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redarrowleft.GIF (53 byte) Letture & Scritture Giugno 1999


Non avrai altra Dea all'infuori di me

Da giovane avvocatessa in carriera fra i grattacieli di New York a sacerdotessa-sciamano della antica religione Wicca: quella delle streghe. E' il percorso di Phyllis Courot, che in questa intervista esclusiva a Nautilus racconta perché, secondo lei, il mondo ha bisogno di riscoprire il culto della Grande Madre. E perché dopo secoli di dominio maschile va riportata la fede e il sentimento religioso ad una visione femminile

dea.jpg (11836 byte)Può una giovane ed avvenente avvocato newyorchese scoprire tutto a un tratto di essere irrefrenabilmente attratta da un’antica religione scomparsa dal Mediterraneo almeno duemila anni fa e consacrare la propria vita ad essa? Evidentemente sì, perché questo è capitato a Phyllis Courot che tra mille peripezie decisamente inconsuete si è avvicinata alla fine degli anni Ottanta alla religione Wicca. Una sorta di contaminazione tra il culto della Grande Madre, la cosiddetta Dea Bianca mediterranea presente nel nostro emisfero prima delle invasioni doriche e un misto tra femminismo e religioni nordiche. Una sorta di magia bianca antropologicamente fondata, capace di recuperare e ricostruire gran parte degli studi sullo sciamanesimo europeo, puntando il dito contro la grettezza della Chiesa cattolica e le cacce alle streghe di ogni secolo.

In questa intervista esclusiva per Nautilus, Phyllis Courot parla della sua visione del futuro. E certo, le suggestioni di un’iconografia dalle reminescenze gotiche avrebbero voluto l’intervistatore con il capo cosparso di cenere in un antro buio con un corvo nero gracchiante. In realtà oltre a dimostrarsi una donna intelligente e affascinante, l’incontro con la Courot avviene sulla terrazza di un albergo romano immerso nel sole di maggio, in occasione della presentazione del libro scritto dalla "sacerdotessa" Il sentiero della dea (Sonzogno, pagg.356).

Avvocato Courot, lei continua ad esercitare la sua professione nel mondo della musica e del cinema nonostante gli impegni come "Gran Sacerdotessa Wicca". E’ forse questo il motivo per cui il suo libro è scritto come un romanzo appassionante?

Il soggetto non è oscuro. E’ pieno di luce, bellezza e di sfide. E’ un sentiero di gioia. La gente ama le storie ed è per questo che ho voluto raccontare la mia vita come un romanzo. Come accadeva nel passato quando alle persone venivano raccontate delle storie per catturare la loro immaginazione e condurle in un viaggio spirituale. La maggior parte della letteratura magica è bidimensionale: una collezione di precetti, regole e informative dettagliate e accademiche, spesso non accessibili dalla gente comune. Non puoi avvicinarti a questa pratica spirituale se non arrivi a capire come ci si sente. Questa non è una spiritualità della mente, ma del cuore. Se io ho fatto questo viaggio dello spirito, tutti lo possono compiere.

E’ molto interessante il recupero filologico del termine strega che lei ha compiuto nel suo libro. Witch = Strega deriverebbe dal termine Wise = Saggio. Il che indica una stretta connessione tra il mondo sciamanico e l’antica religione…

La tradizione cosiddetta magica ha sempre avuto una stretta connessione con la cultura patriarcale come Mosé che divide le acque del Mar rosso con l’aiuto di Dio. Qui non si tratta di avere superpoteri o doni che ti rendano differenti e superiori agli altri esseri umani. Il messaggio della Dea è quello di una profonda comunione con il Divino. Questo è il motivo della grande diffusione di questo culto in Nord America e nel resto del mondo che ha già cinque milioni di adepti. E’ vero: bisogna rimediare ad anni di calunnie come quella dell’associare la magia femminile al satanismo e bisogna anche che la Chiesa riconosca i suoi torti nei confronti delle donne. Le uniche persone che non rispondono bene alle chiarificazioni riguardo tali questioni, sono gli integralisti cattolici, ebrei e musulmani. E non è un caso che le donne di alcuni paesi islamici subiscano quello che le donne europee subirono quattro secoli fa, venendo espropriate del loro diritto all’esercizio della professione medica e a molte altre cose.

Utilizzo il termine ‘strega’ in maniera voluta per costringere il mondo a confrontarsi con la sua misoginia e la sua ostilità nei confronti di noi donne. Gli stupri, le violenze, le perdite del patrimonio e della libertà subite dalle donne nei secoli sono qualcosa di terribile e i responsabili hanno nomi che tutti conosciamo. Come quello di Papa Innocenzo VIII che nel Quindicesimo secolo autorizzò i suoi a usare qualsiasi mezzo per estorcere la confessione delle streghe. La restaurazione del "divino femminile" potrà aiutarci a riequilibrare il rapporto tra uomini e donne nel nostro secolo, nonostante tutti i "fascisti dello spirito" di cui le parlavo prima. Loro credono di essere una maggioranza, ma sono solo, invece, una minoranza.

Lei ha letto i saggi di Robert Graves e Karoly Kereny sulla Dea Bianca e sullo stretto rapporto tra il misticismo orfico e le religioni mediterranee?

Certamente. E’ eccitante trovare tanti studi interessantissimi sul culto della Dea. Molte donne stanno portando avanti – dal punto di vista accademico – una ricostruzione accurata della cultura mediterranea.

Relitti antropologici del culto della Dea sono presenti in molte delle divinità femminili mediterranee e perfino nell’iconografia e nella teologia legate al culto della Madonna. Dal suo punto di vista si è fatta un’opinione su come una religione tanto diffusa nel Mediterraneo possa essere stata letteralmente cancellata dalla storia?

Un po’ per motivi socio economici e un po’ per l’aperto contrasto che nei popoli invasori doveva suscitare il doversi confrontare con una divinità femminile. I loro dei erano maschi, perché la loro vita era radicata in un universo maschile. I matrimoni tra dei e dee furono inficiati dal punto di vista teologico da culture guerriere che relegavano le donne a una funzione di supporto per i loro mariti. Il tempio di Delfi dedicato a Gaia fu poi reso sacro in onore di Apollo, in Egitto il culto di Ra emerse alle spese di quello di Iside, gradualmente la Dea fu sostituita da culti maschili e dalle religioni monoteistiche.

 

Nel ventesimo secolo la condizione femminile è stata migliorata da numerose conquiste di carattere sociale. Eppure in paesi come l’Afghanistan con i Talebani le donne sembrano essere sprofondate nel più buio medioevo…

Se quello che succede là fosse accaduto a qualsiasi gruppo etnico, religioso o politico della comunità globale, il mondo sarebbe già insorto. Poiché accade alle donne, nessuno interviene. Io sono però ottimista per il futuro. Sono certa che ci saranno dei cambiamenti. Spero solo che siano rapidi, però.

Qual è il motivo del "successo" della religione della Dea?

L’idea di un Dio trascendente la nostra realtà non ha funzionato. C’è una crisi religiosa globale che non può essere arginata in maniera dogmatica. Tutti noi cerchiamo qualcosa che ci rende diversi dai fondamentalisti. Dobbiamo riuscire a creare una sorta di Epifania che ci consenta di sperimentare il divino nel nostro mondo e in noi stessi. Noi viviamo in paradiso e non ne siamo stati espulsi. Questa consapevolezza di vivere in stretta connessione con il divino dovrebbe farci cambiare idea riguardo al nostro mondo. Dobbiamo vivere in armonia con gli altri e con il nostro pianeta, lottando per l’ecologia e il rispetto dell’ambiente e delle persone. Noi siamo divinità mascherate e questo ci obbliga a una grande responsabilità nei confronti di noi stessi e del mondo. Ma ci dà anche una grande forza.

Cosa prevede per il futuro? Come evolverà il rapporto tra uomini e donne nel prossimo millennio?

Sempre più uomini si stanno avvicinando alla Dea. Non hanno bisogno di opprimere delle donne per sentirsi bene. Sono dei "femministi". Personalmente propenderei per pensare che molti uomini capiranno sempre più che cosa hanno perso nel momento in cui l’umanità ha voltato le spalle alla Dea. Quello che va bene per le donne, lo è anche per gli uomini. Bisogna ristabilire uno scambio mutuale tra maschi e femmine. Tutti gli eccessi della nostra società derivano dall’assenza di un bilanciamento dovuto alla presenza delle donne. Un recupero di questo aspetto dell’umanità garantirebbe a tutti un futuro migliore, in cui peraltro credo.

m. spa.

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