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redarrowleft.GIF (53 byte) Letture & Scritture Luglio/Agosto 1999


Il canto della vecchiaia

E' inglese ma vive in Italia. Tanto che Peter Russel si traduce da solo i suoi versi. Dove parla di esperienza e di saggezza ma anche degli anni che lasciano il segno nel fisico e nell'anima. Poesie amare e magiche scritte come una musica che arriva dal passato

Peter Russell, Poesie dal Valdarno. Poems, Pietro Chegai Editore, pp.183, L. 36.000

russell2.jpg (58038 byte)Un libro di poesie 'testo a fronte': originali inglesi e loro traduzioni. Ma questa volta non si tratta semplicemente di un poeta inglese il cui editore italiano ha fatto tradurre le liriche. Peter Russell, 78 anni, da anni vive nella campagna toscana (in provincia di Arezzo) e conosce l’italiano tanto bene da saper apprezzare la Divina Commedia. Le sue poesie sono state tradotte da madrelingua italiani, ma le loro versioni sono state successivamente da lui stesso controllate e modificate, per precisione semantica e ritmo.

Quella di Peter Russell è una poesia ‘sapiente’. Leggendo i suoi versi ci sembra di tornare all’epoca in cui il poeta profeta si faceva "vaso del Dio" e ce ne svelava i misteri. Proprio grazie all’ambiguità rivelatrice della poesia. In un’epoca in cui troppi santoni orientali ci svelano la ‘Verità’, queste liriche si propongono più realisticamente come ricerca di una sapienza:

Mi devo arrampicare su in alto, con fatica, e brancolare
Dentro di me, come uno spazzacamino o uno che sale sulle guglie,
Ma alla luce dell’anima, non al buio della ciminiera
O sull’impalcatura del pinnacolo. …

Viene in mente un’iscrizione della basilica di S. Miniato al Monte a Firenze: NOBIS DATUM EST NESE MYSTERIIUM REGNI DEI ("A noi non è dato conoscere il mistero del regno di Dio"). Una cultura religiosa e filosofica che viene rielaborata dalle parole di Russell. Basta leggere, a questo riguardo, la seconda strofa di un suo sonetto:

Furono per primi i pagani a riconoscere
Divinità nel Bambinetto, quei re d’oriente.
In alto sopra il Giordano allora la Voce del Padre,
Lui stesso a Canaan nel vino assaggiato.
Identica teopatia ciascuno porta.
Il mondo può bramare. Scegliere è il nostro destino.

È bello sentirselo dire da un quasi ottantenne che di esperienze, nella vita, ne ha fatte molte. Ha girato il mondo durante la guerra, per poi completare gli studi classici in Inghilterra, suo paese natale. Ha rifiutato i legami di una carriera universitaria, benché abbia accettato alcuni incarichi universitari: in Canada, negli Stati Uniti, in Iran e in Italia. Non stupisce che sia stato definito più volte ‘uno spirito libero’. Non ci stupisce nemmeno che questo discepolo di Ezra Pound abbia trovato da scrivere per oltre trentamila poesie.

Ed al centinaio di libri da lui pubblicati oggi si aggiunge questo volume, dove ci invita a riflettere su molti aspetti della vita umana.

Tra questi domina, soprattutto nelle ultime liriche, l’esperienza della vecchiaia e della malattia, che ci trasmette con parole forti e dirette:

Urina e feci, notti di lancinante dolore,
Sangue sulle coperte, un ricovero adesso casa mia –
Vomito e muco, acido e livida schiuma,
Le coperte spiegazzate, rosea macchia cosparsa di viscidume.

russell1.jpg (23986 byte)Ma il suo dolore non deriva solo dalle sofferenze personali, bensì anche dal vedere come è cambiata la poesia nei secoli:

Mi sembra ch’abbiamo perso ogni senso del ritmo nelle parole,
e che i nostri versi siano un biascichio di prosa
Vale anche per me, io non sono migliore di altri
Perché anche il mio linguaggio è quello di oggi
Ed il calore del canto è una cosa del passato …

Ma, al contrario di quanto lui stesso afferma, si può trovare nelle sue poesie ‘il calore del canto’. Vale la pena proporre qualche verso citato in originale, magari letto ad alta voce, lasciandolo risuonare:

Spirit alone can make a melody
That sings itself in colour, sounds or words.
It springs on wings from out that secret source
Where feeling lulls yet blows at gale force,
And one can be oneself without remorse.

Per non parlare poi dei suoi sonetti, magistralmente costruiti in un gioco di suoni. Ma il gioco vero e proprio si libera in altre strutture, come nel ricordare il canto vicino al non-sense di un bimbo.

Un gioco al quale invita i suoi lettori a partecipare.

Tatiana Tartuferi

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