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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Aprile 1999


FILM APRILE 1999

Arlington Road {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Jeff Bridges - Tim Robbins - Joan Cusack - Hope Davis Sceneggiatura Ehren Kruger Regia Mark Pellington Anno di produzione 1999 Distribuzione MEDUSA Durata 118’

Arlington Road.jpg (8603 byte)Caduto il tradizionale nemico sovietico, gli sceneggiatori hollywoodiani sperimentano il filone del terrorismo interno con migliore fortuna rispetto ai precedenti disastrosi tentativi Attacco al potere e Codice Mercury. In questo affascinante e potente Arlington road il regista Mark Pellington ricalca un po' le tracce di quelli che furono i migliori film di Hithcock con un film dall'alta tensione, che non è mai scontato.

Jeff Bridges è molto convincente nel ruolo di un professore universitario, vedovo di un'agente dell'FBI morta in azione, che si convince progressivamente che il suo vicino è un terrorista. Ma è grazie a Joan Cusack e a un enigmatico Tim Robbins che Arlington Road risulta essere una pellicola con una marcia in più. Girato in maniera molto iARLINGTON1.JPG (13773 byte)ntensa, con i ritmi tipici del thriller portati alle loro massime conseguenze, Arlington Road ci sorprende proprio per la sua originalità e per un andamento dove - nonostante qualche fisiologica caduta di tono - mai banale e prevedibile.

Un film davvero notevole dove i temi classici del genere thriller sono coniugati abilmente con i ritmi di una cinematografia moderna per la realizzazione di un prodotto di grande efficacia e intelligenza.

Un tè con Mussolini {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Cher - Joan Plowright - Judi Dench - Massimo Ghini - Maggie Smith - Lily Tomlin Sceneggiatura John Mortimer e Franco Zeffirelli Regia Franco Zeffirelli Anno di produzione 1999 Distribuzione MEDUSA Durata 117’

Un té con Mussolini.jpg (32774 byte)La rassicurante e antistorica idea che fino al 1935, Benito Mussolini fosse stato un "gentleman" che faceva arrivare i treni in orario è lo sfondo su cui Franco Zeffirelli ha ambientato la versione cinematografica e romanzata delle sue memorie intitolata Un tè con Mussolini. Pellicola grottesca e macchiettistica, il film racconta la storia di un gruppo di donne appartenenti alla comunità britannica a Firenze e le segue nel decennio che va dal 1935 al 1945, mostrandone le vicissitudini e le difficoltà con il regime fascista, diventato tutto a un tratto nemico degli stranieri e in particolare degli inglesi. Partendo dal presupposto manicheo che da un lato ci sono i buoni, gli inglesi, le donne, gli intelligenti e dall’altro ci sono i crudeli, gli italiani, gli stupidi, i tedeschi e i maschi, Zeffirelli esalta la superiorità britannica, utilizzando un cast interamente composto da attrici di lingua inglese di grande importanza come Judi Dench e Joan Plowright, riservando alla cantante e attrice Cher il ruolo della ricca americana ebrea di buon cuore. Se al film giovano le grandi trovate di un gruppo di interpreti assolutamente strepitoso, la versione semplicistica dei ricordi del grande regista porta a delle spiacevoli sviste storiche dove - in un gusto più simile ai film comici di guerra hollywoodiani anni Sessanta - tutto è enfatizzato e caricato al massimo grado. Un tè con Mussolini assomiglia più a un alibi per raccontare la divertente e verosimile storia di questo gruppo di zitellone inglesi innamorate dell’Italia che per fare un film sulla vita degli stranieri nostro paese in quegli anni. Insomma, da vedere e dimenticare come una commedia qualsiasi e non un film di autore colto e raffinato come Zeffirelli.

Muzungu {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Giobbe Covatta – Paolo Maria Veronica – Emanuela Grimalda – Flavio Bucci – Dodi Conti – Felice Andreasi Sceneggiatura Giobbe Covatta - Paola Catella – Vincenzo Salemme – Carlo Mazzotta Regia Massimo Martelli Anno di produzione 1999 Distribuzione MEDUSA Durata 100’

Muzungu.jpg (18440 byte)Giobbe ha scritto per il grande schermo insieme a sua moglie Paola, a Carlo Mazzotta e a Vincenzo Salemme, un film che parla della tenue normalità che vivono gli abitanti di un villaggio del Continente Nero e dello sforzo dei missionari per salvare - ogni giorno - le vite di vecchi, donne e bambini, fiaccati dagli stenti e a contatto con i mille rischi di un’esistenza senza certezze. E Muzungu è un film divertentissimo che sembra riallacciarsi - almeno idealmente - a pellicole come Riusciranno i nostri a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa o Finché c’è guerra, c’è speranza in cui un grande Alberto Sordi riuniva la commedia all’italiana con la denuncia sociale più corrosiva. Altrettanto ha fatto Giobbe, regalandoci una farsa divertentissima che, però fa anche pensare. E molto. Cinematograficamente ineccepibile, il film diretto da Massimo Martelli (un plauso anche all’umiltà dell’attore napoletano, che non ha mai pensato di dirigere Muzungu) è un continuo succedersi di situazioni comiche in cui Giobbe tira fuori le doti del grande istrione. Lavorando ottimamente con gli altri interpreti del film, il comico tarantino di nascita, ma partenopeo di adozione ha saputo creare una pellicola omogenea che oltre a costituire un buon film dal punto di vista strettamente cinematografico, rappresenta una speranza per il nostro cinema. Che prefiguri, ovvero, un recupero dell’aspetto sociale del nostro cinema, mescolato a uno humour divertentissimo e irresistibile.

 

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