotografando i fantasmi e avere dato fastidio a Gwyneth Paltrow nel recente e piacevolissimo Possession, appena uscito in Dvd per Warner Home Video.

 

Ma come? L’abbiamo lasciata per l’ultimo film come illustre accademico britannico, seppure molto cattivello e dispettoso, e la ritroviamo come nemico cattivissimo di 007, al punto di stare quasi per farlo fuori?

 

Diciamo che almeno un po’ cattivo sono rimasto…

 

Sua madre, Maggie Smith, è stata la protagonista di un altro film che esce a marzo in Dvd: I divini segreti delle Ya Ya Sisters. Una sana rivalità?

 

In un certo senso sì anche se si tratta di pellicole molto diverse.

 

Qual è il valore che le ha insegnato sua madre e che tiene sempre presente quando recita?

 

Essere scelto per un ruolo in un film non è scontato. Quando capita devi essere grato a chi te lo permette e anche orgoglioso – almeno un pizzichino – di quello che hai fatto.

 

Cosa significa – per lei – come inglese interpretare un ruolo da cattivo in una delle saghe più famose della storia del cinema?

 

La serie di 007 non è una come le altre e ogni attore sa bene di doversi confrontare con qualcosa di molto complesso che richiede, ogni volta, uno sforzo maggiore. Questo perché alla crescita del personaggio Bond interpretato da Pierce Brosnan bisogna sapere opporre altrettanta grinta. Devi essere all’altezza del tuo avversario. Ci sono stati venti film prima del nostro e la ricerca di qualcosa di originale è imperativa. Sono stato fortunato poiché per quanto possano essere originali nell'intreccio i film di Bond non rappresentano certo un'opportunità di sviluppo per il protagonista. Il pubblico sa cosa aspettarsi da 007... ed è proprio per questo che c'è molto spazio per il cattivo.

 

Come spiega il fatto che gli attori inglesi stanno dominando il monopolio dei ruoli “da cattivo”?

 

Non so spiegarmelo, anche se mi rende felice. Vuol dire che c’è più lavoro…

 

Ha mai letto i romanzi di Ian Fleming?

 

Sinceramente no. Anche se l’ho fatto per questo film dato che Rupert Graves è modellato sul Draxx di Moonraker, quello del romanzo e non quello del film. Così ho sviluppato un tono arrogante, altezzoso, al di sopra delle righe…

 

Cosa rappresenta per lei 007?

 

Sono cresciuto con i film di Bond. Ci sono stati molti attori straordinari tra i cattivi. Non volevo sfigurare. Per fortuna la sceneggiatura era davvero ottima.

 

Qual è stato il momento più emozionante sul set?

 

Quando sono entrato nel mio “palazzo” in Islanda sono rimasto a bocca aperta. Le scenografie erano davvero notevoli e mi sembrava molto strano camminare in mezzo a set così enormi anche se poi molto è stato aggiunto durante la post produzione digitale.
 
Cosa pensa dei film dall’alto budget come quelli di 007?

 

Dal punto di vista delle possibilità sono davvero unici: speriamo di poterne fare qualcun altro.

 

Cosa pensa di Madonna che ha un piccolo ruolo cameo?

 

E’ venuta un giorno sul set: è una donna simpatica e una professionista molto seria, ma la nostra conoscenza è stata troppo limitata per formarmi un’opinione più ampia.

Del resto lei è venuta proprio per aprire la sequenza più divertente ed impegnativa da girare: quella del duello di scherma. Ci siamo allenati per quattro mesi per prepararci. Alla fine sono diventato uno spadaccino davvero capace.

m.s.

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