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redarrowleft.GIF (53 byte) Cibi Marzo  2001  
 

Qualità del prodotto artigianale in tempi di mucca pazza e OGM

A parlare è un operatore dell’artigianato alimentare, Marco Grossato, presidente regionale dell’Associazione Produttori Alimentari, intervistato in occasione di una serie di conferenze tenutesi dall’Associazione in varie sedi del Veneto e relative agli attualissimi problemi di "mucca pazza" e degli OGM

Il problema della qualità del cibo è fondamentale in questi giorni in cui emergono continue notizie che preoccupano i consumatori che cosa ne pensano gli artigiani alimentari? 

Noi siamo qui a testimoniare, con le nostre attività di artigiani del settore alimentare, della bontà e della qualità dei cibi che produciamo e sulla quale non ci è concesso "sbagliare" tradendo la fiducia dei consumatori sulla qualità di quanto elaboriamo: pena l’abbandono dei clienti. In questi giorni, poi, vittime come siamo del bombardamento mediatico della "mucca pazza", siamo un po' tutti entrati nell'occhio del ciclone. Chi in via diretta (allevatori e macellai), chi in via subordinata come noi artigiani produttori alimentari, ristoratori, insomma utilizzatori finali di un prodotto da trasformare

Su questi problemi che differenza c'è tra artigiano e industria alimentare ?

Così non è per la grande industria alimentare che può contare su marchi diversificati e che non ha, poi, grandissime difficoltà a riconvertirsi in caso di problemi legati, magari a vere e proprie sofisticazioni alimentari.

La pasta che io produco, il pane che sforna il panificatore, la torta realizzata dal pasticcere, per citare solo alcuni dei produttori alimentari artigiani, vanno consumati subito perché non si conservano. Altrettanto dicasi , per i panettoni che le nostre pasticcerie artigianali producono per Natale e che vanno consumati nell'arco di una settimana, o poco più.

La stessa regola non vale, ad esempio, per i panettoni che la produzione industriale sta per intraprendere in questi giorni e che il consumatore mangerà nel prossimo Natale (attività, questa, che per la grande impresa significa un fatturato di 600 miliardi). Quali possono essere gli ingredienti di prodotti che possono essere consumati per quasi un anno è facilmente intuibile. E lo stesso vale, naturalmente, per focacce e colombe" che vanno sulle tavole dei consumatori a Pasqua.

E il pubblico secondo voi cosa ne pensa ?

Tutto questo senza che il pubblico possa rendersi conto che le nostre attività, da sempre, hanno l'obbligo, per garantire la qualità, di selezionare i propri fornitori e che non è dunque da oggi che siamo chiamati ad un attentissimo vaglio sulle proprietà delle farine, oltre che della carne, delle uova piuttosto che della verdura e così via.

E gli artigiani che cosa intendono fare ?

Rivendichiamo, come produttori alimentari dell'Unione Artigiani della Confartigianato del Veneto, di essere antesignani nella battaglia per l'individuazione degli organismi geneticamente modificati (OGM), che non siamo certo noi a volere, ma che la grande lobby industriale alimentare italiana ed europea sta imponendoci a suon di voti favorevoli a Strasburgo.

Capitolo scabroso questo dell'alimentazione continentale! Vi ricorderete certamente della nostra battaglia per una cioccolata pura, per mantenere i prodotti tipici italiani, per cercare di non divenire preda di una massificazione del gusto (e della produzione).

E perchè il pubblico può sentirsi sicuro della produzione artigianale ?

Perchè la qualità di una produzione artigiana è garantita dalla professionalità dell'artigiano che non è "mistificabile" in nessun modo, perché il giudizio dei clienti non dà possibilità di appello

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