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GdV 20/09/1998

Intanto l’Ulivo lascai fuori Rifondazione

Ma sul candidato è ancora buio: niente accordo su Bandini e Variati scalpita

"Non vorrei che succedesse come con la maggioranza che sosteneva Quaresimin alla quale mancava un progetto comune e condiviso da tutti" - dichiara Achille Variati il quale ieri mattina all'Alfa Hotel ha chiamato a raccolta le forze dell'Ulivo, più il Nord-Est, i Verdi, lo stesso Fernando Bandini, i neosocialisti di Sergio Carta e Alberto Maule, il Comitato per Vicenza di Antonio Baldo e Ugo Holzer per Nuovo Progetto con i quali ha affrontato la necessità di "una piattaforma in grado di aggregare le varie forze intorno ai veri problemi della città".

In altri termini Variati si propone sopra le parti, precisando: "non sono candidato sindaco, ma sento il dovere come ex sindaco di creare un dibattito serio e un confronto con i vicentini sul programma in modo che queste elezioni amministrative non siano un momento grigio e distante dalla vita dei cittadini".

Un volare alto. Fatto di ragionamenti, di riflessioni sul metodo usato fhi qui per mettere a punto il programma. Variati sfuma le polemiche ed invita 1'Ulivo e chi ci vuol stare a non perdersi nel gioco delle candidature; a non incagliarsi sui discorsi di strategie, schieramenti, alleanze più o meno possibili. Prima di tutto il metodo. Prima di tutto il programma. E tornano i grandi temi, la Vicenza del 2000, il traffico le questioni ambientali,1'idea di città.

"Non voglio insegnare

il mestiere a nessuno ma questa fase sono i vicentini che vogliono capire cosa sta succedendo - dice Variati - La soluzione? L'ideale sarebbe che il centro sinistra allargato spiegasse alla gente in che modo vuole trasformare i suoi progetti in agire concreto. E altrettanto dovrebbe fare il centro destra".

Insomma, poco importa alla gente delle beghe tra partiti e, delle bagarre sui candidati, quel che conta è dire che cosa si vuole per il futuro e lo sviluppo della città. Un richiamo, quello di Variati, che viene recepito anche se non mancano i distinguo.

Anche se c'è chi sostiene che 1'operazione "voliamo alto" dell'ex sindaco, oltre ad un ragionamento sui programmi possa portare anche ad individuare un nuovo candidato del centro sinistra. Non ne fa mistero Vicenzo Riboni,

dei Popolari che, entusiasta per la discussione, dichiara: "In questa fase è importante superare ogni indivudualismo, ogni atteggiamento che possa far pensare a divisioni. Anzi occorre individuare le convergenze".

Poi è lo stesso Riboni a spingersi oltre e a pensare che il "metodo Variati" possa anche portare, nel giro di poco tempo ad individuare anche un candidato". Un nuovo candidato dell'Ulivo che potrebbe anche non essere Fernando Bandini?

"La prima necessità è quella di individuare un programma comune - aggiunge Riboni - poi si vedrà. Bandini è un ottimo nome come sindaco, ma è un'autocandidatura. Bisognerà verificare se siamo tutti d'accordo. Ci sono e ci possono essere spazi per altre candidature che del resto sono già state individuate. Resta significativa 1'azione svolta da Variati. Lui come candidato sindaco? Magari!".

L'interessato si mette da parte, ribadisce di non essere in corsa e di voler dare solo un suo contributo al dialogo e alla chiarezza. Fernando Bandini, colto all'uscita dell'Alfa Hotel dal microfono di una tivù locale, sorride sornione: "È stata un incontro importante, lo è sempre quando si parla di temi che interessano la città".

Ma non finisce qui: il centro sinistra allargato ha deciso quindi di incontrarsi di nuovo:1'appuntamento è per dopodomani. Con una nuova verifica sui programmi. Poi se sono rose fioriranno. Intanto non mancano le spine. Nell'Ulivo "extra large" ci può stare il Nord-Est, c'è spazio per i Verdi (presenti all'Alfa Hotel con Pesavento, Albanello e Poletto), non si nega diritto di cittadinanza al neosocialista Sergio Carta che ha pari dignità con i diessini Rolando e Rizzato e la pattuglia dei popolari costituita da Riboni, Luca Lazzaroni, Pierangelo Cangini e da Francesco Fantinato, membro della direzione nazionale a Vicenza per "benedire" l'iniziativa.

In castigo ci va invece Rifondazione.

"Ci vuole un sano realismo politico" - dice imbarazzato Achille Variati.

"In questo momento, se non altro per questioni di strategia - dice Riboni meglio che loro stiano fuori. Poi, in caso, si vedrà al ballottaggio".

Mauro Carrer

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