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L’OLIMPICO DI VICENZA
Un teatro e la sua "perpetua memoria"
di Stefano Mazzoni

olimpico.jpg (18972 byte)Si tratta di un recente saggio edito, nella collana dedicata alla storia dello spettacolo, dalla Editrice Le Lettere, in cui Stefano Mazzoni, ricercatore presso il Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo dell’Università di Firenze, traccia un nuovo percorso attorno ad uno dei più noti teatri rinascimentali italiani che è anche, probabilmente, una tra le più suggestive architetture europee.

Proprio per la grande fama di cui l’edificio ebbe a godere già fin dalla sua origine, avvenuta nel 1580 su progetto di Andrea Palladio, si sarebbe potuto pensare che non potessero esserci molte altre ed inesplorate analisi da aggiungere a quanto già detto e scritto nel corso dei secoli che hanno portato fino ai giorni nostri il celebrato teatro.

Invece, senza grandi enunciazioni metodologiche, eppure offrendo al lettore la possibilità di un percorso esemplarmente metodologico, Mazzoni ricostruisce, con una leggerezza che gli proviene dalla profonda e decantata conoscenza delle fonti, tutta una rete di circostanze che giustificano o danno spiegazione sia del significato culturale del Teatro, sia del gruppo dominante, l’Accademia, che lo volle a propria "perpetua memoria" e ne fu promotore.

Il volume, superbo esempio di approccio iconologico, dalla tessitura articolata e scorrevole che lo rende in molti passaggi avvincente come un romanzo, prende l’avvio dal viaggio di un accademico olimpico del Settecento, l’abate Ziggiotti, "pieno di curiosità, con un’inclinazione tipicamente vicentina per la cultura architettonica", e si snoda attraverso le vicende locali relative ai secoli XVI, XVII e XVIII con un continuo flash back che storicizza vigorosamente ogni evento e restituisce attualità agli "attori" di quel gran teatro ("i committenti e gli organizzatori di un’avventura spettacolare").

La struttura del testo induce il lettore perseguire e a fare proprie le medesime tappe proposte dall’Autore per attuare, da un’angolatura diversa da quelle consuete, un nuovo giudizio nei riguardi della genesi dell’Olimpico e del suo "significato" culturale. Consapevolezza che non può non muovere dal contesto storico e che deve necessariamente "rifarsi alle persone" per ottenere la chiave di lettura degli eventi, per "ricollegare la fabbrica palladiana nel mileu in cui fu ideata, realizzata e vissuta". Il rigore e la puntualità documentaria, protagonisti impliciti del lavoro di Mazzoni, non appesantiscono mai il testo, quanto piuttosto gli forniscono il background per sviluppare un itinerario dalla logica stringente ed appassionante.

G.G...

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