Attualità Novembre 1999
. Attentato
made in Hollywood
Due bombe, 18 morti, 42 feriti e
500 persone coinvolte nei soccorsi. E' la "Lion Shake 2000", la simulazione di
un attentato terroristico organizzata il 2 novembre davanti alla caserma Ederle
dell'esercito Setaf-Usa a Vicenza. Dove non si sono risparmiati gli effetti speciali: con
finti morti, finto sangue e finte ferite
Vicenza, ore 10 del 2 novembre: due bombe a
distanza di un'ora una dall'altra davanti alla caserma americana, 18 fra soldati e civili
morti, 42 feriti, 500 soccorritori e 50 fra ambulanze e auto di polizia, carabinieri e
vigili del fuoco. E' questo un possibile scenario della "nuova guerra", almeno
secondo il Pentagono. Che di simulazioni con finti attacchi, blitz notturni, invasioni e
salvataggi ne fa da anni. Ma il mondo è cambiato, la guerra fredda è finita e i pericoli
sono altri. Soprattutto per gli Usa, preoccupati più degli attentati stile terroristico
che degli oramai sparuti eserciti nemici. Così l'ultima simulazione alla caserma Ederle
di Vicenza, sede del comando Usa-Setaf (U.S. Army Southern European Task Force), prevedeva
proprio l'esplosione di due bombe. E, in puro stile hollywoodiano, l'uso (ai limiti
dell'ironico) degli effetti speciali. Con medici e siringhe vere ma finte ferite, finto
sangue e finti ematomi.
Si chiamava "Lion Shake 2000", l'esercitazione di
protezione civile bilaterale Italia-Usa. Così realistica che un pezzetto di città è
rimasto semichiuso al traffico per quattro ore mentre qualche cittadino preoccupato
telefonava per chiedere cosa era successo. C'erano di mezzo tutti: soldati americani,
polizia italiana, le ambulanze e l'ospedale civile (anzi gli ospedali, visto che erano in
tutto 5 quelli coinvolti da Bassano a Verona), i vigili del fuoco e perfino unità degli
alpini.
Comincia tutto alle 8.47. Accanto al cancello principale
che dà sul trafficato viale della Pace (e come altro poteva chiamarsi?) esplode una bomba
nascosta in un cestino portarifuti. La bomba se la sono risparmiata, al posto del botto
hanno fatto suonare una sirena. Insomma il "ciack si gira", con le comparse che
cadono a terra e per magia compaiono sangue e contusioni. Comincia il "caos
controllato". Arrivano le ambulanze, i medici, i pompieri, la Croce Rossa e i
radio-teleamatori volontari dell'Ari che riprendono tutto in diretta, mentre la zona viene
isolata da carabinieri e military police, quelli che nei film hanno sempre il casco bianco
e il manganello in mano. La prefettura crea una "unità di crisi", dentro la
caserma viene messo in piedi un posto medico che seleziona le vittime a seconda della
gravità delle lesioni. Primo bilancio: 8 morti e 25 feriti.
Ma i terroristi, già cattivi, sono pure
maligni: alle 10 altra "esplosione-sirena", questa volta dentro la caserma e
sempre in un cestino-rifiuti. Servono altre ambulanze, altri medici, intervengono gli
alpini. Stavolta i morti sono 18 e i feriti 42. Le ambulanze fanno realmente i tragitti
(bisogna calcolare tutti i tempi), anche se a sirene spente. In tutto sono stati 37 i
viaggi caserma-ospedale e ritorno.
E' andato tutto bene? Abbastanza. Con qualche problema vero
e qualche scivolone nel comico. Fra i problemi veri le radio portatili del Suem, il
servizio emergenze dell'Ulss, insomma le ambulanze: le batterie durano appena 2-3 ore e
spesso il collegamento con la centrale cade. In più non hanno gruppo elettrogeno e le tre
maschere antigas in dotazione sono senza filtri. Sa molto di italiano, nonostante da
sempre siamo un Paese a rischio di tutto: terremoti, vulcani, alluvioni, mega-incidenti
stradali. Motivo ufficiale: mancano i soldi. Più divertente la doccia non voluta dei
poveri finti feriti in mezzo alla strada fra le macchine: arrivano i vigili del fuoco,
attaccano le pompe e innaffiano tutto, feriti compresi. Che finiscono tremando la loro
recita (ma se fossero vere vittime, magari gravi, come la mettiamo con tutta
quell'acqua?). Oppure i cartellini appiccicati sui feriti dove c'è scritto (in inglese,
chissà perché) "ho questo tipo di lesione...". Comunque, meglio il sangue
finto e i bigliettini che le bombe vere.
a.m.
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