indietro SCIENZA - Novembre 1998

 

1^ CAMPAGNA DI AVVISTAMENTO CETACEI IN COLLABORAZIONE CON IL COMANDO GENERALE DELLE CAPITANERIE DI PORTO

Il 22 marzo 1993 a Bruxelles veniva firmata una dichiarazione di intenti tra Italia, Francia e Principato di Monaco relativa all’istituzione del Santuario pelagico dei Mammiferi marini definito come area protetta per la tutela degli habitat essenziali alla sopravvivenza di singole specie, di fauna residente o migratoria con interesse nazionale o globale.

L’idea di istituire un’area protetta nasce nel 1989 grazie ad una proposta di Europe Conservation che ha evidenziato l’importanza, da un punto di vista conservazionistico, dell’area interessata in seguito ad una serie di ricerche condotte all’interno del bacino sardo-corso-ligure-provenzale. L’impegno assunto da Europe Conservation Italia ha portato all’emanazione di un decreto nel 1990 da parte del Ministero della Marina Mercantile che vietava l’uso delle reti pelagiche derivanti (spadare) nell’area di mare proposta per il Santuario.

L’iter formativo del Parco ha subito un arresto a causa del mancato accordo tra i governi francese ed italiano in relazione all’estensione dei confini attuali; è cronaca recente il tentativo di ripresa delle trattative, anche grazie all’interessamento del Ministero dell’Ambiente, con la stesura di una proposta italiana.

I punti salienti della proposta italiana in relazione all’istituzione del Santuario prevedono:

· l’ampliamento dei confini dell’area protetta i cui limiti attuali, compresi tra Punta del Mesco, Cap d’Antibes e Capo Corso, saranno estesi alla zona di mare compresa tra Punta Escampobariou (Penisola di Giens), Capo Manno (costa ovest della Sardegna), Capo Ferro (costa nord-est della Sardegna) e Fosso del Chiarente (costa occidentale dell’ Italia).

· divieto di competizioni con mezzi veloci a motore

· divieto di pesca con reti pelagiche derivanti

· divieto di caccia, cattura od uccisione deliberata dei Mammiferi marini

· regolamentazione delle attività di pesca

· regolamentazione del whale-watching a scopo turistico

Per i Paesi firmatari è inoltre previsto l’impegno a rafforzare il controllo dei livelli di inquinamento marino con particolare attenzione agli scarichi tossici per i quali è necessaria l’assunzione di strategie mirate alla completa eliminazione.

La creazione del Santuario ha assunto un’importanza prioritaria nella salvaguardia dei Cetacei del Mediterraneo in relazione alla costante presenza di questi Mammiferi nel bacino dove si raccolgono ogni estate più di 1.000 Balenottere e dove sono una presenza costante circa 40.000 Delfini. La presenza in quest’area di un così elevato numero di individui è legata alle caratteristiche del Mediterraneo che non è in realtà un mare oligotrofico, come si credeva in passato, bensì è molto ricco di sostanze nutrienti ed è in grado di sostenere le necessità alimentari di numerose specie.

Il bacino sardo-corso-ligure-provenzale è un zona molto attiva interessata da movimenti dell’intera colonna di acqua con conseguente risalita di correnti (upwellings). Questo fenomeno, in associazione al riscaldamento superficiale nel periodo caldo determina la fioritura di fitoplancton e conseguente aumento di zooplancton (krill) principale fonte di cibo per le Balenottere.

Durante gli ultimi anni Europe Conservation Italia si è sempre battuta, affinché il processo di istituzione del Santuario potesse proseguire, sollecitando direttamente i governi interessati, compiendo ricerche di monitoraggio ed infine attuando una campagna di sensibilizzazione della opinione pubblica. L’ultima campagna, in ordine di tempo, di avvistamento e monitoraggio Cetacei nell’area del Santuario ha avuto luogo dal 27 luglio al 9 agosto, grazie alla collaborazione di lavoro nata tra Europe Conservation Italia e il Comando delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.

L’obiettivo della ricerca consisteva nell’ottenere dei dati, relativi alla presenza e alla distribuzione dei Cetacei nella suddetta area, che saranno messi a disposizione delle autorità competenti al fine di promuovere e migliorare la nuova proposta italiana di ratifica della dichiarazione di intenti firmata nel Marzo 1993. I dati saranno presentati anche al prossimo convegno della Società Europea di Cetologia (E.C.S.).

La Campagna, prima nel suo genere, è stata condotta a bordo della Nave CP 451 "Bannock" della Guardia Costiera, unità con funzioni di polizia marittima e di supporto alla ricerca scientifica, e realizzata dai ricercatori di Europe Conservation.

L’unicità di questa campagna sta nel fatto che dei ricercatori hanno potuto utilizzare una grande unità per effettuare un survey in una vasta area del "Santuario dei Mammiferi Marini" del Mediterraneo. Al fine di monitorare una zona di mare sufficientemente ampia è stata seguita una rotta a "dente di sega" con direttrice Genova, Calvi, Marsiglia e Livorno per un totale di 534 Mn in avvistamento.

La prima fase della ricerca consisteva nell’avvistamento dei Cetacei dal ponte Comando della "Bannock" durante la quale si raccoglievano dati relativi alla specie, alla posizione, al numero e al comportamento che venivano prontamente riportati su apposite schede; questi dati registrati in forma schematica erano trascritti in tutte le loro fasi appena terminato l’avvistamento. Sono state inoltre rilevate le condizioni meteorologiche e la forza del mare e del vento facendo riferimento alla scala di Beaufort. Gli avvistamenti venivano effettuati dalle alette del ponte Comando scelte per l’ampia visibilità (oltre 180° per parte) e per l’elevazione sulla superficie del mare (8,30 m) che ha permesso ai ricercatori di controllare una zona di mare più vasta rispetto a quella consentita dai mezzi comunemente utilizzati per questo tipo di ricerca. E’ stato, inoltre, possibile effettuare il monitoraggio anche con mare di forza superiore a 3, grazie alle notevoli dimensioni della nave.

A questa fase faceva seguito, quando le condizioni meteorologiche lo permettevano, un avvicinamento con i gommoni presenti a bordo, utilizzati per compiere le riprese foto e video necessarie per l’identificazione degli individui.

Durante i nove giorni di avvistamento, sui quindici totali di navigazione, delle sette specie di Cetacei regolarmente presenti sono state avvistate solamente Balenottere e Stenelle striate. L’assenza delle altre specie di Delfinidi trova una spiegazione nel periodo di tempo, pari a 51 ore sulle 79 totali di navigazione, trascorso a batimetrie superiori ai 2500 m; si tratta infatti di specie che frequentano tipicamente acque meno profonde. Le specie regolarmente presenti sono:

ODONTOCETI

Capodoglio (Physeter catodon)
Delfino comune (Delphinus delphis)
Tursiope (Tursiops truncatus)
Stenella striata (Stenella coeruleoalba)
Grampo (Grampus griseus)
Globicefalo(Globicephala melas)

MISTICETI

Balenottera comune (Balaenoptera physalus)

Con il termine avvistamento si fa riferimento ai dati relativi di una singola scheda e può quindi corrispondere a più individui appartenenti allo stesso gruppo. Per le Balenottere il gruppo più numeroso è risultato essere di 4-5 individui mentre per le Stenelle la massima consistenza numerica si è registrata in un gruppo di oltre 90 individui.

In alcuni casi non è stato possibile individuare il genere e la specie e l’avvistamento relativo è stato registrato come indefinito; facendo riferimento alle dimensioni gli individui sono stati classificati come piccoli delfinidi fino a 4 m (7 avvistamenti), grandi delfinidi tra i 4 e i 9 m (1 avvistamento) e grandi cetacei oltre i 9 m (1 avvistamento).

BALENOTTERE

Per 27 delle 56 Balenottere è stato possibile il riconoscimento specifico (Balaenoptera physalus), di queste 19 sono state fotoidentificate; nei restanti 29 casi si è ritenuto corretto fare riferimento al solo genere poiché si trattava di animali avvistati in lontananza o dei quali è stato osservato il solo soffio. Benché la Balenottera comune sia il Misticete più frequente la distinzione certa dalle altre specie, come la Balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata), si può ottenere solo a distanza ravvicinata dall’individuo in modo da poter osservare le caratteristiche morfologiche e di pigmentazione necessarie per il riconoscimento. La fotoidentificazione è una tecnica di studio che si basa sul riconoscimento individuale attraverso caratteri distintivi come la pinna dorsale, la pigmentazione dell’area posteriore allo sfiatatoio, cicatrici o ferite e permette di monitorare gli spostamenti a breve e lungo termine di questi Cetacei.

Un’altra fase importante della ricerca è quella relativa alla registrazione dei cicli respiratori indicativi dello stato di salute e dei livelli di stress delle Balenottere; attualmente i dati relativi ai tempi dei soffi sono in analisi, ma da una prima stima è stato possibile stabilire un intervallo medio tra due soffi successivi di circa 13-15 secondi ed una durata media dell’immersione di 10 minuti. In particolare il confronto tra i tempi di respirazione in presenza e assenza del gommone potrebbero verificare l’esistenza di disturbo da parte di imbarcazioni in avvicinamento.

Nell’area di mare compresa tra Punta del Mesco, Cap d’Antibes e Capo Corso, attuali confini del Santuario, sono stati effettuati 11 avvistamenti (13 individui) mentre i restanti 29 avvistamenti (43 individui) si sono verificati nell’area compresa tra i confini inseriti nella proposta italiana del Santuario.

In relazione alla rotta seguita dalla nave la maggiore concentrazione di avvistamenti è stata riscontrata nella fascia compresa tra Capo Corso e Ajaccio in Corsica e Cap d’Antibes e Tolone in Francia. Una prima analisi dei dati ha confermato la presenza delle Balenottere in aree di mare profonde con batimetrie comprese tra i 1000-1500 e superiori ai 2500 mt:

1001-1500 1 avvistamento
1501-2000 2 avvistamenti
2001-2500 8 avvistamenti
> 2501 25 avvistamenti

L’ultimo avvistamento di Balenottera è avvenuto a diverse miglia di distanza dal porto di Livorno e ciò è imputabile alla scarsa profondità dei fondali che raggiungono un massimo di 400 m. Difatti le Balenottere vivono normalmente in acque profonde anche se possono spingersi vicino alla costa.

Il comportamento delle Balenottere a grandi distanze è risultato di indifferenza nei confronti della nave. Al contrario si è registrato un netto cambio di direzione durante la fase di emersione lungo la rotta seguita dalla nave o in prossimità della nave stessa.

In un caso, durante l’avvicinamento con il gommone a due individui di differente dimensione, si è notato un atteggiamento di protezione del più grande nei confronti del più piccolo. L’adulto si poneva infatti sempre tra il gommone e il giovane e questo risultava immergersi sempre in anticipo rispetto al primo.

STENELLE

La Stenella striata (Stenella coeruleoalba) è stata avvistata con una certa frequenza ed è difatti considerata la specie più comune nel Mediterraneo. Il numero totale di Stenelle avvistate è pari a 300; un censimento condotto all’interno del Santuario indica la presenza regolare di circa 25.000 individui.

A differenza delle Balenottere il comportamento delle Stenelle si rivelato confidente nei confronti della nave; in 12 avvistamenti gli individui si sono avvicinati rapidamente, anche da grandi distanze, per intrattenersi sull’onda di prua, mentre in 7 avvistamenti il gruppo è rimasto indifferente, in un solo caso si è registrato un allontanamento del gruppo.

Tipicamente i Delfini tendono a sfruttare l’onda di prua rimanendo immobili sotto il pelo dell’acqua (surf). I motivi che spingono a questo comportamento non sono del tutto chiari; secondo alcuni Autori usano cavalcare le onde per risparmiare energia.

Tra i diversi comportamenti registrati il più comune corrisponde ai salti. I più frequenti sono quelli definiti come "full leap" durante i quali l’animale esce completamente dall’acqua mantenendo la stessa direzione di nuoto che aveva precedentemente. Un altro tipo di salto, definito come "leaping e rolling" è quello in cui l’animale esce dall’acqua ruotando di 90° o 180° gradi, attorno al proprio asse longitudinale, e rientrando in acqua sul fianco o sul dorso. Durante il salto detto "half leap" il Delfino esce dall’acqua solo con una parte del corpo.

Sono stati osservati anche "head - tail slapping" con i quali i Delfini emergono con la testa o con la coda facendole poi ricadere rumorosamente sull’acqua.

La cartina in allegato riporta i punti nave relativi agli avvistamenti di Balenottera contrassegnati con un cerchio. Sono inoltre indicati i confini attuali del Santuario (area tratteggiata) e quelli relativi all’ultima proposta (tratto continuo).