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redarrowleft.GIF (53 byte) Teatro Settembre 2000

 
E in due settimane ti faccio un Elisir


Scrisse la musica in soli 14 giorni. Nacque così, in fretta, una delle opere più famose di Gaetano Donizetti. E che divenne, con suo stupore, un assoluto successo. Riproposto anche adesso dal Teatro comunale di Lonigo con una Sonia Peruzzo-Adina che farà ancora parlare di sé

L'Elisir d'amore è una delle poche opere di Gaetano Donizetti che erano rimaste in repertorio costantemente prima della famosa "Donizetti renaissance". Sulla genesi di quest'opera si hanno scarse notizie da parte del compositore, mentre una ricostruzione della nascita della partitura può essere fatta scorrendo la biografia del librettista Felice Romani redatta dalla moglie Emilia Branca. 

Nel 1832 al direttore del Teatro alla Cannobiana di Milano era venuta a mancare un'opera nuova promessagli da un altro compositore (e mai realizzata) ed allora si rivolse a Donizetti affinché lo togliesse da questo impiccio. Donizetti chiamò per la stesura del libretto il fido Felice Romani ed insieme scelsero un argomento che aveva composto per Daniel Auber ed intitolato Le Philtre, opera che andò in scena con successo all'Opera Comique il 20 giugno 1831.

Autore e librettista lavorarono intensamente ed in accordo; Romani approntò il libretto in una settimana e Donizetti musicò l'opera in soli quattordici giorni. L'unico screzio tra i due artisti ebbe per oggetto l'aria che divenne poi la più famosa di tutta l'opera; alla scena ottava del secondo atto Donizetti propose di introdurre una romanza per il tenore. Romani si oppose perché gli sembrava che la cosa raffreddasse l'azione ma Donizetti fu irremovibile e nacque così una delle più belle romanze del melodramma italiano e cioè "Una furtiva lacrima".

L'opera trabocca di motivi piacevoli, di graziose melodie dalle quali traspare la personale vena buffa di Donizetti dove la risata si trasforma in sorriso ed il sorriso si vela di una soffusa malinconia.
Donizetti non credeva nella bontà del suo lavoro; dopo l'enorme successo della prima avvenuta al Teatro alla Cannobiana il 12 maggio del 1832 e che sfociò in ben trentadue repliche, egli scriveva al suo maestro Simone Mayr: "La Gazzetta giudica dell'Elisir d'amore e dice troppo bene, troppo, credete a me, troppo!". Giulio Ricordi chiese a Donizetti a chi intendeva dedicare l'opera ed egli rispose galantemente: "Già che a me, per la tua gentilezza, lasci la dedica dell'Elisir, io te ne sono gratissimo e questa sia al bel sesso di Milano. Chi più di quello sa distillarlo? Chi meglio di quello dispensarlo?".

La rappresentazione andata in scena al Teatro Comunale di Lonigo è stata più che apprezzabile. La compagnia di canto è risultata di buon livello con Nemorino interpretato da Ricardo Mirabelli che ha cesellato le frasi con gusto e sicura intonazione; buona la prova di Andrea Porta nella parte del dottor Dulcamara e di Andrea Cortese in quella di Belcore. Sopra tutti ha brillato la Adina di Sonia Peruzzo; voce di autentico soprano lirico leggero molto bene impostata, dotata di un timbro omogeneo in tutta la gamma della tessitura, sicura nell'acuto sempre preso con intelligenza e di presenza scenica molto efficace. Indubbiamente un elemento da tenere d'occhio e destinato ad una interessante carriera purché amministri con saggezza il suo patrimonio vocale. 

Francesco Rosa ha diretto l'orchestra "Città di Adria" con precisione eccedendo però a volte nelle sonorità orchestrali. 
Buono l'apporto del Coro Lirico del Triveneto. La regia era di Danilo Rigosa che ha creato uno spettacolo vivace e di buon gusto; discrete le scene e i costumi di Ariane Koellner.

Luciano Maggi

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