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 I film di Gennaio 2002

FILM DEL MESE

Il favoloso mondo di Amelie {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Di Jean Pierre Jeunet con Audrey Tatou, Mathie Kassovtiz

Come si può sfuggire al fascino di Amelie Poulain? Un personaggio che ha letteralmente stregato la Francia da quando – lo scorso maggio – il film che la vede protagonista ha fatto sfracelli ai botteghini, diventando uno dei maggiori successi francesi in America e Gran Bretagna? Diretto da Jean - Pierre Jeunet già autore di Delikatessen e del meno interessante Alien 4 – La clonazione, Il favoloso mondo di Amelie è una sorta di Pulp Fiction dell’anima in cui amori, passioni, piccole e grandi emozioni si incontrano in un tourbillon di idee divertenti e geniali che coinvolgono lo spettatore in una straordinario inno alla vita e alla felicità. Un film che mette buon umore e che – soprattutto – cambia la nostra visione del mondo ricordandoci che tutto si può fare, basta volerlo. Questo almeno è quello che pensa Amelie, una ragazza che dopo un’infanzia senza contatti con altri bambini, per caso, scopre come potere rendere felice il proprio prossimo. Amelie decide di donare felicità impegnandosi a fare innamorare le persone, restituendo vecchi giocattoli, regalando sogni. Tutto questo in un quartiere di una Parigi luminosa e scintillante sotto gli occhi di vicini stravaganti e alla ricerca di un amore misterioso di cui lei stessa ha paura. Un film divertente ed emozionante, una rincorsa di idee geniali con un’altra donna protagonista che dopo Bridget Jones sedurrà il pubblico italiano, mettendo in serio pericolo la partecipazione di Moretti agli Oscar. Interpretata da Audrey Tatou, un’attrice di cui non si potrà mai dire sufficientemente bene, Amelie è un personaggio postmoderno che porta il cinema d’autore in un nuovo millennio. Eredi della Nouvelle Vague i personaggi di Amelie vedono le loro storie raccontante con una sensibilità straordinaria che unisce lo stile di regia nato dalle suggestioni di Pulp Fiction e del cinema di John Woo alla leggerezza e alla sensibilità europea di un Truffaut o un René Clair. Il favoloso mondo di Amelie è un film in cui viene sintetizzata la nostra modernità in un calderone unico e disarmante in cui c’entrano tutti da Edith Piaf al Giro di Francia, dal movimento di liberazione dei nani da giardino a Gli amanti del Pont Neuf. Una storia emozionante piena di idee in cui Audrey Tatou domina insieme ad un Mathieu Kassovitz che si prende una pausa dalla regia, una commedia romantica del nuovo millennio. Un film imperdibile da vedere, rivedere e amare. Per la sua grazia e la sua genialità che lo hanno reso il fenomeno cinematografico europeo di inizio secolo. Accompagnato da una colonna sonora emozionante composta da Yann Tiersen Il favoloso mondo di Amelie è la migliore risposta possibile a chi crede che il cinema e, soprattutto, le persone non possono cambiare il mondo in cui vivono.

Il signore degli anelli – La compagnia dell’anello {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Di Peter Jackson con Elijah Wood, Ian McKellen, Viggo Mortensen, Cate Blanchett, Sean Bean, Liv Tyler, Christopher Lee, Hugo Weaving

Finalmente, dopo un tentato adattamento a cartone animati quasi un quarto di secolo fa, la saga creata dallo scrittore JRR Tolkien diventa un film di elevatissima qualità artistica, emozionante e divertente. La vicenda dello Hobbit, un popolo di creature miti e gentili che vive in una landa chiamata "Contea", Frodo Baggins e del suo destino di avere in mano il potere supremo, è celebrata senza risparmio da Peter Jackson che pone le basi per una delle saghe più straordinarie della storia del cinema.

Frodo con l’aiuto del mago Gandalf e di altri sette valorosi deve riuscire a distruggere un anello che potrebbe consentire al Male di dominare il mondo degli esseri umani, dei nani, degli elfi e delle fate. Ma dinanzi a lui trova un esercito di orchi e soprattutto la cupidigia e la corruzione di chiunque venga in contatto con l’anello che rappresenta il peggio dello spirito dello spazio e del tempo.

Dopo mezzo secolo di rappresentazione grafica tolkeniana, il primo capitolo della trilogia de Il Signore degli anelli sembra trasportare sullo schermo quello che si vede sui libri da tanti anni. Fedelissimo al testo, nonostante qualche personaggio leggermente modificato e ampliato come Arwen (interpretata da una stupenda Liv Tyler) il film di Peter Jackson rappresenta il massimo di quello che si poteva ottenere dall’adattamento cinematografico di uno dei capolavori della letteratura mondiale.

Certo, l’equilibrio tra fedeltà allo spirito dell’autore e concessioni ad un pubblico che non necessariamente deve avere letto il libro, fa sì che questo film, primo di una trilogia costata quasi trecento milioni di dollari, può sembrare meno coinvolgente del testo scritto, cui resta molto fedele soprattutto nello spirito e nel tono complessivo della pellicola in cui ogni dettaglio è plasmato sulla scorta del romanzo. Il problema è – semmai – che assistendo ad una trilogia, il film provoca l’effetto L’impero colpisce ancora con una storia in corso di cui vedremo la fine purtroppo solo nel Natale del 2003 quando saranno usciti anche i due seguiti. Va detto che un altro elemento che gioca sicuramente a sfavore del film è il fatto che mentre Ian Mc Kellen, Ian Holm, Christopher Lee e soprattutto Cate Blanchett sono attori che rendono in maniera carismatica il loro ruolo al punto da immedesimarsi perfettamente nelle nostre suggestioni: Viggo Mortensen sembra non riuscire a donare ad Aragorn quello spirito indomito e al tempo stesso profondamente umano del romanzo. Il resto è un trionfo dell’immaginazione con battaglie, orchi ed elfi che trasportano lo spettatore in un universo incantato per tre ore di film che scorrono davvero in un baleno. Resta da augurarsi che anche questi due anni che ci separano dalla sua fine, passino altrettanto in fretta.

Cuori in Atlantide {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Di Scott Hicks con Anthony Hopkins, Anton Yelchin, Hope Davis, David Morse

Tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, Cuori in Atlantide è il miglior adattamento cinematografico dello scrittore americano dai tempi di Stand by me, di cui – in qualche maniera – sembra recuperare alcune tematiche e suggestioni.

La trama vede protagonista Bobby un ragazzo di undici anni che il giorno del suo compleanno conosce il nuovo vicino di casa. Un anziano signore che diventerà per caso e per fortuna un amico, un nonno, un modello di serenità cui ispirarsi. Tutto questo in un’America anni Cinquanta raccontata con gusto e intelligenza dal regista di Shine che messi da parte i virtuosismi eccessivi de La neve cade sui cedri, si concentra nel narrare il sogno di una sola estate in cui un bambino come tanti sarebbe diventato adulto. Una perdita biologica prima ancora che spirituale dell’innocenza, leggera e sincera, in cui il diventare adulti coincide con la conoscenza della realtà, grazie ad un uomo enigmatico che pian piano rivelerà di avere dei poteri che sembrano interessare molte persone. In attesa di assistere a The Majestic il film che il regista Frank Darabont ha realizzato con Jim Carrey riguardo la storia di una vittima del maccartismo, il clima da caccia alle streghe, la minaccia comunista restano sospese nell’aria di un racconto emozionante fatto di amicizia, passione e bellezza. In cui un bambino cerca di capire se stesso e il proprio presente, tramite un estraneo con cui confrontarsi e cui sentire raccontare le storie degli eroi del football e dal quale guadagnare un dollaro alla settimana per la lettura del giornale. Cuori in Atlantide non è solo un film che racconta una storia o un’intrigante metafora dell’importanza dell’essere giovani nel cuore, assaporando quelle giornate che ti appaiono eterne. Questo film di cui è protagonista uno straordinario Anthony Hopkins è il senso stesso di un ricordo, quando tutto sembra terminato e – soprattutto – quando il passato ci appare finalmente nella sua giusta luce. Quella di un’estate lontana un milione di anni impressa nel volto di una bambina di una foto in bianco e nero.

Brucio nel vento

Di Silvio Soldini con Ivan Franek, Barbara Lukesova

Silvio Soldini opera una scelta autoriale forte, per un film tratto dal romanzo di Agota Kristof. Una pellicola ambientata nel suggestivo teatro delle nevi svizzere ed incentrata su un’insolita storia d’amore tra un operaio immigrato e la sorellastra ritrovata per caso. Un film interessante dal punto di vista stilistico, sebbene in apparenza freddo e impersonale anche se racconta di una grande passione. Le emozioni dello scrittore innamorato pur affidate all’inespressivo Ivan Franek, nella versione italiana vengono esaltate alla luce di una nuova sensibilità grazie alla voce carismatica di Fabrizio Gifuni che a dispetto un’interpretazione straordinaria non riesce, però, a salvare il film dal gelo di un cinema troppo cerebrale.

L’ultimo sogno

Di Irwin Winkler con Kevin Kline, Kristin Scott Thomas, Hayden Christensen

Dopo A prima vista con Mira Sorvino e Val Kilmer, il regista Irwin Winkler torna a flirtare pericolosamente con la malattia senza nemmeno il sostegno scientifico di un autore come Oliver Sacks. Melodramma di cattivo gusto che racconta la storia di un uomo condannato dal cancro che deciso a trascorrere l’estate a costruire la casa ideale con il figlio ribelle, L’ultimo sogno affonda un soggetto interessante sotto il fardello di dialoghi e situazioni facili più consoni al mondo delle telenovelas che a quello del cinema. Una pellicola volutamente patetica, piena di luoghi comuni di cui francamente possiamo fare tutti quanti a meno. Quando Patch Adams sembra Pulp Fiction in confronto, allora è davvero meglio lasciare perdere…

Harry Potter e la pietra filosofale

Di Chris Columbus con Daniel Radcliffe, Richard Harris, John Hurt

Chi si aspettava un piccolo capolavoro sul senso fanciullesco del fantastico è rimasto deluso dal primo film dedicato al piccolo mago in grado – per il momento – di moltiplicare gli incassi, ma non di riscaldare i cuori. Visivamente opulento e straordinario, Harry Potter e la pietra filosofale è eccessivamente lungo (due ore e mezza…) e anche vagamente noioso. I momenti davvero coinvolgenti vengono affrontati con superficialità, con il regista Chris Columbus costretto a citare più volte la morte dei genitori del protagonista per tirare fuori qualche lacrima. Il film si propone come un prodotto commerciale rivolto sicuramente più al mondo dei giocattoli che ad un senso mistico dell’esistenza.

K – Pax

Di Iain Softley con Kevin Spacey, Jeff Bridges, Alfre Woodward

Uno psichiatra di un ospedale un po’ a corto di personale viene in contatto con "Prot" un tizio che porta sempre degli occhiali scuri, perché – sostiene – di essere un alieno in missione sulla Terra e di non sopportare la luce. Nei suoi incontri non solo il dottore non sembra riuscire a scalfire di un millimetro la posizione di Prot, ma ne vede accresciuta la fama quando questo incomincia a parlare anche agli altri pazienti del suo pianeta di provenienza: K.- Pax, un mondo lontano migliaia di anni luce che riaccende la speranza di una vita migliore. Le cose peggiorano quando un gruppo di astronomi rimane sconcertato dalle conoscenze di astrofisica possedute dall’uomo. Al punto che anche lo psichiatra incomincia a temere che ci possa essere qualcosa di vero…

Capitani d’aprile

Di e con Maria De Medeiros, Stefano Accorsi, Joaquim De Almeida

La Fabienne di Pulp Fiction, ovvero l’attrice portoghese Maria De Medeiros esordisce alla regia in un film di cui è protagonista il nostro Stefano Accorsi, reduce dal nuovo enorme e meritato successo di Santa Maradona. Film di ispirazione civile sulla cosiddetta "Rivoluzione dei garofani" (recentemente raccontata anche ne La rivoluzione sulla due cavalli di Maurizio Sciarra) che nella primavera del 1974 riportò la democrazia in Portogallo Capitani d’Aprile è incentrato sulle ventiquattro ore di rivoluzione non violenta vissute da tre protagonisti: due capitani dell’esercito portoghese ed una donna, moglie dell'uno ed ex-amante dell'altro, professoressa di lettere all’università e giornalista. Accorsi è Salgheiro Maya, l’uomo che è considerato il padre della moderna democrazia portoghese, recentemente scomparso per malattia.

Prigione di vetro

Di Daniel Sackheim con Leelee Sobieski, Diane Lane, Stellan Skarsgard, Bruce Dern

Rimasti orfani, fratello e sorella adolescenti vengono adottati da due facoltosi amici dei loro genitori. Si trasferiscono così in una lussuosissima villa di Malibù dove cercano di consolarsi con una vita nuova e decisamente molto più agiata di prima. I due neogenitori si dimostrano fin troppo premurosi: videogiochi, abiti firmati e ogni genere di distrazione vengono offerti ai due ragazzi che, nonostante tanta attenzione, si domandano perché siano costretti a condividere la stessa camera da letto in una villa di dodici stanze. Quando scoprono di avere ereditato una somma molto ingente, i sospetti che qualcosa non vada davvero dietro tanta opulenza si rivelano più che fondati.

Serendipity

Di Peter Chelson con John Cusack – Kate Beckinsale

Jonathan e Sara si incontrano mentre cercano dei guanti per le persone che amano. Una sera di shopping natalizio nel 1990 a New York diventa quindi l’occasione per innamorarsi follemente. Costretti a salutarsi dall’ora decidono di non scambiarsi i numeri di telefono. Sarà così il destino a decidere se si rincontreranno mai. Anni dopo, all’indomani del loro matrimonio con un’altra persona, i due non hanno dimenticato quella serata perfetta. Un film hollywoodiano sulla scorta dell’ingenuità delle commedie degli anni d’oro con tanto di lieto fine prevedibile. Una commedia romantica e al limite dello smielato in cui John Cusack tira fuori tutto il suo fascino, mentre Kate Beckinsale non è la gatta morta che ricordiamo nel recente Pearl Harbor.

Ocean’s Eleven

Di Steven Soderbergh con George Clooney, Julia Roberts, Matt Damon, Brad Pitt, Elliot Gould, Andy Garcia

Una parata di stelle hollywoodiane per il remake di Colpo grosso pellicola degli anni Sessanta con Frank Sinatra e il suo cosiddetto "rat pack". Danny Ocean e i suoi dieci elementi della sua banda devono riuscire a rapinare una serie di casinò di Las Vegas.

La regia è quella di Steven Soderbegh che rinuncia alla sperimentazione di Traffic e L’inglese per un cinema più morbido che tenga conto delle esigenze di tante stelle tutte insieme. Lungo e un po’ noioso, Ocean’s Eleven è una bellissima scatola con poca anima sulla difficile terra di confine del deja vu e di una storia brillante, ma non sorprendente. Ma quando sullo schermo c’è tanta bellezza maschile, il resto conta davvero, alla fine…?

Atlantis

Di Kirk Wise e Gary Trousdale – Film d’animazione

1914: Milo Thatch, nipote del grande Thaddeus Thatch lavora in un museo. Sa che Atlantide è esistita e sa anche di poterci arrivare grazie ad un prezioso diario. Ha, però, bisogno di qualcuno che gli finanzi il viaggio. Tornato a casa un giorno che il direttore del museo gli ha negato ogni aiuto trova una donna che gli offre addirittura un sottomarino. La Disney gioca con un cinema non destinato ai bambini in cui immettere le suggestioni di qualcosa di molto più complesso. Un po’ Flash Gordon, un po’ animazione giapponese, Atlantis lancia un messaggio molto importante: senza la memoria del passato non esiste alcun futuro. Da notare nella divertente versione italiana la piacevolissima caratterizzazione delle voci.

Volesse il cielo

Di e con Vincenzo Salemme, Maurizio Casagrande, Tosca D’Aquino, Biagio Izzo

Una mattina di primavera un uomo nudo spunta da un cassonetto della spazzatura dopo che una macchina della polizia gli si è schiantata contro, mentre era lanciata in un inseguimento. Dell’individuo non si conoscono le generalità. Così, il poliziotto che lo ha ritrovato, l’ispettore Massa, parte con lui alla ricerca di un passato e di un’identità che sembrano semplicemente non esistere. Il poliziotto sposato e senza figli, sembra affezionarsi allo sconosciuto al punto da portarselo in casa, dargli un tetto, e addirittura tenta di educarlo, come fosse un figlio... L’ultima commedia di Vincenzo Salemme per la prima volta senza l’amico e collega Carlo Buccirosso.

La vera storia di Jack Lo Squartatore - From Hell

Di Allen & Albert Hughes con Johnny Depp, Heather Graham

"Jack lo Squartatore" è stato – forse - il più famoso ed enigmatico serial-killer della storia. Cinque omicidi atroci e rituali, in dieci settimane, crearono un'atmosfera frenetica di chiacchiere e terrore, nella Londra di fine ottocento. L'assassino non venne mai preso. Johnny Depp, Heather Graham e Ian Holm sono i protagonisti di un film basato su una serie di fumetti molto noti che sfugge alle tentazioni dell’ennesimo horror gotico vittoriano, rilanciando la storia sul versante politico (un complotto massonico) e – soprattutto – esplora con intelligenza e originalità la possibilità dolorosa e agghiacciante che il male emerga dalle tenebre della nostra mente. Da non perdere!

Monsoon Wedding

Di Mira Nair con Naseeruddin Shah, Lillette Dubey

Il primo film indiano a partecipare al Festival di Venezia e – peraltro - a vincerlo incentrato sulla famiglia Verma che si riunisce a Nuova Delhi da ogni parte del mondo per un matrimonio combinato. Vicende che si intrecciano per mostrare aspetti differenti dell’amore in una pellicola interessante e divertente in cui le smanie e le vessazioni di un’intera famiglia lasciano piacevolmente sorpreso lo spettatore occidentale. All’insegna dell’idea che tutto il mondo è paese e che i parenti restano serpenti ovunque, Monsoon Wedding sfugge al qualunquismo con una scelta di caratteri convincente per un omaggio-remake a Festen del Dogma 95. Una sceneggiatura intrigante per una fenomenologia "etnica", ma anche molto moderna dell’amore.

Momo

Di Enzo D’Alò – Film d’animazione

Momo è un’enigmatica bambina di otto anni che si imbatte nei terribili Signori Grigi, che vogliono rubare il tempo e la felicità agli uomini. Momo cerca di combatterli con l'aiuto della tartaruga magica Cassiopea e di Mastro Hora, amministratore del Tempo. Ma sembra essere tardi: non c’è più nessuno per giocare e il mondo sembra cambiato per sempre. Didascalico e noioso, questo apologo sul lavoro e sul tempo per divertirsi funestato da un’inspiegabile colonna sonora urlata da Gianna Nannini, sembra non avere la sensibilità poetica e la lucidità narrativa de La freccia azzurra e La gabbanella e il gatto. Eccessivamente involuto e cerebrale, il film non riesce a coinvolgere lo spettatore in una trama interessante, ma non appassionante. Un passo falso per Enzo D’Alò.

L’uomo che non c’era

Dei Fratelli Coen con Billy Bob Thornton e Frances McDormand

La tematica esistenzialista proposta dal titolo di questo ennesimo piccolo capolavoro di ironia e di arguzia dei fratelli Joel e Etan Coen si inserisce perfettamente nel contesto di una pellicola omaggio al cinema in bianco e nero legato ai dischi volanti e di tradimenti, affrontandoli alla luce del senso di spaesamento del protagonista. Un uomo che – come barbiere – è più esposto di altri dinanzi al bombardamento di domande (più o meno intelligenti) riguardo l’esistenza. Interpretato da un Billy Bob Thorton che definire straordinario sarebbe riduttivo. Un noir dall’impianto classico filtrato attraverso la voce off del protagonista in un flusso di coscienza lucido e dalle suggestioni surreali.

Behind the enemy lines

Di John Moore con Chris Owen, Gene Hackman

Storia di un pilota americano catapultatosi dopo essere stato abbattuto sui cieli della Bosnia, inseguito dai miliziani serbi per colpa di alcune foto compromettenti il processo di pace, Behind the enemy lines è una sgradevole pellicola alimentata da una tronfia quanto cieca retorica militarista. Pieno di luoghi comuni e con Gene Hackman in un ruolo minore, questo film girato come un videoclip è l’ennesima reiterazione della storia del soldato pasticcione che nel momento del pericolo mostra di avere le qualità per cui è stato addestrato. Nonostante le sequenze spettacolari stile Top Gun, questo film è una collezione di orrori fini a loro stessi senza alcun approfondimento storico, né psicologico, con un montaggio demenziale dove ogni dettaglio visivo è curato, mentre il tessuto narrativo è abbandonato irrimediabilmente a se stesso.

Spy Game

Di Tony Scott con Brad Pitt, Robert Redford

Nonostante un uso sconsiderato e anacronistico della tecnologia, Spy Game è un film interessante e di grande intrattenimento. Ambientato in Vietnam, a Berlino Ovest e a Beirut Spy Game è una veloce carrellata sulle malefatte della Cia, allorché un suo agente è stato preso prigioniero dai cinesi in un’operazione militare condotta in piena solitudine. La classe di Redford, lo stile narrativo del regista fratello di Ridley Scott e il carisma di luoghi e personaggi tra scenari da Guerra Fredda e Medioriente conducono lo spettatore in un gioco di spie che sembra richiamare il grande cinema del passato. Da notare il finale che ricorda volutamente I tre giorni del condor. Stessa macchina, stesso colore, stesso attore inconfondibile.

Tomb Raider

Di Simon West con Angelina Jolie, Jon Voight, Noah Taylor

Un po’ Indiana Jones e molto James Bond Lara Croft è la risposta a tanti eroi maschi. Sensuale, elegante e desiderabile, la protagonista di Tomb Raider è impegnata nella ricerca di un manufatto costruito da un’antica civiltà che consente di controllare lo spazio e il tempo. A contenderlo c’è una società segreta con sede a Venezia in via Dolorosa chiamata "Gli Illuminati". Un film passabilmente spettacolare in cui l’azione mutuata dal videogame viene distillata attraverso una fredda sensibilità da videoclip. Tomb Raider è una piacevole e ingenua cavalcata nel cinema d’azione per poco più di un’ora e mezza. Un film scontato dall’inizio, che, però, nella carica sexy e atletica della Jolie trova la forza in grado di renderlo intrigante.

Apocalypse Now – Redux

Di Francis Ford Coppola con Martin Sheen, Marlon Brando, Robert Duvall

Apocalypse Now – Redux rappresenta uno di quei casi in cui il cinema è meglio del sesso. Una pellicola emozionante e straordinaria che ci fa capire come non abbiamo mai visto prima il vero progetto concepito da Francis Ford Coppola che adesso – dopo essere stato presentato a Cannes – arriva nelle sale con circa cinquanta minuti in più per la durata complessiva di tre ore e diciassette in un’edizione rimasterizzata e ridoppiata per l’occasione. Un classico fuori dal comune che stende lo spettatore con la sua preveggenza e con la sua lungimiranza politica. Una pellicola di cui non si può che dire bene. Dalla trama all’ambientazione, dalla recitazione degli attori alla forza corrosiva di una storia senza tempo che fa rabbrividire oggi quando l’America è impegnata in un’altra guerra. Un film di denuncia che ha segnato il nostro tempo. Uccidete per un biglietto…

Morì con un felafel in mano

Di Richard Lowenstein con Noah Taylor, Emily Hamilton

Divertente e visionario questo film è una sorta di moderna rivisitazione della figura dell’Idiota di Dostoevski con un personaggio assolutamente vittima degli eventi, mentre è alla perenne ricerca di una casa e di un modo per diventare uno scrittore di successo. Tra amici nevrotici e coinquilini maniaci la sua vita in Australia è perseguitata dalla follia generale e dai guai in cui si è messo per colpa di alcuni tipacci. Noah Taylor (Shine, Simon Magus) si conferma per essere un’interprete dalle qualità straordinarie, mentre il regista Richard Lowenstein gli costruisce intorno una storia dai toni surreali proposta malinconicamente allo spettatore da quella fotografia tenue e rarefatta tipica della cinematografia degli antipodi.

Bandits

Di Barry Levinson con Bruce Willis, Cate Blanchett, BillyBob Thornton

Bandits è la dimostrazione che non esistono generi troppo datati per essere raccontati in maniera nuova. Originale e – soprattutto – divertentissima al limite dell’esilarante questa pellicola segna un passaggio nella cinematografia di Barry Levinson un regista alla continua sfida di se stesso. Girato in maniera sorprendente e – soprattutto – imprevedibile nel suo essere assolutamente "scontato" dall’inizio alla fine, Bandits ha il pregio di colpire il cuore dello spettatore con la storia dei due evasi che diventano rapinatori di banche. Sexy e macho Willis, complessato e paranoico l’altro, i due amici si innamorano perdutamente di una donna speciale, sequestrata per sbaglio, proprio al culmine dell’insoddisfazione nei confronti del marito.

Il diario di Bridget Jones

Di Sharon McGuire con Renée Zellweger, Hugh Grant, Colin Firth

Smussate le ruvidità del romanzo, Renée Zellweger ha messo su parecchi chili per entrare nei larghi abiti di Bridget Jones, alter ego da quattro milioni di copie della scrittrice – editorialista Helen Fielding che nel Diario a lei dedicato ha descritto la vita di una single trentenne con problemi di alcol, fame nervosa e sigarette. Un successo tutto britannico che nel film realizzato dallo stesso gruppo di lavoro di Notting Hill e Quattro matrimoni e un funerale ha come protagonista la trentaduenne attrice proveniente dal Texas. Una commedia romantica divertente e decisamente adatta a questa era di singles forzate con Colin Firth (Shakespeare in Love, Febbre a 90°) e Hugh Grant a contendersi la bella addetta all’ufficio stampa di una casa editrice londinese.

Il principe e il pirata

Di e con Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini

Dopo il "tonfo" de Il pesce innamorato, Leonardo Pieraccioni fa piazza pulita degli orpelli del buonismo di risulta per tornare alla commedia pura al fianco di un Massimo Ceccherini equilibrato ed essenziale nel suo essere eternamente uguale a se stesso. Un on the road all’italiana in cui tra The Blues Brothers e La strana coppia, il duo fiorentino interpreta la storia di due fratelli riuniti dal caso in viaggio per riscuotere una singolare eredità. Semplice, leggero e molto diretto Il principe e il pirata sembra un po’ riprendere lo spirito del Pieraccioni delle origini che pur rivendicando ancora per se stesso il ruolo di "bravo ragazzo" punta ad una commedia che riesce a divertire ed intrattenere lo spettatore, pur essendo ancora afflitta da tante macchiette e incertezze.

Pauline & Paulette

Di Lieven Debrauwer con Dora van der Groen, Ann Petersen

Pauline è una donna semplice di 66 anni; non sa leggere, né scrivere, e neanche parlare correttamente. Vive in un villaggio fiammingo in una zona tra Bruxelles e la costa belga. La sorella maggiore di Pauline, Martha, dalla morte dei genitori si è sempre occupata di lei. Poi Martha muore improvvisamente. Il testamento stabilisce che tutti i suoi averi terreni e i proventi della vendita della sua casa andranno a una delle altre due sorelle, Paulette o Cécile: quella che si prenderà cura di Pauline. Entrambe le sorelle sono interessate all’eredità ma nessuna – né Paulette, proprietaria di un negozietto nel villaggio, né Cécile, che vive a Bruxelles – vuole occuparsi di Pauline…Pauline idolatra Paulette. Ma Paulette cerca in tutti i modi di rimanere insensibile a questa eccessiva ammirazione. Ogni santo giorno caccia via la sorella, che continua a venirla a trovare al negozio…

Ti voglio bene Eugenio

Di Francisco J. Fernandez con Giancarlo Giannini, Giuliana De Sio

Eugenio è un uomo down, tranquillo, affabile e sornione. Vive da solo nella sua splendida casa immersa nella campagna e lavora come giardiniere. Su richiesta del Professor Boselli accetta di raccontarsi a Patrizia, una giovane donna incinta, tormentata dall’incertezza di dare alla luce un figlio….come lui. Al Centro traumatologico in cui svolge volontariato, Eugenio deve occuparsi di Laura, appena uscita dal coma nel quale era piombata in seguito ad un incidente stradale. Il recupero della ragazza è prioritario per Elena,l’amica del cuore di Eugenio, amata in segreto e senza speranze, che ha lasciato il paese da adolescente per sposare un uomo più grande di lei che l’aveva sedotta e dal quale aspettava una figlia, Laura, appunto.

Aida degli alberi

Di Guido Manuli – Film d’animazione

Aida è la figlia del re del regno di Arborea. Uno splendido regno fatto di alberi e fonti luminose è messo in pericolo dai crudeli soldati del vicino regno di roccia e costruzioni: Petra. I soldati prendono come schiavi gli abitanti di Arborea a causa di un odio atavico divide i due popoli. Finché un giorno Aida incontra per caso il figlio di un generale di Petra, il giovane e aitante Radames. I ragazzi si innamorano e con tutte le loro forze desiderano che la pace unisca i due regni. Ma dovranno combattere contro il malefico Dio di Petra, Satam, che vuole la guerra e la impone per mano del sacerdote Ramfis. Riuscirà l'amore a trionfare sul male? L’Aida di Giuseppe Verdi alla luce di una sensibilità nuova, con le musiche di Ennio Morricone.

Un amore perfetto

Valerio Andrei con Mia Frye, Cesare Cremonini, Martina Stella

Celestino detto Ceghe è un aspirante calciatore che, squalificato per due anni, si rifugia nella pensione dei suoi a Milano Marittima dove conosce e si innamora di Laura. Lasciata la Vespa, scorazza sul lungomare a bordo di una Spider Triumph bordeaux, ma riceve uno scacco in amore. Laura, Celestino e il suo amico Bernie sono praticamente inseparabili. Tra Ceghe e Laura è scoppiato il classico colpo di fulmine, ma anche tra Laura e Bernie, complice lo stesso Ceghe il cui sogno è di vivere un rapporto a tre senza gelosie e invidie, scocca la scintilla. Storia estiva e volutamente provinciale di un triangolo amoroso in cui entrano in gioco anche l’amicizia e la lealtà.

II parte

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