
Malesia, prove
tecniche di cybermetropoli
Il
Paese asiatico sta dando vita ad un mega-progetto:
Cyberjaja, la città fantascientifica super
informatizzata che dovrebbe ospitare centinaia di aziende
hi-tech. Oltre che il primo "governo
elettronico". Una zona di 50 km di lunghezza e 15 di
larghezza pensata per lEra dellInformazione,
dove tutto viaggia sui bit. Anche se dietro ai 20 mila
miliardi previsti aleggia la crisi economica delle ex
tigri asiatiche
Sarà che
ultimamente in quelle zone non è che, da un punto di
vista economico, le cose vadano particolarmente bene. Tra
crolli di borsa e super svalutazioni che hanno messo in
ginocchio molte ex tigri asiatiche. Ma pochi si sono
accorti del mega-progetto informatico voluto e avviato
dal governo della Malesia: la costruzione di una
cybercittà da fantascienza, vera e propria zona
multimediale fatta di palazzi di vetro e acciaio dove
tutto è improntato e progettato per sfruttare le
possibilità offerte dai computer: dalla scrivania al
water, dal ristorante al letto, dagli autobus ai
marciapiedi (se ci saranno). Tutto pulsanti, antenne,
internet, monitor e bit al posto di carta e parole. Un
progettino futuristico da circa 20 mila miliardi chiamato
Multimedia
Super Corridor o Msc che dovrebbe, nelle intenzioni degli
ideatori, raccogliere almeno 200 società leader
dellinformatica di tutto il mondo disposte a
lavorare (e investire) nella nuova città del Terzo
Millennio.
Il
progetto in realtà si divide in due parti:
ledificazione di Putrajaja, centro governativo
totalmente computerizzato e sede amministrativa dello
Stato malese che funzionerà come la plancia
dellEnterprise di Star Trek (il "governo
elettronico"); quindi la costruzione di Cyberjaja,
la futuristica città-informatizzata per le aziende. Due
metropoli unite da un lungo corridoio racchiuse in
unarea lunga 50 chilometri e larga 15, con inizio
dal centro della capitale malese Kuala Lumpur.
Popolazione (umana, si spera) prevista: circa 240 mila
persone. Secondo il primo ministro della Malesia,
Mahathir Mohamad, guarda caso anche "ideatore"
dellMsc, la mega-struttura nel giro di 25 anni
farà diventare il Paese una nazione moderna e
industrializzata.
Quanto alle adesioni da
parte delle grandi società di computer hi-tech, almeno
sulla carta sembrano di tutto rispetto: sono 103 (al
febbraio scorso) quelle che si sono dette disposte a
lavorare nel Super Corridoio. Delle 103 aziende 35 sono
malesi, 26 sono frutto di joint-venture tra nomi locali e
stranieri e il resto sono società internazionali. A
gestire questa prima fase della nascita di Cyberjaja
cè anche una speciale commissione consultiva, lo
Iap (International Advisory Panel) formato da 30 membri
tra cui Microsoft (poteva mancare?), Acer, Motorola ed
Ericsson. Lo stesso Bill Gates, che di affari se ne
intende, nel marzo scorso a Kuala Lumpur ha parlato
davanti a 3 mila imprenditori elogiando il progetto
malese e promettendo il suo impegno. "Un progetto
eccitante ha detto che farà di questo
Paese il leader dei grandi cambiamenti dellEra
Informatica".
Belle parole, ma chi si
aspettava di sapere come la Microsoft intendesse
intervenire è rimasto deluso. Niente cifre, niente
particolari. Anche perché lo scoppio della grande crisi
economica asiatica ha dato un primo scossone a retorica e
paroloni sulla metropoli del 2000. Al punto che il
governo della Malesia, la cui moneta (il ringgit) ha nel
frattempo perso il 30% del suo valore, si è affrettato
ad assicurare che il progetto continuerà. Anche se con
qualche taglio, qui e là, nel budget previsto.
In realtà adesso il governo dovrà
almeno pareggiare i conti delloperazione, vista la
cattiva aria economico-monetaria che tira nel Sud-est
asiatico. E mentre non mancano le critiche di chi pensa
che un investimento così oneroso per un paese così in
crisi sia una mazzata, Mahathir Mohamad insiste: 78
società prevedono entrate di oltre 6 mila miliardi nel
primo quinquennio di attività. Quindi perché
angustiarsi? Non ci saranno stop: la nazione asiatica
provvederà a fornire le infrastrutture per il Corridoio,
compreso uno specifico sistema di telecomunicazioni
apprintato dalla Telecom Malaysia (con una rete di fibre
ottiche ad altà velocità per la comunicazione dati e
audio-video) che farà da spina dorsale alla metropoli
multimediale. Tutto assolutamente digitale.
In più cè tutto il
sistema di trasporti, che parte da tre superstrade
principali con le varie connessioni e attraversamenti.
Tutti i servizi (acqua, gas, elettricità) saranno a
"doppio circuito" in modo che in caso di black
out non si verifichino interruzioni. Le aziende invece
stanno cercando di risolvere un altro problema: mettere a
punto un sistema di "tesserini intelligenti" da
usare nelle varie transazioni dentro le cybercittà: dal
prelievo di soldi allacquisto di azioni.
Rigorosamente e asetticamente super informatizzato. Un
bellesperimento: così se non funziona avremo il
tempo, forse, per tornare a penna e calamaio.
Alessandro Mognon
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