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Incontro privato in laguna tra l'ex sindaco che vuole ritornare e il professore che s'è autocandidato, ma il dilemma resta

Bandini: caro Achille, vado avanti

Il poeta non si ritira. Resta ancora l'incertezza sul n°1 dell'Ulivo

Niente da fare, ancora. Dal centrosinistra - ultimo schieamento rimasto a macerasi sul papabile per palazzo Trissino - il nome buono da sindaco non arriva. Resta in pista Fernando Bandini, che non molla l'autocandidatura nonostante l'alto sgradimento dei Popolari e le perplessità di altri che stanno sotto e intorno all'Ulivo. Continua le sue diplomazie tattiche e programmatiche Achille Variati, pressato da chi lo vuole in gara ("fa piacere ricevere fax e telefonate di appoggio" dice), ma preoccupato di costruire prima "una larga intesa e una squadra compatta", e soprattutto di non avere Bandini in concorrenza con il resto della coalizione.

Ieri il caso dell'ulivismo vicentino senza condottiero si è brevemente trasferito "in esterni". A Venezia, per la precisione, dove Variati era in seduta da consigliere regionale a palazzo Ferro-Fini, e dove Bandini andava per fare il consigliere scientifico della Fondazione Cini. Un passaggio in vaporetto, un appuntamento a pranzo, un paio d'ore di faccia a faccia (" dialogo aperto, molta serenità"). Risultato: Bandini non si ritira, Variati non va al braccio di ferro. Tutto rinviato di altre 24-48 ore per quanto riguarda le scelte di una coalizione che c'è e si è già intesa sui programmi per il municipio, ma che potrebbe saltare da un momento all'altro per lo scontro sul "n° 1" da presentare ai vicentini.

Davanti a un pescione dal nome tonante come il temporale che scroscia in queste ore sull'Ulivo ("abbiamo ordinato un rombo in due..."), l'ex-sindaco e il poetacandidato si sono finalmente parlati. Senza concludere nulla di quanto speravano le segreterie partitiche uliviste. Variati resta sull'uscio di un'accettazione di candidatura che non può permettersi. Bandini non dà soddisfazione ai partiti che lo vorrebbero spostare in secondo piano.

"Ribadisco la volontà di andare avanti - dice la dichiarazione ufficiale con cui Bandini ieri sera ha escluso il ritiro -. Ho cominciato questa esperienza parlando della necessità di una logica nuova, diversa dalle consuetudini dei partiti. Accettare di farmi da parte, sarebbe accettare una richiesta espressa secondo la vecchia logica".

Corsa che continua, dunque, e Lista Bandini pronta a scattare. "Non posso più restare ancorato ai tempi dei partiti aggiunge il capofila - ed è difficile aspettare ancora molto. Sono andato alle riunioni sul programma. Ho preso diligentemente gli appunti. Qualche giorno si può ancorafarpassare, poi dovremo tirarfuori il marchio della Lista e iniziare la raccolta delle firme. Il che non pregiudica gli accordi: l'appoggio dei partiti a un sindaco espresso dalla società civile prevedeva comunque la presenza della Lista Bandini".

Centrosinistra nei guai, allora? Il segretario dei Democratici di sinistra Giovanni Rolando, irriducibile tessitore, nega nonostante ogni apparenza: "Tra noi non ci sono fronti contrapposti. L'intesa trovata sui progetti per il Comune è stata importante. Ora nessuno vuole arrendersi davanti alla complessità del problemasindaco. Un candidato comune si deve trovare, ed è possibileu. Ma intanto due pezzi teoricamente agganciabili stanno sfuggendo lontani: il raggruppamento multi-sigle Nuovo Progetto (se ne scrive più avanti) e il Movimento Nordest. Per quest'ultimo partito è Luca Romano a dire che né Variati né Bandini sono la novità aspettata, che né l'uno né l'altro "sparigliano" rispetto agli schieramenti tradizionali. Chi ha in mente il "Nordest"? Ancora Giorgio Sala, sindaco negli anni Sessanta, che potrebbe diventare la "sintesi a livello superiore" capace di non far deflagrare l'area di centrosinistra (cacciariani compresi).

Su Bandini candidato sindaco - non importa, e anzi meglio, se tutto sbilanciato a sinistra - continuano intanto a puntare i dirigenti del circolo nato dalla scissione del Pds in sala Bernarda e facente capo a Fulvio Rebesani, leader e capogruppo nel passato consiglio comunale. La SdV-Sinistra democratica di Vicenza ci spera ancora, anche se Bandini non ha mai granchè apprezzato la preferenza accordatagli.

"Se lui non dovesse esserci - spiega Alberto Righi, uno degli animatori della formazione - prima tenteremo di costruire qualche intesa su un nome esterno al nostrogruppo, poi ci presenteremo con un candidato di bandiera". Che - secondo le anticipazioni di Matteo Nani, consigliere "uscente" - non sarà però nessuno dei quattro protagonisti della caduta di Marino Quaresimin: né lui stesso o Rebesani, perciò, né Giuseppe Dato o Giovanni Colpo.
"Onestamente ci dispiace vedere come sta andando il centrosinistra, con questa virata sull'ex-sindacò Variati. Noi siamo comunque decisi ad avere un nostro ruolo - dice Nani - e a riportare nel dibattito i temiforti della nostra linea": urbanistica con una Variante al Prg riduttrice dei volumi edificabili, accoglienza agli immigrati, Piano del traffico.

Non potendo andare accompagnati né bene né male, scaricati prima da Rifondazione comunista che non li ha accolti in lista e ultimamente anche dai Verdi preoccupati di tingersi troppo di rosso - i capi di SdV si preparano a dire, dunque, che è meglio andar da soli. Problema pesante per loro come per tutti, quello di racimolare le 750 firme necessarie per presentare sindaco e candidati consiglieri sotto l'insegna elettorale scelta già in estate, quella del Ponte San Michele.
Tutta da decidere ancora è anche la sorte del Grande Centro ormai ridottosi al "centrino" contro cui polemizzavano soprattutto gli esponenti del Polo vicentino nei mesi scorsi.
Mario Giulianati e il suo Nuovo Progetto (a colloquio in mattinata con Enrico Hullweck aspirante sindaco del centrodestra e in riunione ieri sera per stabilire qualcosa) restano sempre probabili corridori in proprio alle urne del 29 novembre, nonostante la persistente speranza di Variati di aggregarli al convoglio Ppi-Ds-Sdi e la disponibilità del Polo ad aprire le porte della collaborazione elettorale.
L'Udr - combattuta tra le polemiche Cossiga-Berlusconi a Roma e 1'accordo col Polo fatto a Venezia - resta coperta, aspettando'un allineamento nori ancora definito: con Giulianati candidato sindaco centrista o con il centrodestra?
Su Progetto per Vicenza, ultimo partner sfilatosi dalla coalizione che sarà guidata da Hullweck, non scommette nessuno: forse avrà ospitalità in qualche rassemblement moderato, forse non ci sarà proprio sulle schede per il Comune. "Possiamo sempre saltare un giro e aspettareu è il ritornello anti-stress dell'ex-capogruppo Roberto Mingardi.

Antonio Trentin

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