Index LETTURE&SCRITTURE a cura di Giulio Mozzi - Marzo 1997

Non solo libri (II parte)
Recensioni, schede e notizie

AVVISO AI NAVIGANTI. Gli editori che volessero proporre volumi o riviste per recensione devono inviarli al seguente indirizzo: Nautilus, Ashmultimedia, via Fra' Paolo Sarpi 16, 36100 Vicenza, all'attenzione di Giulio Mozzi.

  • Tornare alla prima parte
  • Riviste. Il vaso di Pandora/Die Büchse der Pandora, pp. 56, n. 3/96.
  • Riviste. Via libera: comunic-aree, mensile gratuito di 16 pp. prodotto a Gorizia
  • Riviste. Il segnale, percorsi di ricerca letteraria, n. 45, pp. 56, L. 6.000.
  • Riviste. Inverso, quadrimestrale di poesia, n. 0 (dicembre 1996), pp. 42, L. 5.000
  • Riviste. Poiesis, quadrimestrale di letteratura, a. iv, n. 9, pp. 48 (grande formato), L. 5.000
  • Concorso di racconti. Un sogno nella valigia, entro il 15 marzo 1997

Riviste. Il vaso di Pandora/Die Büchse der Pandora, pp. 56, n. 3/96.

E’ completamente rinnovato nell’aspetto tipografico il Vaso di Pandora, rivista di cultura tedesca e italiana [vedi Nautilus di ottobre 1996] prodotta dal dipartimento di italianistica della Technische Universität di Berlinoe e diretta da Marina Beelke. In questo numero, una ventina di pagine sono dedicate a "L’immagine e l’immaginario" di Genova, città di poeti e scrittori: il testo (a cura di Marina Beelke) si snoda tra immagini (foto della città, un’opera di Francesco Pirella, murales, un’incisione cinquecentesca raffigurante Giano bifronte...), citazioni (da Montale, Sanguineti, Heine, Melville, Valéry...). Interessante anche una sezione (a cura di Manuela Lintl) sulle relazioni culturali nel campo delle arti tra Germania e Sud Africa. Il servizio contiene anche un intervento di Nelson Mandela in occasione di una mostra, recentemente tenutasi a Berlino, intitolata "Colours. Kunst aus Südafrika".

Per informazioni sul Vaso di Pandora (e sulla rivista gemella La parete) rivolgersi a: prof. Marina Beelke / TU Berlin - Tel 1407 / Ernst-Reuter-Platz 7 / D-10587 Berlin / fax 0049-33841-33738. Il dipartimento dispone anche di un sito Internet: www.italit.kgw.tuberlin.de/italit.

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Riviste. Via libera: comunic-aree, mensile gratuito di 16 pp. prodotto a Gorizia

E’ forse un po’ dilettantesca, questa rivistina, ma ce ne fossero di dilettanti così. La scritta che appare sotto la testata, "giornale di contaminazioni", rispecchia adeguatamente il contenuto. "... un giornale di contaminazioni, promotore di linguaggi diversi (cinema, letteratura, musica) ... necessari nell’apportare ognuno la propria ricchezza, pronti al mescolamento per fuggire al convenzionale, per la creazione di nuove espressioni. Un giornale attento ed interessato a ciò che accade nei nostri giorni, non potendo e non volendo fare a meno del proprio vivere questo presente" (Giovanni Fierro, dal n. 44). In Via libera troviamo, in particolare, un interesse sistematico per la cosiddetta nuova narrativa italiana (da Enrico Brizzi a Andrea Demarchi, da Tiziano Scarpa a Filippo Betto), con recensioni sfacciatamente umorali (bene!), interviste con domande sui massimi sistemi (bene!) e scelte di parte esibite con naturalezza (bene!). E accanto alla letteratura, altrettanto disinvoltamente trattati, il cinema e la musica (bene!) Se qualcosa si può rimproverare, a questa scoppiettante pubblicazione (stampata su carta riciclata: bene!) è una certa sudditanza involontaria rispetto al grande mercato culturale [precisazione: ne abbiamo visti quattro numeri]. Una rivista che si pretenda (come, ci pare, Via libera pretende essere) interna alla cultura giovanile, non è possibile che ci sia spazio solo e soltanto per quegli scrittori e per quei libri che hanno avuto spazio e rilievo sui mezzi di comunicazione industriali (Panorama, Espresso ecc.). E’ vero che la cultura giovanile è immersa nel mercato, ma forse non ne è così tanto dipendente; o al contrario, se ne fosse davvero così dipendente, allora bisognerebbe compiere l’operazione contraria: informare esclusivamente e sistematicamente su ciò che dal grande mercato è fuori.

Questo, comunque, è un problema (forse il problema) per chiunque voglia operare onestamente tra cultura giovanile e mercato. Auguri a Via libera.
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Riviste. Il segnale, percorsi di ricerca letteraria, n. 45, pp. 56, L. 6.000

Un lucido breve articolo (una sorta di editoriale) di Lelio Scanavini fa "Il punto" su una discussione che Il segnale ha avviata sei anni fa e che persegue, bisogna dirlo, in stupefacente solitudine. Il titolo è: "Letteratura e realtà". La convinzione di fondo è che "il poeta, come ogni altro scriptor) debba in qualche modo misurarsi (compromettersi?) con la realtà storica del mondo in cui gli capita di vivere", e che questa "compromissione con la realtà non comporti necessariamente il rifiuto della ricerca e della sperimentazione formali"; al contrario, ricerca e sperimentazione devono "restare disponibili alla scrittura poetica, fatta salva ovviamente la lotmaniana produzione di senso" (p. 3). In queste frasi si riassume un po’ tutta l’ideologia (come si sarebbe detto neutramente una volta) di questa rivista; che è tra le più interessanti in circolazione. (In particolare è stimolante la discussione, che viene ripresa di tanto in tanto, su "letteratura e scienza".)

In questo numero 45 troviamo, tra l’altro: una conferenza della scrittrice brasiliana Clarice Lispector "Sul concetto di avanguardia" ("Sto chiamando avanguardia il pensare la nostra lingua. La nostra lingua non è stata ancora lavorata profondamente dal pensiero. Pensare la lingua portoghese del Brasile significa pensare sociologicamente, psicologicamente, filosoficamente, linguisticamente noi stessi. I risultati sono e saranno ciò che si chiama linguaggio letterario, cioè linguaggio che riflette e dice con parole che istantaneamente alludono a cose che viviamo; in un linguaggio reale, in un linguaggio che è contenuto-forma, la parola è in realtà un ideogramma.", p. 9).

Inoltre alcuni racconti di Pancrazio Luisi ("Tipi urbani"), Lelio Scanavini ("Piccole storie di ordinaria tecnologia") e Massimo Rizza ("Dov’è finito il centro"), e poesie di Ferruccio Brugnaro, Bernardo d’Aleppo e Francesco Iengo. Alle pp. 48-52 la consueta e preziosissima "Rassegna delle riviste": i sommari di tutte le riviste di letteratura che giungono alla redazione (in questo numero una quarantina).

Il segnale, via F.lli Bronzetti 17, 20129 Milano, tel e fax 02-70108665. Un numero L. 6.000, abbonamento a tre numeri L. 15.000, versamento sul ccp 52131208 intestato a: I Dispari, via Bronzetti 17, 20129 Milano (indicando la causale: abbonamento per tre numeri a Il segnale. Redazione: Renato Basilio, Pancrazio Luisi, Massimo Rizza, Franco Romanò, Lelio Scanavini. Il segnale si trova nelle librerie Feltrinelli e inoltre: Milano: Calusca di via Conchetta, Cuem di via Festa del perdono 3, Anna Kuliscioff di via Vallazze 34, Libreria delle Donne di via Dogana. Arcore: Libreria 92 di via Gilera 110. Trento: La Rivisteria di via Mazzini. Venezia: Il fontego in San Marco 5361, Turcato in Dorsoduro 3214/a, Patagonia in Dorsoduro 3490/b. Vicenza: Galla di Piazza Castello 16. Verona: Rinascita. Roma: Fahrenheit di Piazza Campo dei Fiori 44, Libreria delle donne di Piazza Farnese 103. Napoli: Guida di via Port’Alba 20.
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Riviste. Inverso, quadrimestrale di poesia, n. 0 (dicembre 1996), pp. 42, L. 5.000


Questa è una rivista da non comperare. Inverso ha una storia a modo suo gloriosa (questo è il numero zero, ma di una nuova serie), essendo stata una decina (e più) d’anni fa praticamente l’unica rivista di poesia di ricerca nel Veneto. Di quell’esperienza rimane, nell’Inverso odierno, quasi solo la parte più caduca; e vi si è aggiunto un terrificante provincialismo. L’articolo di fondo si interroga su un preteso "diffuso bisogno di poetare e di leggere la poesia" (a dire il vero, che tutti in Italia facciano versi è probabile; ma che nessuno legga i versi altrui è quasi certo), illustrando la vanità e l’inconcludenza di tutti i tentativi che i facitori di versi fanno per raggiungere un qualche pubblico o riconoscimento: "i concorsi innanzitutto, collettori di aspettative... le riviste, passerelle indistinte di tentativi di comunicazione spesso distonici e indiscriminati... le associazioni, cenacoli di pochi eletti che si conoscono e si riconoscono... le letture in pubblico... vibrazioni istantanee, imprecise, sottili suggestioni inafferrabili, vaganti emotività, gioco negli specchi dei reciproci vissuti..." e così via. La ripresa della rivista (con qualcuno del gruppo storico, e qualcuno più giovane) servirebbe a "cercare un passaggio" in questa "complicata foresta". Inverso non si propone come rivista di tendenza, e il progetto è indicato in maniera chiara: "Il minimo comun denominatore è la percezione che, alla dimensione emotiva, intuitiva o creativa, si associ una ricerca sulla parola, che tenda ad usarla oltre i suoi limiti correnti, così da creare dimensioni inattese".

Tra i testi pubblicati scegliamo un frammento (di odore sanguinetiano, ci pare) di Roberto Segala Negrini (i cui testi sono gli unici che si salvano, benché a leggerli facciano un curioso effetto di antiquariato avanguardistico; ma quanto meno c’è la competenza tecnica): "Ma d’altro canto tanto me che me / sono fesso, per dire poco che si possa dire, / ma piuttosto per le potenti marmellate / che altro, cioè c’eravamo invasati, / e per una ragione da leccarsi le dita, si sa che sono maledetti luridi: / questo perciò lo mi si dica sinceramente, / che le lune schiribizzano se toccate, / dicevatelo subito e noi giù di corsa... / Ma tant’è basso là sotto e ci metto / le mani, ci metterei le mani, situandoci: / quindi solo un poco, un momento, un tot, / e la banalità della bassezza non puoi / dirle basta che lei ti caccia indietro, sì anche nel tempo, ma sia io sia io no."

Inverso: Raffaello Conti, Francesco Manna, Beppe Mosconi, Roberto Segala Negrini. Redazione presso Francesco Manna, riviera Paleocapa 70/a, 35141 Padova.
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Riviste. Poiesis, quadrimestrale di letteratura, a. iv, n. 9, pp. 48 (grande formato), L. 5.000

Questa invece è una rivista da comprare, se riuscite a trovarla: l’ultimo numero che ci è capitato in mano è di quasi un anno fa, ed è bellissimo. Intando ci sono sedici pagine fittissime (con interventi di Giorgio Linguaglossa, Donata De Bartolomeo e Andrej Silkin) sul poeta russo Osip Mandel’stam e sugli aspetti teorici del movimento letterario da lui formato (con Anna Achmatova), l’acmeismo, attraverso un’attenta lettura dei vari "manifesti" nei quali Mandel’stam pubblicizzò le sue idee, nonché il minuzioso commento a quella che è universalmente considerata una delle più belle poesie di Mandel’stam: "Trovando un ferro di cavallo". Ciò che fa interessanti queste pagine è che non sono pagine di storia letteraria, ma sono pagine di riflessione teorica sulla poesia: il che è tutt’altra cosa. La forza di Poiesis, infatti, è proprio la scelta di unire una riflessione teorica forte (e difficile, ma mai avvitata su sé stessa) alla pubblicazione di recensioni (poche) e testi poetici (in giusta quantità). E la riflessione teorica gira, giustamente, attorno alle poche domande fondamentali. "Che senso ha in Occidente, nell’alcova del mercato universale, scrivere versi? O la poesia si ritaglia uno spazio e diventa un buon prodotto accessorio, una piacevole vivanda nella mensa dello Zar, oppure la sua vita sarà precaria e continuamente minacciata dal disconoscimento universale, dal ribrezzo del nuovo eone. (...) Può sopravvivere l’arte più superflua di tutte nella cinica e brutale società creata in Occidente (ed ora anche qui in Oriente)? Possono sopravvivere le parole vere, capaci di penetrare dentro l’orrore della neutralità?" (Andrej Silkin). E ancora: "Non siamo più esiliati, perché v’è esilio soltanto se c’è un luogo che noi abitiamo da sempre e con il quale intratteniamo una relazione di intimità. Non v’è più esilio perché non v’è più una dimora. Siamo ormai tutti degli apolidi senza identità che trattano con grande cinismo e distacco tutto ciò che abbia relazione con il nuovo vestito dello spirito: nutriamo sospetto e diffidenza per l’arte che parla dichiaratamente di un nuovo vestito dell’interiorità..."

Segnaliamo, nell’ultimo numero che abbiamo visto: una scelta di poesie di Merezkovskij (a cura di Donata De Bartolomeo), il saggio "La poesia vista dalla terra" di Dante Maffia (uno sguardo sulla situazione editoriale della poesia: "mi vado sempre più convincendo che la mediocrità di alcuni letterati che hanno avuto la fortuna di insediarsi nelle case editrici abbia preso il sopravvento e abbia deciso le sorti della poesia"), un curioso esperimento di traduzione di Catullo in dialetto campano (di Achille Serrao). Tra i testi pubblicati scegliamo un frammento di Gianfranco Lauretano: "Allora inizio anche stavolta dalla memoria / dato che con nient’altro si impara: / la barca ondeggiava ma non avevamo paura / le intuizioni volteggiavano intorno / e sarei morto per salvarla, avrei preso / i suoi capelli, li avrei impastati / per farne dei comfetti e mangiarli. / Sarei morto morto morto perché / succedesse un’altra volta / quel modo calmo di guardarmi."

Poiesis, presso Edizioni Scettro del Re, via G. De Robertis 9/o, 00143 Roma, tel. 06-5004322, fax 06-66165355. Redazione: Leopoldo Attolico, Paolo Cartocci (da Ginevra), Valentina d’Urso, Giuseppe Elio Ligotti, Giorgio Linguaglossa, Giuseppe Pedota, Giulia Perroni, Cinzia Santese, Riccardo Riki. Collaboratori: Dante Maffia, Donata De Bartolomeo, Luigi Fontanella (da New York), Carlos Vitale (da Barcellona), Andrej Silkjn (da Mosca). La rivista si dovrebbe trovare presso le librerie Feltrinelli. Un numero L. 5.000, abbonamento a tre numeri L. 15.000 con versamento su ccp n. 85168003 intestato alle Edizioni Scettro del Re, con l’indicazione della causale.

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Concorso di racconti. Un sogno nella valigia, entro il 15 marzo 1997


E’ stato pubblicato il bando per la settima edizione del concorso letterario "Trichiana, paese del libro". Il premio è riservato ad un racconto inedito, in lingua italiana, sul tema: Un sogno nella valigia. Ogni autore può partecipare con una sola opera di non oltre 18.000 battute. Le opere, dattiloscritte e in tre copie, dovranno pervenire in un plico che conterrà in busta chiusa le generalità e l’indirizzo dell’autore, complete di numero telefonico. I plichi vanno spediti entro il 15 marzo 1997 e vanno così indirizzati: Segreteria del Premio Letterario, Comune di Trichiana, 32028 Trichiana Bl. Per informazioni: 0437-554438. La partecipazione è gratuita. La giuria, entro una rosa di 10 finalisti, assegnerà premi dal primo al quinto classificato. Il racconto vincente sarà edito a cura dell’Amministrazione Comunale di Trichiana, in un volume comprensivo di altri scritti inediti dello stesso autore per un totale di centomila battute. Al vincitore spetteranno la targa del premio e cento copie sulle mille edite. Dal secondo al quinto classificato andranno targhe e premi. La premiazione avrà luogo a Trichiana, nella sala san Felice, domenica 8 giugno 1997 alle ore 10.30.

L’emigrazione dalla provincia di Belluno è sempre stata molto intensa. Ancor oggi, sono migliaia i bellunesi (particolarmente zoldani) che si avviano ogni primavera verso il nord Europa (soprattutto Germania, Austria, Paesi Bassi) per riaprire le loro tradizionali botteghe di gelato. Non per niente in quasi tutta Europa "gelatiere" e "italiano" sono quasi sinonimi, e le gelaterie hanno nomi (anche quando siano gestite da locali, o da turchi) come: Eis Rialto, Eis Venezia, e così via. Anche dal paese di Trichiana molti, e a più riprese, sono emigrati; ma la cosa curiosa, e che fa ben meritare a Trichiana il soprannome di "paese del libro", è che molti trichianesi si sono dispersi non all’estero, ma in tutta Italia per aprirvi librerie.

Molti studenti e studiosi, ad esempio, conosceranno La libreria internazionale Cortina di Padova: e proprio questa libreria è lo sponsor principale del premio. Quanto al tema proposto, è evidente il suo legame con l’emigrazione. Ai lettori italiani di Nautilus sparsi per il mondo proponiamo di partecipare.