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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Aprile 1999


La Cinecittà amara di Pietrangeli

Dopo i capolavori neorealisti dei De Sica, Visconti, Germi e Maselli ora l'associazione Philip Morris ha restaurato una pellicola di Antonio Pietrangeli del 1965. Così "Io la conoscevo bene", ritratto agro-dolce della Roma crudele e senza scrupoli che girava attorno al mondo dello spettacolo, torna a nuova vita. Assieme ad una giovane e brillante Stefania Sandrelli

Io la conoscevo bene 00_p.jpg (10624 byte)L'Associazione Philip Morris Progetto Cinema è nata nel 1991 con l'intenzione di promuovere lo sviluppo della cinematografia italiana e di conservare il grande patrimonio visivo del nostro cinema. Sotto il coordinamento di Alessandra Giusti, il comitato direttivo dell'Associazione annovera i nomi di grandi personalità del nostro cinema tra cui il regista Giuseppe Tornatore, recentemente insignito di ben quattro nastri d'argento per la sua ultima fatica La leggenda del pianista sull'Oceano, il produttore Vittorio Cecchi Gori, lo storico e critico cinematografico Lino Micciché e il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno, pedina fondamentale nell'aspetto forse più meritorio del lavoro di questa Associazione, ovvero il restauro dei film.

A fronte di un patrimonio di migliaia di pellicole in stato di completo abbandono, l'Associazione Philip Morris Progetto Cinema ha restaurato ben dieci pellicole in meno di otto anni. Tra queste ricordiamo La terra trema, capolavoro neorealista di Luchino Visconti, Sciusciá, che valse a Vittorio De Sica il primo Oscar italiano, Signore & Signori di Pietro Germi e Gli sbandati di Francesco Maselli. Tutti film che hanno fatto la storia del nostro cinema e che dopo un accurato restauro del negativo possono essere restituiti alla visione da parte del pubblico in occasioni come Festival e rassegne, o nelle cineteche nazionali.

Io la conoscevo bene 02.jpg (11316 byte)E l'ultimo film salvato dalla meticolosa opera di distruzione operata dal tempo è Io la conoscevo bene del 1965, pellicola dall'andamento agro dolce, dove il regista Antonio Pietrangeli ha seguito in maniera pressoché perfetta la dolorosa e tragica parabola discendente di Adriana, giovane attricetta interpretata da una stupenda Stefania Sandrelli, che venuta a Roma con il mito di quella "Hollywood sul Tevere" che ai quei tempi era Cinecittà, si ritrova, invece, in un mondo fasullo abitato da personaggi senza scrupoli e spesso crudeli. Raggirata e conscia del proprio stato, la ragazza finisce con il suicidarsi. Nel cast erano presenti Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Enrico Maria Salerno e Mario Adorf.

"Ogni film merita di essere restaurato, ma credo che per quanto riguarda Antonio Pietrangeli, il restauro sia qualcosa di ancora più dovuto. Io la conoscevo bene rende perfettamente l'atmosfera che si respirava in quegli anni" - dice Giuseppe Tornatore - Ho l'impressione, infatti, che di questo autore il nostro cinema si sia un po' dimenticato".

Non troppo d'accordo con il regista di Nuovo cinema paradiso è il critico Lino Micciché, che afferma "Antonio Pietrangeli è un caso molto particolare per il nostro cinema. Oltre essere stato un grande critico che - a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta - si è occupato con passione di Visconti, di Rossellini e degli inizi del neorealismo, Pietrangeli è stato un grande regista che ha saputo coniugare delle grandi idee a una commedia di stampo popolare, che facilmente raggiungeva un grande pubblico. C'è moltissimo materiale su Pietrangeli raccolto in un archivio a Cesena ed è certamente un autore che va studiato e ricordato per la sua grande originalitá..".

Ettore Scola, amico e autore di numerose sceneggiature insieme al regista scomparso tragicamente nel mare di Gaeta nel 1968 a causa di Io la conoscevo bene 04.jpg (16300 byte)un incidente durante la lavorazione di Come, quando, perché, uscito postumo e senza la firma del regista nel 1969, ricorda Pietrangeli annotando la sua grande sensibilità verso il mondo femminile: "In un cinema dominato dai ruoli maschili dove i Sordi, i Manfredi, i Mastroianni e i Gassman, la facevano da padrone, Pietrangeli era interessato principalmente dai ruoli femminili. Stefania Sandrelli è stata un'attrice che ha potuto constatare di persona la grande importanza che Pietrangeli dava alle donne nei suoi film, che - fino ad allora - erano state considerate solo per ruoli d'appoggio ed erano state solo prostitute, madri, sorelle, mogli, ma mai protagoniste vere e proprie di una storia."

Annotazione interessante quella di Scola, che emerge in maniera latente anche dalla cinematografia di questo grande autore. Film come Fantasmi a Roma, La visita, La parmigiana, Adua e le compagne e Lo scapolo hanno tutti grandi interpreti donna e la storia ruota comunque su tematiche molto vicine a una sensibilità femminile. Anche Tornatore è d'accordo su questo punto, definendo quello di Adriana/Stefania Sandrelli come "uno dei piú riusciti e piú bei personaggi del nostro cinema". Un interessante e curioso ritratto di suo padre Antonio ce lo dà Paolo Pietrangeli, autore di canzoni indimenticabili come Contessa, regista de Il Maurizio Costanzo Show che qualche anno fa aveva pensato di girare un remake di Io la conoscevo bene. "Mio padre non era una figura lineare, ogni volta che usciva un suo film era come una lotta privata tra lui e quelli che scrivevano di lui. I critici che spesso - soprattutto per loro demerito - non capivano le sue opere. Ci soffriva molto, arroccandosi nel suo studio al piano superiore dove sono passati per anni autori come Ennio Flaiano e Pier Paolo Pasolini che - solo in seguito - io ho capito avere fatto la storia della nostra cultura e del nostro cinema. E' morto a soli quarantanove anni. Un vero peccato, perché a questa età si viene considerati ancora come dei giovani registi. Avrebbe ancora potuto dare molto al nostro cinema".

Io la conoscevo bene 05.jpg (12504 byte)Per quanto riguarda la lavorazione di Io la conoscevo bene Pietrangeli Jr. ricorda solo la meraviglia del padre ogni volta che parlava di Stefania Sandrelli e della sua grande bravura come attrice: "Eravamo tutti innamorati di Stefania". Taglia corto il cantautore. Turi Vasile, produttore del film, ha lo stesso rammarico di Paolo Pietrangeli: "Quando mi volto indietro alla mia collaborazione con Antonio non penso tanto ai film che abbiamo fatto, ma a tutti quelli che abbiamo lasciato nel cassetto a causa della sua scomparsa. Un dolore e una ferita che ancora oggi non sono stati sanati del tutto".

Una piccola curiosità è che all'epoca non esisteva la presa diretta e che la Sandrelli fu doppiata da Adriana Asti: questo costò alla protagonista di Sedotta e abbandonata la mancata vittoria di un Nastro d'Argento, peraltro vinto quest'anno con La cena di Scola. Ma qual è il mistero che si cela dietro a questo mancato doppiaggio? "Nessun mistero, è solo che dovevo correre da Gino Paoli che mi voleva a casa..." Risponde sorridendo la Sandrelli. E Pietrangeli che era così meticoloso nel lavoro la lasciò andare via così? "Certo - dice ancora la bellissima Stefania Sandrelli - Io gli ho detto: 'Ho da fare, il film l'ho fatto nonostante Gino non volesse, vedetevela un po' voi...".

Marco Spagnoli

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