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redarrowleft.GIF (53 byte) Attualità Giugno1999

Un tuffo in Europa

Se l'Europa unita è per gli uomini una realtà ancora in formazione, i fiumi già da millenni non fanno caso ai confini. Tanto meno le falde sotterranee dalle quali si forniscono i nostri acquedotti. Ecco perché la Comunità Europea è impegnata già dagli anni Settanta nel monitoraggio delle acque per la prevenzione dell'inquinamento. Compreso quello dei mari e delle spiagge

spiaggia.jpg (18266 byte)I risultati sono confortanti. Quasi il 95% delle acque di balneazione lungo le coste europee soddisfano le caratteristiche minime richieste dalle direttive europee. Ma è stata soprattutto la qualità delle acque interne a migliorare negli ultimi anni, arrivando a soddisfare le prescrizioni nella quota dell'85%. Questo sedicesimo rapporto sulle zone di balneazione in Europa ha preso in considerazione 13 mila 218 spiagge marine e 6004 tra laghi e fiumi.

La qualità delle acque lungo le coste è cresciuta in percentuali quasi irrilevanti. Hanno raggiunto la più alta percentuale ottenibile in accordo con le direttive: quasi il 95% delle acque costiere dell'Unione europea soddisfa le caratteristiche minime richieste. Mentre, per soddisfare i più severi valori-guida, devono essere compiuti ancora notevoli sforzi: solo l'84% delle acque rispetta questo elevato standard qualitativo.

Per quanto riguarda le acque costiere, contrastano con i risultati nel loro insieme incoraggianti alcuni risultati singoli, che le condizioni climatiche, soprattutto le pesanti piogge, rispecchiano.

In Germania i risultati sono rimasti invariati rispetto all'anno precedente, mentre in Francia e Olanda sono stati registrati considerevoli passi avanti. Vengono considerati responsabili per questo risultato gli organi preposti alla conservazione delle acque.

In Grecia, Spagna e Italia i risultati sono uguali o impercettibilmente superiori a quelli della stagione balneare 1997. Il Portogallo aveva presentato negli anni passati una costante progressione, mentre ora sembra aver raggiunto un punto di stallo alla percentuale di acque concordanti con le caratteristiche richieste del 90%. La Finlandia e la Svezia evidentemente hanno in pratica trascurato le direttive: in entrambi i paesi viene soddisfatto meno del 90% delle caratteristiche richieste. I risultati riguardanti le acque interne sono decisamente migliori. Durante le stagione 1996 un terzo delle acque tenute sotto controllo non era stato approvato, mentre oggi più dell'86% delle acque interne soddisfa le caratteristiche richieste.

Per avere maggiori dettagli è possibile visitare il sito della comunità europea dove si trova anche un atlante dettagliato con le informazioni relative ai singoli stati europei e poi, a scalare, le singoli regioni e province: http://europa.eu.int/water/cgi-bin/bw.pl

Per quanto riguarda l'Italia sono disponibili nel sito del ministero della sanità, alcune pagine con la descrizione delle località dove è vietata la balneazione per inquinamento o altre ragioni: http://www.sanita.it/balneazione/

Nell'insieme Ritt Bjerregaard, membro della commissione europea per l'ambiente, ha giudicato i risultati incoraggianti nell'impegno di migliorare la qualità delle acque. Ha fatto appello agli stati membri perché continuino i loro sforzi mirando al raggiungimento dei severi valori-guida.

Tatiana Tartuferi

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