
Non solo
libri (II
parte)
Recensioni,
schede e notizie
AVVISO AI NAVIGANTI. Gli
editori che volessero proporre volumi o riviste per
recensione devono inviarli al seguente indirizzo:
Nautilus, Ashmultimedia, via Fra' Paolo Sarpi 16, 36100
Vicenza, all'attenzione di Giulio Mozzi.
Riviste.
Il vaso di Pandora/Die Büchse der Pandora,
pp. 56, n. 3/96.
E completamente rinnovato
nellaspetto tipografico il Vaso di Pandora,
rivista di cultura tedesca e italiana [vedi Nautilus di
ottobre 1996] prodotta dal dipartimento di italianistica
della Technische Universität di Berlinoe e diretta da
Marina Beelke. In questo numero, una ventina di pagine
sono dedicate a "Limmagine e
limmaginario" di Genova, città di poeti e
scrittori: il testo (a cura di Marina Beelke) si snoda
tra immagini (foto della città, unopera di
Francesco Pirella, murales, unincisione
cinquecentesca raffigurante Giano bifronte...), citazioni
(da Montale, Sanguineti, Heine, Melville, Valéry...).
Interessante anche una sezione (a cura di Manuela Lintl)
sulle relazioni culturali nel campo delle arti tra
Germania e Sud Africa. Il servizio contiene anche un
intervento di Nelson Mandela in occasione di una mostra,
recentemente tenutasi a Berlino, intitolata
"Colours. Kunst aus Südafrika".
Per informazioni sul Vaso
di Pandora (e sulla rivista gemella La parete)
rivolgersi a: prof. Marina Beelke / TU Berlin - Tel 1407
/ Ernst-Reuter-Platz 7 / D-10587 Berlin / fax
0049-33841-33738. Il dipartimento dispone anche di un
sito Internet: www.italit.kgw.tuberlin.de/italit.
![[riga]](../img/riga01.jpg)
Riviste.
Via libera: comunic-aree, mensile
gratuito di 16 pp. prodotto a Gorizia
E forse un po
dilettantesca, questa rivistina, ma ce ne fossero di
dilettanti così. La scritta che appare sotto la testata,
"giornale di contaminazioni", rispecchia
adeguatamente il contenuto. "... un giornale di
contaminazioni, promotore di linguaggi diversi (cinema,
letteratura, musica) ... necessari nellapportare
ognuno la propria ricchezza, pronti al mescolamento per
fuggire al convenzionale, per la creazione di nuove
espressioni. Un giornale attento ed interessato a ciò
che accade nei nostri giorni, non potendo e non volendo
fare a meno del proprio vivere questo
presente" (Giovanni Fierro, dal n. 44). In Via
libera troviamo, in particolare, un interesse
sistematico per la cosiddetta nuova narrativa italiana
(da Enrico Brizzi a Andrea Demarchi, da Tiziano Scarpa a
Filippo Betto), con recensioni sfacciatamente umorali
(bene!), interviste con domande sui massimi sistemi
(bene!) e scelte di parte esibite con naturalezza
(bene!). E accanto alla letteratura, altrettanto
disinvoltamente trattati, il cinema e la musica (bene!)
Se qualcosa si può rimproverare, a questa scoppiettante
pubblicazione (stampata su carta riciclata: bene!) è una
certa sudditanza involontaria rispetto al grande mercato
culturale [precisazione: ne abbiamo visti quattro
numeri]. Una rivista che si pretenda (come, ci pare, Via
libera pretende essere) interna alla cultura
giovanile, non è possibile che ci sia spazio solo e
soltanto per quegli scrittori e per quei libri che hanno
avuto spazio e rilievo sui mezzi di comunicazione
industriali (Panorama, Espresso ecc.).
E vero che la cultura giovanile è immersa nel
mercato, ma forse non ne è così tanto dipendente; o al
contrario, se ne fosse davvero così dipendente, allora
bisognerebbe compiere loperazione contraria:
informare esclusivamente e sistematicamente su ciò che
dal grande mercato è fuori.
Questo, comunque, è un
problema (forse il problema) per chiunque voglia operare
onestamente tra cultura giovanile e mercato. Auguri a Via
libera.
![[riga]](../img/riga01.jpg)
Riviste.
Il segnale, percorsi di ricerca letteraria,
n. 45, pp. 56, L. 6.000
Un lucido breve articolo (una sorta
di editoriale) di Lelio Scanavini fa "Il punto"
su una discussione che Il segnale ha avviata sei
anni fa e che persegue, bisogna dirlo, in stupefacente
solitudine. Il titolo è: "Letteratura e
realtà". La convinzione di fondo è che "il
poeta, come ogni altro scriptor) debba in qualche
modo misurarsi (compromettersi?) con la realtà storica
del mondo in cui gli capita di vivere", e che questa
"compromissione con la realtà non comporti
necessariamente il rifiuto della ricerca e della
sperimentazione formali"; al contrario, ricerca e
sperimentazione devono "restare disponibili alla
scrittura poetica, fatta salva ovviamente la lotmaniana
produzione di senso" (p. 3). In queste frasi si
riassume un po tutta lideologia (come
si sarebbe detto neutramente una volta) di questa
rivista; che è tra le più interessanti in circolazione.
(In particolare è stimolante la discussione, che viene
ripresa di tanto in tanto, su "letteratura e
scienza".)
In questo numero 45
troviamo, tra laltro: una conferenza della
scrittrice brasiliana Clarice Lispector "Sul
concetto di avanguardia" ("Sto chiamando
avanguardia il pensare la nostra lingua. La nostra
lingua non è stata ancora lavorata profondamente dal
pensiero. Pensare la lingua portoghese del Brasile
significa pensare sociologicamente, psicologicamente,
filosoficamente, linguisticamente noi stessi. I risultati
sono e saranno ciò che si chiama linguaggio letterario,
cioè linguaggio che riflette e dice con parole che
istantaneamente alludono a cose che viviamo; in un
linguaggio reale, in un linguaggio che è
contenuto-forma, la parola è in realtà un
ideogramma.", p. 9).
Inoltre alcuni racconti di
Pancrazio Luisi ("Tipi urbani"), Lelio
Scanavini ("Piccole storie di ordinaria
tecnologia") e Massimo Rizza ("Dovè
finito il centro"), e poesie di Ferruccio Brugnaro,
Bernardo dAleppo e Francesco Iengo. Alle pp. 48-52
la consueta e preziosissima "Rassegna delle
riviste": i sommari di tutte le riviste di
letteratura che giungono alla redazione (in questo numero
una quarantina).
Il segnale, via
F.lli Bronzetti 17, 20129 Milano, tel e fax 02-70108665.
Un numero L. 6.000, abbonamento a tre numeri L. 15.000,
versamento sul ccp 52131208 intestato a: I Dispari, via
Bronzetti 17, 20129 Milano (indicando la causale:
abbonamento per tre numeri a Il segnale.
Redazione: Renato Basilio, Pancrazio Luisi, Massimo
Rizza, Franco Romanò, Lelio Scanavini. Il segnale
si trova nelle librerie Feltrinelli e inoltre: Milano:
Calusca di via Conchetta, Cuem di via Festa del perdono
3, Anna Kuliscioff di via Vallazze 34, Libreria delle
Donne di via Dogana. Arcore: Libreria 92 di via
Gilera 110. Trento: La Rivisteria di via Mazzini. Venezia:
Il fontego in San Marco 5361, Turcato in Dorsoduro
3214/a, Patagonia in Dorsoduro 3490/b. Vicenza:
Galla di Piazza Castello 16. Verona: Rinascita.
Roma: Fahrenheit di Piazza Campo dei Fiori 44, Libreria
delle donne di Piazza Farnese 103. Napoli: Guida
di via PortAlba 20.
![[riga]](../img/riga01.jpg)
Riviste.
Inverso, quadrimestrale di poesia,
n. 0 (dicembre 1996), pp. 42, L. 5.000
Questa è una rivista da non comperare. Inverso ha
una storia a modo suo gloriosa (questo è il numero zero,
ma di una nuova serie), essendo stata una decina (e più)
danni fa praticamente lunica rivista di poesia
di ricerca nel Veneto. Di quellesperienza
rimane, nellInverso odierno, quasi solo la
parte più caduca; e vi si è aggiunto un terrificante
provincialismo. Larticolo di fondo si interroga su
un preteso "diffuso bisogno di poetare e di leggere
la poesia" (a dire il vero, che tutti in Italia
facciano versi è probabile; ma che nessuno legga i versi
altrui è quasi certo), illustrando la vanità e
linconcludenza di tutti i tentativi che i facitori
di versi fanno per raggiungere un qualche pubblico o
riconoscimento: "i concorsi innanzitutto, collettori
di aspettative... le riviste, passerelle indistinte di
tentativi di comunicazione spesso distonici e
indiscriminati... le associazioni, cenacoli di pochi
eletti che si conoscono e si riconoscono... le letture in
pubblico... vibrazioni istantanee, imprecise, sottili
suggestioni inafferrabili, vaganti emotività, gioco
negli specchi dei reciproci vissuti..." e così via.
La ripresa della rivista (con qualcuno del gruppo
storico, e qualcuno più giovane) servirebbe a
"cercare un passaggio" in questa
"complicata foresta". Inverso non si
propone come rivista di tendenza, e il progetto è
indicato in maniera chiara: "Il minimo comun
denominatore è la percezione che, alla dimensione
emotiva, intuitiva o creativa, si associ una ricerca
sulla parola, che tenda ad usarla oltre i suoi limiti
correnti, così da creare dimensioni inattese".
Tra i testi pubblicati
scegliamo un frammento (di odore sanguinetiano, ci pare)
di Roberto Segala Negrini (i cui testi sono gli unici che
si salvano, benché a leggerli facciano un curioso
effetto di antiquariato avanguardistico; ma quanto
meno cè la competenza tecnica): "Ma
daltro canto tanto me che me / sono fesso, per dire
poco che si possa dire, / ma piuttosto per le potenti
marmellate / che altro, cioè ceravamo invasati, /
e per una ragione da leccarsi le dita, si sa che sono
maledetti luridi: / questo perciò lo mi si dica
sinceramente, / che le lune schiribizzano se toccate, /
dicevatelo subito e noi giù di corsa... / Ma
tantè basso là sotto e ci metto / le mani, ci
metterei le mani, situandoci: / quindi solo un poco, un
momento, un tot, / e la banalità della bassezza non puoi
/ dirle basta che lei ti caccia indietro, sì anche nel
tempo, ma sia io sia io no."
Inverso: Raffaello
Conti, Francesco Manna, Beppe Mosconi, Roberto Segala
Negrini. Redazione presso Francesco Manna, riviera
Paleocapa 70/a, 35141 Padova.
![[riga]](../img/riga01.jpg) ![[su]](../img/su.jpg)
Riviste.
Poiesis, quadrimestrale di letteratura,
a. iv, n. 9, pp. 48 (grande formato), L. 5.000
Questa invece è una rivista da comprare, se
riuscite a trovarla: lultimo numero che ci è
capitato in mano è di quasi un anno fa, ed è
bellissimo. Intando ci sono sedici pagine fittissime (con
interventi di Giorgio Linguaglossa, Donata De Bartolomeo
e Andrej Silkin) sul poeta russo Osip Mandelstam e
sugli aspetti teorici del movimento letterario da lui
formato (con Anna Achmatova), lacmeismo,
attraverso unattenta lettura dei vari
"manifesti" nei quali Mandelstam
pubblicizzò le sue idee, nonché il minuzioso commento a
quella che è universalmente considerata una delle più
belle poesie di Mandelstam: "Trovando un ferro
di cavallo". Ciò che fa interessanti queste pagine
è che non sono pagine di storia letteraria, ma sono
pagine di riflessione teorica sulla poesia: il che è
tuttaltra cosa. La forza di Poiesis,
infatti, è proprio la scelta di unire una riflessione
teorica forte (e difficile, ma mai avvitata su sé
stessa) alla pubblicazione di recensioni (poche) e testi
poetici (in giusta quantità). E la riflessione teorica
gira, giustamente, attorno alle poche domande
fondamentali. "Che senso ha in Occidente,
nellalcova del mercato universale, scrivere versi?
O la poesia si ritaglia uno spazio e diventa un buon
prodotto accessorio, una piacevole vivanda nella mensa
dello Zar, oppure la sua vita sarà precaria e
continuamente minacciata dal disconoscimento universale,
dal ribrezzo del nuovo eone. (...) Può sopravvivere
larte più superflua di tutte nella cinica e
brutale società creata in Occidente (ed ora anche qui in
Oriente)? Possono sopravvivere le parole vere,
capaci di penetrare dentro lorrore della
neutralità?" (Andrej Silkin). E ancora: "Non
siamo più esiliati, perché vè esilio soltanto se
cè un luogo che noi abitiamo da sempre e
con il quale intratteniamo una relazione di intimità.
Non vè più esilio perché non vè più una dimora.
Siamo ormai tutti degli apolidi senza identità che
trattano con grande cinismo e distacco tutto ciò che
abbia relazione con il nuovo vestito dello spirito:
nutriamo sospetto e diffidenza per larte che parla
dichiaratamente di un nuovo vestito
dellinteriorità..."
Segnaliamo,
nellultimo numero che abbiamo visto: una scelta di
poesie di Merezkovskij (a cura di Donata De Bartolomeo),
il saggio "La poesia vista dalla terra" di
Dante Maffia (uno sguardo sulla situazione editoriale
della poesia: "mi vado sempre più convincendo che
la mediocrità di alcuni letterati che hanno avuto la
fortuna di insediarsi nelle case editrici abbia preso il
sopravvento e abbia deciso le sorti della poesia"),
un curioso esperimento di traduzione di Catullo in
dialetto campano (di Achille Serrao). Tra i testi
pubblicati scegliamo un frammento di Gianfranco
Lauretano: "Allora inizio anche stavolta dalla
memoria / dato che con nientaltro si impara: / la
barca ondeggiava ma non avevamo paura / le intuizioni
volteggiavano intorno / e sarei morto per salvarla, avrei
preso / i suoi capelli, li avrei impastati / per farne
dei comfetti e mangiarli. / Sarei morto morto morto
perché / succedesse unaltra volta / quel modo
calmo di guardarmi."
Poiesis, presso
Edizioni Scettro del Re, via G. De Robertis 9/o, 00143
Roma, tel. 06-5004322, fax 06-66165355. Redazione:
Leopoldo Attolico, Paolo Cartocci (da Ginevra), Valentina
dUrso, Giuseppe Elio Ligotti, Giorgio Linguaglossa,
Giuseppe Pedota, Giulia Perroni, Cinzia Santese, Riccardo
Riki. Collaboratori: Dante Maffia, Donata De Bartolomeo,
Luigi Fontanella (da New York), Carlos Vitale (da
Barcellona), Andrej Silkjn (da Mosca). La rivista si
dovrebbe trovare presso le librerie Feltrinelli. Un
numero L. 5.000, abbonamento a tre numeri L. 15.000 con
versamento su ccp n. 85168003 intestato alle Edizioni
Scettro del Re, con lindicazione della causale.
![[riga]](../img/riga01.jpg) ![[su]](../img/su.jpg)
Concorso
di racconti. Un sogno nella valigia,
entro il 15 marzo 1997
E stato pubblicato il bando per la settima edizione
del concorso letterario "Trichiana, paese del
libro". Il premio è riservato ad un racconto
inedito, in lingua italiana, sul tema: Un sogno nella
valigia. Ogni autore può partecipare con una sola
opera di non oltre 18.000 battute. Le opere,
dattiloscritte e in tre copie, dovranno pervenire in un
plico che conterrà in busta chiusa le generalità e
lindirizzo dellautore, complete di numero
telefonico. I plichi vanno spediti entro il 15 marzo 1997
e vanno così indirizzati: Segreteria del Premio
Letterario, Comune di Trichiana, 32028 Trichiana Bl. Per
informazioni: 0437-554438. La partecipazione è gratuita.
La giuria, entro una rosa di 10 finalisti, assegnerà
premi dal primo al quinto classificato. Il racconto
vincente sarà edito a cura dellAmministrazione
Comunale di Trichiana, in un volume comprensivo di altri
scritti inediti dello stesso autore per un totale di
centomila battute. Al vincitore spetteranno la targa del
premio e cento copie sulle mille edite. Dal secondo al
quinto classificato andranno targhe e premi. La
premiazione avrà luogo a Trichiana, nella sala san
Felice, domenica 8 giugno 1997 alle ore 10.30.
Lemigrazione dalla
provincia di Belluno è sempre stata molto intensa. Ancor
oggi, sono migliaia i bellunesi (particolarmente zoldani)
che si avviano ogni primavera verso il nord Europa
(soprattutto Germania, Austria, Paesi Bassi) per riaprire
le loro tradizionali botteghe di gelato. Non per niente
in quasi tutta Europa "gelatiere" e
"italiano" sono quasi sinonimi, e le gelaterie
hanno nomi (anche quando siano gestite da locali, o da
turchi) come: Eis Rialto, Eis Venezia, e così via. Anche
dal paese di Trichiana molti, e a più riprese, sono
emigrati; ma la cosa curiosa, e che fa ben meritare a
Trichiana il soprannome di "paese del libro",
è che molti trichianesi si sono dispersi non
allestero, ma in tutta Italia per aprirvi librerie.
Molti studenti e
studiosi, ad esempio, conosceranno La libreria
internazionale Cortina di Padova: e proprio questa
libreria è lo sponsor principale del premio. Quanto al
tema proposto, è evidente il suo legame con
lemigrazione. Ai lettori italiani di Nautilus
sparsi per il mondo proponiamo di partecipare.
|