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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Novembre 1999


Patsy l'antipatica

Tredici anni fa con gli Eight Wonder era una "stellina" della musica pop che in Italia guadagnò fama imperitura per un seno sfuggita ad una spallina in un Festival di Sanremo. Poi tanto cinema e le storie tormentate con mariti e compagni famosi. Ora, trentenne, lasciato Jim Kerr dei Simple Minds per Liam Gallagher degli Oasis, si ripresenta in un film nella parte di una segretaria odiosa, prepotente ed egoista. Ma quando tornerà a cantare? "Per ora - dice - canto solo sotto la doccia"

Patsy Kensit per la generazione dei trentenni è un mito. Quella bella ragazza bionda che appena diciannovenne esordì a Sanremo con il suo gruppo gli Eight Wonder è, infatti, cresciuta con loro. In uno dei tanti Festival della canzone italiana, tutti uguali, tutti da dimenticare, una spallina un po’ dispettosa garantì alla giovane una fama imperitura nel nostro paese. Il suo fu il primo seno nudo sul palcoscenico dell’Ariston e quello fu davvero lo spettacolo, non la canzone Stay with me.

Ed era abbastanza naturale che una ragazza dalla fama di pop star, rivelazione cinematografica nel delizioso Absolute Beginners con David Bowie riuscisse addirittura ad arrivare a Hollywood per partecipare al secondo film della serie Arma Letale con Mel Gibson, Danny Glover. Un amplesso appassionato con l’attore australiano rese indimenticabile per il pubblico maschile la sua partecipazione alla pellicola. Una morte prematura del suo personaggio, però, nonostante il successo al botteghino sbarrò la strada a qualsiasi sequel e così Patsy tornò in Inghilterra giusto in tempo per rubare alla segaligna cantante dei Pretenders Chrissie Hynde, il marito Jim Kerr, vocalist dei Simple Minds.

Così, dopo avere portato al successo I’m not scared la canzone dei Pet Shop Boys Patsy decise di lasciare il mondo della canzone come protagonista per tornare al suo grande amore per il cinema, dove aveva esordito a sei anni nel 1974, nientedimeno che ne Il grande Gatsby al fianco di Robert Redford e Mia Farrow. Oggi che di anni ne ha trentuno e tra film televisivi e quelli per il grande schermo può annoverare ben quarantadue partecipazioni più o meno importanti, Patsy guarda alla sua carriera con molto disincanto: "La mia attività di cantante è limitata alla zona del bagno, quando sono sotto la doccia." – dice – "Faccio i film che mi piacciono e questo è tutto." Sta di fatto, però, che il suo nome ha riempito le pagine dei giornali non tanto per i suoi innumerevoli ruoli, quanto per i suoi amori turbolenti. Nonostante abbia avuto ruoli in film di genere opposto come Don Bosco con Philippe Leroy e al fianco o piuttosto ‘davanti’ a Mario Van Peebles nel thriller pieno di lupi mannari sodomiti Eclisse letale. Lasciato Jim Kerr, il suo grande amore è diventato il cantante degli Oasis Liam Gallagher che ha aiutato ad uscire dal tunnel di alcol e di acidi e con cui – i pettegolezzi più cattivi – dicono si sia più volte picchiata.

Eppure, nonostante gli eccessi, nonostante le presunte furiose litigate e nonostante piccoli incidenti come quello successo durante una romantica vacanza a Venezia in cui ebbe un malore fortissimo, la storia d’amore prosegue tanto che due mesi fa è nata un bambino. E adesso dopo due figli (uno di Kerr) tre matrimoni (tutti con cantanti) e un colossale rifiuto da parte della Paramount di affidarle il ruolo di Capitano nella serie TV Star Trek: Voyager, la sua carriera si è avviata verso piccoli ruoli in film indipendenti come quello della cattiva capo ufficio della protagonista in Janice Beard, segretaria in carriera. Rilanciata da Martin Scorsese che la scelse nel film da lui prodotto, lo straordinario Grace of my heart. Nonostante la giovane età ha alle spalle una vita turbolenta e piena di soddisfazioni miste a qualche dolore. Con una certezza però. Che in Italia, grazie a una spallina dispettosa rimarrà comunque una stella per sempre.

Mrs. Kensit, cosa l’ha convinta a partecipare a Janice Beard segretaria in carriera?

La sceneggiatura della regista in cui dovevo avere un ruolo nauseante di una donna egoista e prepotente nei confronti delle sue colleghe. Mi sono divertita nella parte di una stronza antipatica che maschera i propri dubbi e incertezze trattando male gli altri.

Lei ha partecipato sia a delle mega produzioni hollywoodiane che a piccoli film indipendenti come Grace of my heart. In base a che cosa sceglie le pellicole alle quali lavorare?

Francamente non sono affatto interessata alla questione se un film costa due oppure cinquanta milioni di dollari. Oltre – ovviamente – al ruolo che mi viene offerto, sono particolarmente interessata a sapere con chi dovrò lavorare. Chi è il regista, chi produce il film, chi saranno gli attori con cui dovrò lavorare. Certamente il cinema indipendente offre maggiori possibilità di confrontarsi con un mondo ricco di idee e pieno di persone molto interessanti anche sotto il profilo umano. Posso dire che in genere preferisco lavorare con registe, perché offrono una maniera molto dinamica di affrontare il personaggio. Mi diverto molto quando un set è pieno di donne che discutono come girare una scena piuttosto che un’altra.

C’è qualche film che avrebbe voluto fare e che non è riuscita a interpretare?

Moltissimi dove sono stata scartata. Di contro, però, c’è da dire che ho rifiutato molte pellicole che – poi – si sono rivelate pessime, quindi c’è una sorta di bilanciamento nella natura…

Le piacerebbe fare del teatro?

Moltissimo, ma i media sono troppo interessati a me e non penso che se qualora sbagliassi mi lascerebbero in pace. Del resto ho poca esperienza di recitazione teatrale quindi non sarei in grado di capire – se fallissi – chi avrebbe davvero sbagliato. Se Patsy l’attrice o Patsy il personaggio pubblico. Per questo trovo molto bello quando posso fare un film permettendomi il lusso di provare le scene per qualche tempo.

Quali sono i suoi registi preferiti?

Ho sempre sognato di lavorare con Martin Scorsese e poiché lui ha prodotto Grace of my heart in un certo senso l’ho fatto. Ho adorato anche Il tempo dei Gitani di Emir Kusturiça.

Si ricorda del Festival di Sanremo di quasi tredici anni fa?

Ero giovanissima. Avevo appena diciannove anni…una vita fa. A quell’epoca cantavo solo perché lo avevo sempre fatto e mio fratello mi coinvolse nella sua band. Quando sei un’attrice lavori in gruppo e la tua carriera è dettata da quello che riesci a conquistarti film dopo film. E’ questo senso della sfida che mi diverte molto. Una cantante, invece, dipende principalmente da se stessa e in più può sempre chiudersi la porta alle spalle se le cose non vanno troppo bene.

Qual è il suo prossimo film?

Best, il film dedicato al giocatore di calcio inglese Gorge Best. Lui sarà interpretato da John Lynch (Sliding Doors) e io sarò la moglie Angie Best.

Tornerà mai a cantare?

Per adesso la mia carriera canora è limitata al bagno sotto la doccia…

 

Marco Spagnoli

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