Un misterioso sequestro
Milena non ti abbandoneremo!

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E' scomparsa il 23 novembre del 1995, a Nabeul, in Tunisia. Una ragazza tranquilla, impegnata nello studio, universitaria alla facoltà di Scienze politiche a Padova. In Tunisia c'era andata per frequentare un corso di lingue straniere ed era ospite di un'amica italiana Elisa e del padre Ivo Viotto.

E' probabilmente un caso di sequestro di persona, ma a otto mesi dal fatto le autorità locali ( ma anche il Governo Italiano) sembrano ancora restie ad orientare le indagini in questa direzione.

Depistamenti, una incomprensibile reticenza e indifferenza iniziale, le burocratiche risposte delle ambasciate e dei ministeri degli Esteri, il sostanziale distacco con cui il Governo italiano ha trattato la questione sono i motivi che impongono una forte campagna d'opinione per sensibilizzare chi può influire sulla soluzione del caso.

Per dare un'idea delle resistenze alle quali si è dovuta opporre la famiglia basti dire che alla madre di Milena Bianchi è stato "consigliato" di non indossare nelle sue frequenti ricerche in Tunisia una maglietta con la foto della figlia.

L'organizzazione del rally della Tunisia che aveva aderito alla proposta di far indossare ai piloti delle t-shirt con la foto di Milena ha ricevuto uno stop dalle autorità tunisine.

Quando il papa, Giovanni Paolo II , recentemente, si è recato in Tunisia, i genitori di Milena sono stati bloccati per tre giorni, probabilmente per evitare che la loro vicenda potesse creare qualche incidente diplomatico o rimbalzasse all'attenzione dei media.

I genitori di Milena Bianchi sono convinti che la figlia è viva e che non è stato fatto abbastanza per cercare dove si trova attualmente.

Ogni traccia che porta a Milena però è stata cancellata, come si trattasse di impronte sulla sabbia.

Milena potrebbe essere in qualche harem, potrebbe essere divenuta oggetto di scambio nella tratta delle bianche. Forse nascosta in una delle tante ville superprotette e inaccessibili di qualche facoltoso personaggio che si è invaghito di lei. Non è un copione d'altri tempi, quella del rapimento è l'ipotesi verso la quale i genitori e gli amici di Milena Bianchi sono più orientati.

Oltre le reali o metaforiche sbarre che imprigionano Milena Bianchi c'è un muro che impedisce e ha impedito ogni seria ricerca. Una muraglia di omertà di chi è a conoscenza della vicenda, ma anche una muraglia di indifferenza di chi preferisce non vedere.

"Le iniziative finora messe in atto dalle autorità tunisine ed italiane sono fumo negli occhi - dichiara al limite dell'esasperazione Bertillo Bianchi, padre di Milena - Siamo stanchi di parole, di generiche promesse di interventi. Il ministro degli Esteri Dini? Ci ha ricevuto il 20 Giugno e ora attendiamo ulteriori notizie e nuovi incontri. Sembra ineluttabile che ogni notizia che possa riguardare Milena sia rimandata a dopo l'estate".

Il sequestro di questa ragazza non è riuscito a turbare il nostro Parlamento, i sonni tranquilli delle autorità tunisine, della polizia locale e dell'Interpol.

Nautilus si fa carico di questo caso umano e rilancia, attraverso Internet, una campagna d'opinione on line per far pressione attraverso l'invio di messaggi elettronici a parlamentari, personalità, ambasciate per sensibilizzare e sbloccare una situazione che presenta troppe smagliature nelle ricerche e nelle indagini. Per aderire alla nostra iniziativa clickate QUI.