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redarrowleft.GIF (53 byte) Sport Ottobre 1999

 

La Laguna del calcio

Roberto Ferrucci, nel suo nuovo libro "Giocando a pallone sull'acqua" racconta l'avventura del Venezia in serie A
dopo trentuno anni

cop_ferr_p.JPG (27607 byte)Di calcio si parla anche troppo. Ce n'è troppo, partite quasi tutti i giorni, di campionato e di coppa, trasmissioni speciali, pay tv, pagine e pagine di giornali, radiocronache. Erano anni che si sentiva dire in giro che il calcio è ormai solo un grande business. Questo, con l'allargamento della Champions League, è il primo anno in cui la conferma è evidente.
Lo stesso cronista, colui che ha il compito di raccontare le partite a cui assiste, fatica a tenere il ritmo. Alla fine ormai si guardano le pagelle dei giocatori e basta. Si rischia, insomma, di perdere l'essenza del calcio, di una partita, di smarrirne il racconto. Per conservarlo, preservalo, c'è bisogno di qualcuno che ne faccia narrazione e di un giornale che dia spazio a un altro modo di guardare il calcio. È quello che ha fatto lo scorso campionato lo scrittore veneziano (di Marghera, tiene a precisare) Roberto Ferrucci, che nelle pagine della Nuova Venezia ha raccontato l'avventura del Venezia in serie A dopo trentuno anni. Ne è venuto fuori un libro, edito da Marsilio, 155 pagine, 9900 lire il prezzo di copertina. Il titolo è Giocando a pallone sull'acqua. "Il romanzo di una stagione", lo ha definito nell'introduzione Darwin Pastorin, autore del bellissimo Le partite non finiscono mai, edito da Feltrinelli.

rob.jpg (7238 byte)"Solo in provincia, dice Ferrucci, nelle squadre della seconda fascia della serie A, credo sia possibile vedere quel calcio che alcuni definiscono dal volto umano. Forse, il desiderio di raccontare questo calcio mi è venuta due anni fa, quando, finita una partita del campionato di serie B a Sant'Elena, è salito sul vaporetto dove mi trovavo anche Nicola Marangon, il numero 14 della squadra. E' salito con la sua borsa, come fanno i ragazzini, ed è andato a casa. Semplicemente. In nessun'altra città, ho pensato, può accadere una cosa del genere".

Il libro è diviso in due parti; la prima Il girone della paura, vede la squadra all'ultimo posto della classifica, già condannata, rassegnata; la seconda, Il tiro mancino di Alvaro Recoba, racconta la favola del girone di ritorno, con il campione uruguagio protagonista insieme ai compagni di un recupero insperato.

manierogol_p.JPG (9347 byte)"Lo dico sempre: il Venezia potrà anche andare in Uefa, vincere forse un giorno lo scudetto, ma un campionato come quello scorso è irripetibile. E' successo di tutto, compreso il gol di Tuta nella famosa Venezia-Bari e, soprattutto, il memorabile gol di tacco di Pippo Maniero contro l'Empoli, il gol del 3-2, la svolta del campionato. A un certo punto l'idea di mettere insieme i racconti è venuta da sola. C'era un romanzo sul calcio lì dentro. Ho riscritto il libro nel corso dell'estate (si sa, quando scrivi per i quotidiani, i pezzi che escono non sono mai come li avevi scritti o li avevi voluti), ho chiesto al mio amico Sebastiano Giorgi di tracciare una breve ma esauriente storia del Venezia da porre in appendice e aggiunto il racconto in cifre del campionato coi tabellini di tutte le partite. Poi Cesare De Michelis della Marsilio ha voluto a tutti i costi pubblicarlo per l'inizio del nuovo campionato. Non so come c'è riuscito, ma il libro ora è in edicola, allegato al Gazzettino, il giornale per cui scrivo, e nel frattempo è arrivato anche in libreria. Spero possa interessare anche i non veneziani, non fossa'altro che lì dentro racconto di tutte le squadre di serie A, dei loro campioni".

Ferrucci, autore anche del romanzo Terra rossa, uscito qualche anno fa da Transeuropa, tiene a precisare che non si tratta di un instant book:

"Quelli si scrivono in venti giorni. Non ne sarei mai capace. Qui c'è più di un anno di lavoro, con una attenzione sulla scrittura che è la stessa che ci metto quando scrivo un romanzo. E non è solo un libro sul calcio. Non per caso ho scelto il sottotitolo Venezia e il Venezia in serie A. Dentro c'è anche la città, c'è Mestre, ci sono le altre squadre. La soddisfazione maggiore ce l'ho quando sento gente che mi dice di averlo letto e apprezzato pur non capendo niente di calcio. Vuol dire che forse - forse - ho raggiunto il mio obiettivo. Il calcio, alla fine, può essere anche puro racconto".

 

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