Attualità Giugno1999
Il
futuro? Si legge nel termometro
Caldo torrido; tempeste e alluvioni;
guerre civili. Ma anche più energia pulita, più telefoni e Internet. E sempre meno
spermatozoi. Sono le analisi del Worldwatch Institute per il Terzo Millennio. Che per la
prima volta in tanti anni ha dovuto correggere i dati all'ultimo momento. Colpa delle
temperature mondiali da record che hanno mandato in tilt tutte le previsioni
A dire il vero ce n'eravamo accorti da soli. Comunque sia, farà
sempre più caldo; tempeste, allagamenti e cicloni devastanti diventeranno la norma;
aumenteranno le guerre locali ma anche l'uso delle energie alternative e pulite. Qualcosa
in calo? Gli spermatozoi nell'uomo, già ridotti alla metà negli ultimi 50 anni. No, non
sono le previsioni dei soliti maghi con elisir portafortuna annesso, ma le analisi del
Worldwatch Institute. Che in base ai dati del 1998 ha pubblicato le sue annuali
osservazioni. Per dirci che tipo di mondo ci aspetta nel Terzo Millennio.
Si chiama "Vital signs 1999: the environmental trends
that are shaping our future" (una cosa tipo "Indicatori fondamentali 1999: le
tendenze ambientali che caratterizzeranno il nostro futuro"). Un'analisi che però,
per la prima volta, è stata "corretta" all'ultimo minuto. Come ha spiegato
Lester Brown, il presidente del Worldwatch: "Il '98 è stato un anno fuori quota.
L'aumento della temperatura media della Terra (che tutto
sembra indicare come una tendenza a medio-lungo termine e non un episodio isolato: ndr) ha
letteralmente stravolto i parametri che abbiamo usato per anni nei nostri rapporti".
Infatti le temperature record, causando un netto aumento dell'evaporazione con conseguenti
super precipitazioni e tempeste, hanno mandato in tilt anche altri indicatori. Esempio: se
nel 1996 i danni per cicloni, alluvioni e simili ammontavano nel mondo a 60 miliardi di
dollari, nel 1998 sono schizzati a 92 miliardi di dollari (poco meno di 180 mila
miliardi).
Altro dato: l'anno scorso le follie meteorologiche hanno
costretto qualcosa come 300 milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Come se
l'intera popolazione europea si fosse trovata improvvisamente a vivere sotto
le tende e con i piedi in ammollo. La maggior parte di queste popolazioni vivevano in Cina
(l'alluvione del fiume Yangtze), in Bangladesh e in India orientale. Al resto hanno
pensato i due uragani più catastrofici del secolo, Mitch e Georges, che hanno spazzato
Caraibi e Centroamerica.
Non c'è solo il troppo caldo, comunque. A mostrare la
spiacevole tendenza a crescere sono anche le guerre. Dopo un confortante declino negli
ultimi 5 anni, ecco che il numero di conflitti armati nel mondo è passato in un anno da
25 a 31. Quasi tutti sono conflitti interni o guerre civili fra i Paesi del Terzo Mondo,
con l'eccezione della guerra in Kosovo.
Non mancano però gli aumenti benefici. Come ad esempio nell'uso
delle fonti alternative di energia, come quella eolica o solare. Mentre dal 1990 al 1998
l'espansione nello sfruttamento di queste fonti pulite cresceva del 22% l'anno (vento) e
16% (sole), quello degli idrocarburi (petrolio, olii, benzine) arrivava solo al 2%. E per
il carbone la cifra è zero. Il problema, caso mai, è che gran parte dei megawatt
prodotti con il vento sono concentrati in una manciata di Paesi (Usa, Germania, Spagna,
Danimarca, India). Idem per l'energia solare, cresciuta del 21% nel '98 e dove compare
anche l'Italia con circa 10 mila impianti a pannelli solari.
Settore alimentare: qui si deve affrontare un paradosso. Il
prezzo del grano è sceso al punto più basso degli ultimi 20 anni. Motivo: la crisi
economica dell'Asia e soprattutto il massiccio ricorso
all'irrigazione artificiale in India e Cina. Che nasconde però un'insidia: subito la
produzione è aumentata, ma visto che l'acqua viene pompata a gran ritmo dalle falde
acquifere, quando fra breve saranno esaurite gli agricoltori saranno costretti a dimezzare
le irrigazioni. E tutto tornerà come prima. Quanto alla carne, è dagli anni '90 che la
produzione di carne bovina stagna. E cresciuta invece quella del pollame e del pesce.
Anzi, con il suo 12% di crescita annuale, l'acquacoltura si sta imponendo come una delle
maggiori risorse di proteine animali. Tanto che nel 1998 era già più della metà della
produzione mondiale di carne bovina.
Cambiamo argomento. Uno dei grafici destinati a sfondare la
pagina riguarda le comunicazioni. Infatti l'anno scorso il numero di telefoni, cellulari e
collegamenti Internet ha fatto il botto. I primi sono passati dai 741 milioni del '96 ai 781
del '98; i cellulari addirittura da 144 milioni a 214 in 12 mesi; infine le linee
collegate a Internet sono aumentate nel '98 di 43 milioni. Questo significa che oggi al
mondo ci sono 147 milioni di persone collegate fra loro via Web (Usa in testa con circa 80
milioni di utenti, poi staccati Giappone, Gran Bretagna e Germania). Esponenziale,
nonostante la censura, la crescita di Internet in Cina che ha raddoppiato in un anno
arrivando a 1,6 milioni di utenti.
Una curiosità: la produzione di sigarette per persona è
in calo. Il 2% del 1998 sembra poco, ma è da anni che la curva scende. Il rapporto del
Worldwatch Institute sottolinea tra l'altro il momento no delle multinazionali Usa del
tabacco: basta vedere all'accordo da 251 miliardi di dollari raggiunto con il governo
degli States per sanare le spese mediche legate alle malattie da fumo. Malattie che
costano qualcosa come 3 milioni di morti l'anno.
Poi c'è l'Aids. Argomento controverso in Occidente, dove
si parla di curva piatta nelle infezioni e di calo della mortalità, non lo è
in alcuni Paesi africani. Dove dal 18 al 25% della popolazione è sieropositiva all'Hiv.
In particolare Botswana, Namibia, Swaziland, Zambia e Zimbabwe nei prossimi 10 anni
potrebbero perdere per l'Aids da un quinto a un quarto della popolazione adulta.
L'Aids in più influenza anche il calo mondiale della
natalità. Un calo che ha costretto gli esperti in demografia a modificare le previsioni,
togliendo almeno 500 milioni di persone dal numero ipotizzato per il 2050. Due terzi di
questo declino è legato alla scarsa fertilità, ma almeno un terzo va attribuito, come si
accennava prima, all'alta mortalità da Aids nell'Africa sub-sahariana.
Infine il maschio umano del Terzo Millennio dovrà
confrontarsi con il mistero degli spermatozoi scomparsi. Infatti nei paesi Occidentali
(Usa ed Europa) il numero di spermatozoi si è dimezzato dal 1940 ad oggi, passando
dai 120 milioni di cellule per millilitro dei nostri padri ai miseri 50 milioni pro capite
del 1998. Che si tratti di mistero è indubbio, anche se una spiegazione l'hanno tentata:
l'ipotesi della "rottura endocrina". E cioè la presenza di sostanze
simil-ormonali nell'ambiente, che imitano l'azione degli estrogeni femminili, presenti in
molte plastiche, pesticidi e inquinanti industriali e che alterano le capacità
riproduttive dell'uomo. Solo che appena qualche mese fa gli autori di una delle ricerche
più convincenti sull'argomento hanno fatto marcia indietro, ammettendo un grave errore
nei dati. Insomma addio certezze e addio spermatozoi. Tanto gli anni 2000 saranno anche
quelli del seme e degli embrioni congelati, delle fecondazioni artificiali e (ma si...)
della clonazione. E dei maschi inutili.
Alessandro Mognon |