Index MEDICINA - Marzo 1997

Su quella biopsia è ora di fare luce

Una normale endoscopia, il "tocco" leggero di un raggio laser sul tessuto sospetto e il computer ti dice se quelle cellule sono cancerose oppure no. E’ questa la nuova "biopsia ottica" sperimentata da due centri di ricerca medica del Tennessee, negli Usa. Con due enormi vantaggi: non si preleva neanche un millimetro di tessuto e la risposta, sicura, arriva in meno di un secondo

Basta a quell’inquietante parola, "biopsia", che sa sempre di operazione chirurgica; ai fastidi di farsi prelevare pezzetti di tessuto da tutto il corpo; e ai giorni di ansia in attesa della risposta del laboratorio. Se gli esperimenti in corso negli Usa dovessero confermarne la validità, il nuovo sistema di biopsia ottica tramite laser potrebbe rivoluzionare la diagnosi dei tumori. E cioè non più campioni "vivi" da prelevare e il fatidico "per la risposta torni fra una settimana": la luce del laser dirà subito, con un’affidabilità del 100 per cento, se quelle cellule sono cancerose oppure no. Senza staccare un solo millimetro di tessuto.

La tecnica per ora è stata applicata solo nella diagnosi dei tumori dell’esofago. Ma i ricercatori americani del Thompson Cancer Research Center di Knoxville, nel Tennessee , e del vicino Oak Ridge National Laboratory sperano di estendere il sistema anche per altri tipi di tumore. Anche perchè la metodica costa 10 volte meno della tradizionale biopsia.

Fino ad oggi l’indagine su un tessuto di esofago (così come per stomaco e intestino) sospetto di essere canceroso si fa attraverso un normale endoscopio: il lungo tubo di gomma viene infilato in bocca, la piccola pinza nella parte terminale stacca un pezzetto del tessuto da esaminare che viene poi spedito in laboratorio. Dove verrà analizzato al microscopio. Il paziente? Torna a casa e aspetta qualche giorno. E non è certo un’attesa divertente.

Per la biopsia ottica invece si parla di secondi. La luce laser viene introdotta nell’esofago del paziente all’interno dell’endoscopio. Raggiunta l’area da esaminare, basta che la sonda tocchi il tessuto. I dati sono immediatamente trasmessi ad un computer attraverso un cavo a fibre ottiche. Il computer non fa altro che analizzare l’intensità della fluorescenza emessa dai tessuti colpiti dal laser, quindi dice se le cellule sono o no cancerose. Tempo trascorso dal "tocco" alla risposta: meno di un secondo. "E senza incidere nessun organo", come spiega uno dei medici, Tuan Vo-Dinh.

Non basta: nel tempo che si impiega normalmente per una normale biopsia con prelievo di tessuto, si possono fare sei o sette biopsie ottiche. La metodica, frutto di uno sforzo congiunto tra i due centri di ricerca, sta richiamando pazienti da tutti gli Stati Uniti. E dopo 400 confronti con le analisi tradizionali, i ricercatori hanno giudicato le diagnosi ottenute dal nuovo sistema precise al 100 per cento.

Insomma un successo medico. Senza contare i vantaggi umani: non sarà una gran consolazione, ma sapere subito con cosa si ha a che fare risparmia l’angoscia di quei maledetti giorni di attesa che sembrano non finire mai.

Alessandro Mognon