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SPETTACOLO&MODA - Marzo 1998 |
Mark Whalberg - Burt Reynolds - Julianne Moore - Heather Graham Sceneggiatura e Regia Paul Thomas Anderson Anno di produzione 1996 Distribuzione Cecchi-Gori Durata 155
Enrico Lo Verso - Lorenzo Amato - Francesco Siciliano - Adelmo Togliani - Stefano Accorsi - Claudia Pandolfi Sceneggiatura e Regia Angelo Longoni Anno di produzione 1998 Distribuzione Cecchi Gori Durata 90 Un riuscito spettacolo teatrale è sempre difficile da trasporre al cinema, anche quando a farlo è il suo autore, un abile Angelo Longoni che vediamo più portato a commedie di qualche spessore anziché al caraibico e recentemente deludente Facciamo Fiesta.
Crimini invisibili (The end of violence) Bill Pullman - Andie McDowell - Gabriel Byrne; Sceneggiatura Nicholas Klein; Regia Wim Wenders; Anno di produzione 1997 Distribuzione Cecchi Gori; Durata 128
Per sempre. Questo film poteva essere qualcosa di più importante e interessante : una regia perfetta mista a una recitazione pacata e diretta con originalità da Wenders, fotografata da unambientazione affascinante poteva produrre un risultato notevole. Eppure la dimensione "hollywoodiana" di uno dei maggiori cineasti europei non convince a causa di unibridità spesso noiosa, con dei dialoghi che stridono maledettamente con la loro ambientazione. Una scatola senzanima, o meglio unopera con un contenuto che non gli appartiene e che avremmo visto portato avanti più onorevolmente da una pellicola diversa e più intima. Crimini invisibili , invece, risulta un film lungo e noioso a causa delle sue tante incongruenze, che anche il titolo italiano vuole fare tristemente assomigliare a una pellicola su killer e complotto, anziché a unispirata riflessione sulla violenza e sulle sue molte forme. Paradiso Perduto (Great Expectations) Ethan Hawke - Gwyneth Paltrow - Ann Bancroft - Robert De Niro Sceneggiatura Mitch Glazer; Regia Alfonso Cuaròn; Anno di produzione 1997; Distribuzione Twentieth Century Fox; Durata 111
Samuel L. Jackson - Lynn Whitefield - Debbi Morgan - Jurnee Smollet; Sceneggiatura e Regia Kasi Lemmons; Anno di produzione 1997; Distribuzione Lucky Red; Durata 100
Michael J. White - John Leguizamo - Martin Sheen - Theresa Randle; Sceneggiatura Alan McElroy; Regia Mark Dippé; Anno di produzione 1997; Distribuzione Cecchi Gori; Durata 98
Robert Carlyle - Tom Wilkinson - Mark Addy: Sceneggiatura Simon Beaufoy; Regia Peter Cattaneo; Anno di produzione 1997; Distribuzione Twentieth Century Fox; Durata 91
Dijmon Hounsou - Matthew McCounaghey - Morgan Freeman - Anthony Hopkins - Nigel Hawthorne - Pete Postelwhite Sceneggiatura David Franzoni; Regia Steven Spielberg; Anno di produzione 1997; Distribuzione UIP; Durata 155
Starship Troopers Casper Van Dien - Denise Richards - Dina Meyer - Jake Busey Sceneggiatura Ed Neumeier Regia Paul Verhoven Anno di produzione 1997 Distribuzione Buena Vista International Durata 128 Quello che a prima vista potrebbe apparire come un film del genere tecnosplatter dalle venature fantascientifiche, in realtà offre una maggiore serie di spunti di riflessione di quanto potrebbe sembrare a unanalisi superficiale. È vero : la storia di un esercito di soldati intergalattici del futuro formati in una società militare e fascista potrebbe - a prima vista - sembrare un po debole e scontata. Ma il genio e lironia del regista olandese Paul Verhoven (Atto di forza, Basic Instinct) trasforma la storia di un gruppo di fanti spaziali mandati a combattere degli insetti giganti nelle profondità dellUniverso in una metafora futurista di una società guerrafondaia e geneticamente perfetta che sacrifica i suoi giovani in nome dellespansionismo aggressivo e militare. I toni e i colori sono quelli tipici della società descritta nella pubblicità televisiva. Non a caso la maggior parte degli attori ha recitato in telefilm come Beverly Hills 90210 e la loro interpretazione è sempre tenuta su un livello ironicamente poco più che post-adolescenziale, ma cè da capirlo : Starship Troopers è, infatti, poco più che un fumetto militaresco, con nemici voraci e - tra laltro - incolpevoli. Dei buoni ingredienti per una pellicola che dura un paio dore da trascorrere in un futuro che assomiglia tremendamente al nostro presente. Insetti schifosi a parte, ovviamente... Il destino (Al Massir) Nour El Cherif - Laila Eloui - Mahmoud Hémeida Sceneggiatura Khaled Youssef & Yuossef Chahine Regia Youssef Chahine Anno di produzione 1997 Distribuzione MIKADO Distribuzione 135 Abbiamo visto pochi film emozionanti come Il destino dove lavventura del pensiero va di pari passo con la profonda moralità e umanità di un uomo che è filosofo, che è giudice, ma che è anche marito e padre. "Tutti i veri filosofi sanno ballare" - ha dichiarato il regista egiziano Youssef Chahine che con questo bel film ha vinto il premio del cinquantenario allo scorso Festival di Cannes. E come dargli torto quando vediamo Averroé danzare nella Spagna andalusa del dodicesimo secolo e giudicare con sapienza le cause degli integralisti che lo odiano perché conosce il Corano e rinnega lintolleranza ? I libri, la filosofia, lamore, la musica, la danza e lodio si intrecciano nelle oltre due che ci vengono proposte dal regista nato a Alessandria oltre settantadue anni fa. Il destino è una metafora della ragione contro lintegralismo di ogni tempo, una accorato e saggio apologo per dimostrare e raccontare che il pensiero non può essere fermato o bruciato nei roghi di libri dei fanatici musulmani, ma anche nei roghi fascisti, nazisti e talebani che si sono stagliati contro i cieli azzurri dei vari secoli. Così Il destino raggiunge un valore universale e Averroé, lamante della sapienza - condannato con la calunnia allesilio - deve partire a causa della sua profonda eticità contro ogni tipo di corruzione : del potere, della religione, del fanatismo. Nella sua partenza e nel suo gesto apparentemente folle di bruciare lui stesso un suo ultimo libro scampato al rogo degli ignoranti e vuoti fanatici cè la sfida della saggezza contro lidiozia. Un pensiero che non stato sconfitto perché si fonda sulla libertà e sulla saggezza. Chi va a Cordoba oggi può trovare una statua dedicata a Averroè e nemmeno una parola riguardo ai suoi persecutori. Segno che il pensiero libero può volare e non essere messo a tacere, mentre il fanatismo sì. Un film - dunque - intelligente e interessante con un forte gusto arabo che per certi versi lo fa assomigliare più a un musical oppure a un western che a un film che racconta di un sapiente filosofo vissuto oltre settecento anni. Un film che sebbene contempli qualche piccola pecca sul piano stilistico (e lo stesso parlarne ci sembrerebbe una tipica ottusità critica) è emozionante, intrigante e affascinante al tempo stesso. Un film che insegna a imparare e a non sottovalutare mai il potere del buio delle tenebre. Insomma, una pellicola civile, etica e morale che ci arriva dal mondo arabo. Segno che la sfida di Averroé è ancora portata avanti da molti seguaci. Di tutte le epoche e di tutte le aree geografiche perché - come dice un personaggio del film - "Gli uomini di cultura non hanno patria e vengono tutti dalla stessa terra" . Lultimo capodanno Monica Bellucci - Beppe Fiorello - Francesca dAloja - Alessandro Haber - Angela Finocchiaro Sceneggiatura Niccolò Ammaniti e Marco Risi Regia Marco Risi Anno di produzione 1998 Distribuzione Istituto LUCE Durata 100 Se questo film non fosse così prevedibile e così "riconoscibilmente romano", potremmo tributargli molti meriti in più di quanto in realtà possiamo fare. Lultimo capodanno è, infatti, un film intelligente, con forti venature comiche e ironiche "nuove", dovute soprattutto allispirazione datagli dallo scrittore della gioventù cannibale Niccolò Ammaniti, che vede la partecipazione corale e divertita di moltissimi attori capaci. Su tutti gli attori - però - si erge un sorprendentemente bravissimo Beppe Fiorello nel ruolo di un italian-gigolò. Una seducente Monica Bellucci, eccessivamente legnosa (come al solito) e dalla recitazione incerta, cui tutto si perdona per la grande bellezza e per il fisico dirompente, è - invece - la protagonista femminile principale dei tanti piccoli episodi collegati nel capodanno vissuto da un condominio bene di una zona residenziale di Roma. Cè lavvocato sadomaso (Alessandro Haber), cè la famigliola felice con il padre cui sono stati regalati dei fari per lauto depoca (Piero Natoli), cè la Bellucci nel ruolo di donna tradita, cè un gruppo di ladri che discetta sulle olive allascolana. Insomma, in questo film sono presenti tutti gli ingredienti tipici della cosiddetta "commedia allitaliana" . Certo, Lultimo capodanno è una pellicola da fine del millennio anche per il nostro paese e purtroppo tante energie e altrettante piccole trovate sono state smorzate nella loro riuscita da unincapacità di venire fuori dallo scontato e nel sapere essere del tutto indipendenti dai troppi riferimenti cinematografici. Un film che riflette con ironia su una società allo sbando, e che vorrebbe essere un manifesto contro il cattivo gusto e lomologazione imperante. Ci riesce ? In maniera solo parziale, a causa di uneccessiva regionalizzazione del lessico comico e a unincapacità di forzare determinate situazioni in maniera veramente eversiva e anarchica. Lomologazione al Pulp, infatti, di per sé non significa nulla e non regala niente. Sean Penn - Jennifer Lopez - Nick Nolte - Claire Danes - Billy Bon Thornton - Jon Voight Sceneggiatura John Ridley tratta dal suo romanzo Cani Randagi Regia Oliver Stone Anno di produzione 1997 Distribuzione Columbia Tristar Durata 125
U Turn è una pellicola che lascia veramente soddisfatti perché non è mai scontata e riesce a tenere sempre gli spettatori sulla corda non solo appassionandoli da matti alla storia, ma facendoli anche sbellicare dalle risate con le tante situazioni al limite del paradossale. Un film che costa poco, che è pieno di idee e che viene dominato dalla sensualissima bellezza di Jennifer Lopez e dallironica interpretazione di un sempre più bravo Sean Penn. Insomma - come al solito e più del solito - un grandissimo Oliver Stone. Alba Parietti - Miki Manojlovic - Giulio Base - Lorenzo Majnoni Sceneggiatura Aurelio Grimaldi tratta liberamente dal romanzo Il macellaio di Alina Reyes Regia Aurelio Grimaldi Anno di produzione 1998 Distribuzione MEDUSA Durata 80
Attori dalla recitazione prevedibile e complessivamente pessima fanno da contorno a questa orribile pellicola, costellata da incongruenze assurde. Un film - francamente- brutto e dal messaggio incomprensibile. Sebbene Alba Parietti e il regista Grimaldi (Lo stesso del fascinoso La discesa di Aclà da Floristella, ma dove sarà il baccello che lo ha trasformato ? ! !) insistano su tanti aspetti personali e interiori della pellicola, noi - davvero - non siamo riusciti a trovarne nemmeno uno solo di questi che loro citano. Probabilmente sono solo abbozzati o sono rimasti tra le pagine della sceneggiatura. Un consiglio : lo spettatore venga fornito di manuale la prossima volta che si vorrà trasformare in cinema dautore unoperazione puramente commerciale e fallimentaria. Diego Abatantuono - Silvio Orlando - Valentina Cervi Sceneggiatura Diego Abatantuono e Davide Ferrario Regia Davide Ferrario Anno di produzione 1998 Distribuzione MEDUSA Durata 92
La fuga verso sud di un disoccupato costretto a fare rapine (Silvio Orlando) e di un imprenditore squattrinato (Diego Abatantuono) diventa, dunque, una sorta di metafora di un esotismo politico e culturale, capace di divertire e fare riflettere al tempo stesso. Ed è questo quello che ci piace di più di Ferrario : la capacità molto rara tra i cineasti del nostro paese di realizzare ottime pellicole originalissime per temi e proposte che oltre a divertire riescano a costringere lo spettatore a riflettere sulle situazioni proposte sulla scena. Unita a una capacità quasi unica di realizzare inquadrature interessanti, sempre significative e mai scelte a caso, Ferrario dirige i suoi attori con abilità di dosaggio e simpatia. Infatti, tutto il cast recita con grande equilibrio e personalità, senza mai fare il verso a se stesso (Abatantuono soprattutto) e dando una prova molto originale e convincente. Kundun Tenzin Thutob Tsarong - Gyurme Tethong - Tencho Gyalpo - Sonam Phuntsok Sceneggiatura Melissa Mathison Regia Martin Scorsese Anno di produzione 1997 Distribuzione MEDUSA Durata 133 Martin Scorsese dirige in maniera commovente un film sulla vita del quattordicesimo Dalai Lama che vuole essere non solo un tributo alla propria fede buddista, ma anche una denuncia contro lo spietato espansionismo militare cinese, macchiatosi della distruzione della società metafisica presente in Tibet fino al 1950, anno dellinvasione da parte delle truppe di Pechino. Interpretato da attori sconosciuti e bravissimi, sottotitolato in italiano, Kundun è una pellicola mistica che - al limite del documentaristico - unisce immagini piene di cura e di sogno, a una storia affascinante, raccontata con sensibilità e accorata commozione. Kundun ha i toni della fiaba - pur non essendolo - e spiega, in maniera semplice, ma anche molto filosofica e spirituale i perché della fede e dei principi buddisti. Girato in Marocco a causa del divieto delle autorità cinesi di girare in Tibet, Kundun prende nome dallappellativo con cui viene chiamato il Dalai Lama. Una pellicola molto distante dallo Scorsese cui siamo stati abituati, piena di un misticismo morale e spirituale che riconciliano lo spettatore con la propria interiorità. Un gioco di immagini, parole ed emozioni che è e resta una pietra miliare della storia del cinema. The game Michael Douglas - Sean Penn Regia David Fincher Anno di produzione 1997 Distribuzione Cecchi Gori Durata 128 È un film molto particolare quello che vede tornare Michael Douglas sullo schermo nel ruolo di un ricchissimo e annoiato miliardario cui viene fatto un misterioso regalo che cambierà del tutto la sua vita. Per la regia di David Fincher (Seven, Alien 3) questo psicho-thriller presenta numerosissimi lati fascinosi e inquietanti. Una storia dura, la cui soluzione non uscirà fuori fino alla fine con un convincente (sebbene antipatico) Michael Douglas nel doppio ruolo del miliardario e di suo padre suicida da giovane. Un film veloce, pieno di colpi di scena, di inseguimenti alla ricerca di un gioco con cui si gioca la vita. The game è una pellicola intelligente e ben diretta con lunico particolare che per la sua improbabilità - soprattutto a causa di minuzie incomprensibili e troppo forzate - rischia di essere un castello meraviglioso fondato sulla sabbia. Insomma, per appassionarsi fino in fondo bisogna avere un po di fede. Dando per scontato molte cose e "bevendosene" altre. |