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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Febbraio 2002

 
Genio per amore
Intervista a Russel Crowe

Candidato a otto nominations all’Oscar, diretto da Ron Howard e interpretato da Russell Crowe e Jennifer Connelly, A BEAUTIFUL MIND è una intensa vicenda drammatica che si ispira alla vita di John Forbes Nash Jr., un genio matematico affascinante quanto eccentrico. Agli inizi della sua carriera, Nash fece una elaborò una famosa teoria che lo rese famoso in tutto il mondo, ma questa ascesa stellare nelle alte sfere della ricerca modificò drasticamente il suo corso quando la mente del matematico, capace di brillanti intuizioni, venne minata dalla schizofrenia. Fronteggiando ostacoli che sarebbero stati in grado di distruggere l’esistenza di molti uomini, Nash ebbe la forza di opporsi alla malattia, grazie anche al sostegno devoto di sua moglie Alicia. Dopo anni e anni di sofferenze, il matematico riuscì a trionfare sulla sua tragedia personale e, nel 1994, ricevette il Nobel. Oggi John Forbes Nash Jr. continua a svolgere la sua professione ed è considerato una vera leggenda vivente.

Mr.Crowe, qualcuno vi accusa di avere trasformato Nash in un "santino"?

John Nash non ha mai confermato le sue tendenze omosessuali, dunque lo sceneggiatore e il regista non hanno ritenuto opportuno parlarne. Quando si racconta la vita di qualcuno attraverso un film non è necessario parlare di tutto, un film non è un documentario. La cosa importante è cercare di rendere al pubblico il senso di questa vita, soprattutto se è molto complicata, particolarissima e afflitta dalla malattia mentale come quella di Nash. Sono molte le cose che non si raccontano di lui nel film: il divorzio, l'arresto per comportamento indecente in un bagno pubblico, il suo lungo soggiorno in Europa. Ma, ripeto, non sono omissioni che alterano il senso della storia. Nel film si voleva raccontare, con una giusta dose di simbolismo, la genialità del personaggio, la lotta contro la malattia, il lungo, difficile e intenso rapporto affettivo con la moglie, alla quale si è poi riunito dopo il divorzio. Se questo messaggio arriva allo spettatore il film è riuscito nel suo intento. Infine, se la storia dell'omosessualità fosse stata vera, credete davvero che nessuno si sarebbe fatto avanti a confermarla in tanti anni? Credo invece che nell'America del tempo il comportamento, certo fuori della norma, di Nash potesse essere anche frainteso e dare adito al sospetto di devianza sessuale. Un altro motivo che ha spinto Ron a non trattare questo tema è il fatto che si sarebbe creato, inevitabilmente, un binomio forzato tra schizofrenia e omosessualità. Cosa non giusta, oltre che falsa. Il cinema porta a operare delle scelte molto responsabili.

Cosa significa per lei scegliere di portare sullo schermo uomini che mostrano il proprio lato vulnerabile?

Sono interessato alle crisi e a prestare il mio corpo e il mio spirito a uomini che hanno delle debolezze. Tutti noi siamo vulnerabili, alcuni sono solo in grado di non mostrare i punti deboli, ma tutti ne hanno. Io amo questo aspetto dei miei personaggi, li scelgo forti, ma non invincibili. D'altronde io posso interpretare un film solo se sono coinvolto emotivamente dalla sceneggiatura. In genere il rapporto è di quaranta a uno: quaranta ne leggo, una ne scelgo. I miei personaggi mi devono donare grandi emozioni, se non scatta la molla emotiva non se ne fa nulla. Un film è un impegno faticoso, anzi faticosissimo: se un personaggio non ti interessa è inutile tentare, almeno per me.

Da musicista, ma anche da attore come si rapporta alla musica spesso addirittura straordinaria dei film che interpreta come nel caso degli ultimi A beautiful mind, Il gladiatore, The insider e L.A. Confidential?

Quando ho saputo che sarebbe stato James Horner a scrivere la musica di A beautiful mind sono rimasto un po’ spaventato. Horner è in grado di tirare fuori emozioni anche da un sasso o – come diremmo noi in Australia – di arrivare a mungere un gatto…Ma non è stato così e in questa occasione si è limitato ad una partitura orchestrale essenziale con un risultato molto interessante. Nella scena dell'inseguimento in macchina, ad esempio, la musica aiuta a capire che ciò che vive il protagonista non è la realtà dei fatti, questo significa che la musica va di pari passo con la storia. Non è un elemento staccato dalla storia. Come interprete, ovviamente, non ho il controllo di questo aspetto del mio lavoro che eppure mi coinvolge molto e mi interessa. Quando giro una scena, spesso, usiamo una musica "temporanea" che poi verrà sostituita in sala di montaggio o non ne usiamo affatto. Spesso resto molto sorpreso a rivedere la stessa sequenza con la musica di artisti del calibro di Hans Zimmer. Del resto tutto succede seguendo un filo logico. Michael Mann ama molto il lavoro di Lisa Gerrard che aveva utilizzato per The insider e Ridley Scott ha voluto che Lisa lavorasse con Hans Zimmer sia per il Gladiatore che per Black Hawk Down.

Un lavoro straordinario. Una delle mie colonne sonore preferite è quella di L.A. Confidential che mi sembrava perfetta per lo spirito di quel film.

Possiamo definire A beautiful mind una storia d’amore?

Sì, è la definizione che mi interessa di più. Non volevamo fare un film dal punto di vista clinico, ma da quello dello spirito del personaggio principale, "salvato" dall’amore per la moglie. In qualsiasi momento della nostra vita può succedere qualcosa di inaspettato che ci fa sentire felici, non so, magari un gattino per la strada che ci guarda oppure quando ti aspetti la pioggia e invece viene fuori il sole; nei rapporti di lavoro ma anche nei rapporti con le persone che ci circondano l'importante è non chiudersi mai.

Parliamo di Oscar?

Ne ho già vinto uno e non sento l'esigenza di vincerne un secondo. Sono comunque molto felice che il film abbia avuto molto candidature, credo che se le meriti. L'anno scorso fu un'esperienza bellissima ma quest'anno finalmente potrò godermi davvero la serata, perché in quel periodo non sarò ancora impegnato sul set del mio prossimo film che inizierò a girare in giugno.

m.s.

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