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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Novembre/Dicembre 2001

 
Da Jalla, Jalla e Moonsoon Wedding a Sole negli occhi

La famiglia al cinema

Il cinema a Natale è da sempre attento alle famiglie con pellicole per tutti se non addirittura film d’animazione rivolti ad un pubblico il più ampio possibile. Quest’anno, però, è il cinema indipendente ad offrirci un’importante riflessione sul nucleo fondante la società. E lo fa – casualmente – congiungendo in un unico spazio temporale tre pellicole estremamente significative che parlano di amore e morte, di matrimoni e figli. Da un lato il divertentissimo Jalla, Jalla di Fares Fares attore e regista prodotto da Lukas Moodysson racconta la storia di un ragazzo libanese emigrato con la famiglia in Svezia, costretto a fare di tutto pur di sfuggire il matrimonio combinato dal padre e la nonna con una bella connazionale. Dall’altro – sempre in tema di matrimoni non d’amore – ecco il musical vincitore del Festival di Venezia Monsoon Wedding di Mira Nair in cui una famiglia del Punjab che vive a New Delhi affronta i preparativi per il matrimonio della giovane Aditi. Si tratta di un’unione combinata con un giovane indiano che da tempo risiede per lavoro in America e che Aditi accetta di sposare per fuggire dall’India e dalla sua relazione senza speranza con un anchorman televisivo più anziano di lei e già sposato. Nella confusione totale dei preparativi cominciano ad arrivare tutti i membri della famiglia, perfino un nipote dall’Australia, e molti troveranno inaspettatamente anche l’amore.

Una pellicola divertente in cui i toni etnici si confondono con quelli della "commedia umana" e che – per stessa ammissione della sua produzione è una sorta di rivisitazione del Festen del Dogma, in chiave asiatica.

Due commedie agrodolci bilanciate dal severo, ma anche notevole Sole negli occhi diretto da Andrea Porporati, già sceneggiatore de Lamerica con protagonista uno straordinario Fabrizio Gifuni nei difficili panni di un parricida che spera di essere punito e redento dal suo atroce crimine e che, invece, diventa la vittima di una serie di circostanze beffarde. La storia di un omicidio in una totale assenza di etica e morale. Tre film da non perdere che – sebbene diversissimi tra loro – fotografano da angolature diverse le sfide e le istanze della famiglia e nel ventunesimo secolo. Con le sue miserie, le sue dolcezze e le sue insperate nonché improvvise alzate di scudi. Tutto questo mentre il rapporto tra genitori e figli è meno evidentemente raccontato anche in altri film del momento, ma di natura più commerciale come Il diario di Bridget Jones, American Pie 2, Tomb Raider e perfino Harry Potter. Segno di un momento storico di riflessione per il cinema che dopo American Beauty, Magnolia e Una storia vera torna ad analizzare i rapporti tra parenti. Da notare che proprio in questi giorni in America riscuotono discreto successo Life as a House di Irwin Winkler con Kevin Kline e Kristin Scott Thomas: la storia di un architetto che dopo avere scoperto la sua malattia, decide di impiegare il tempo che gli resta ricostruendo la sua casa e metaforicamente il rapporto con l’ex moglie e il figlio. E In the bedroom di Todd Field con Sissy Spacek incentrato sulla tragedia seguita all’amore proibito di un ragazzo in una piccola e gretta cittadina del Maine.

m.s.

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