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 COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori URL: http://www.aduc.itmailto aduc.it{Sostituisci con chiocciola}aduc.itTel.055290606 - 0552302266

 

Premio Möbius Città di Lugano

UNO SBOCCO INTERNAZIONALE PER IL MULTIMEDIA DI LINGUA ITALIANA

Al nastro di partenza la terza edizione del Premio Möbius Città di Lugano, attribuito a prodotti multimediali in lingua italiana destinati alla distribuzione nel corso del 1999 e iscritti alle tre categorie: Scienza, Tecnica e Medicina; Cultura, Arti e Lettere; Educazione e Formazione permanente. 
Il bando del Premio, promosso come di consueto dalla Città di Lugano e dalla Televisione Svizzera, scadrà il 28 febbraio. Gli editori interessati possono presentare la propria candidatura per una o più opere già finite o in fase di avanzata realizzazione.
La novità di quest'anno è rappresentata dal concorso cd-web, un riconoscimento attribuito alla migliore integrazione fra cd-rom e relativo sito Internet. Le nomination saranno rese note il 26 marzo a Milano, ore 11, al termine della fase di preselezione, nel corso della conferenza stampa annuale ospitata dalla Camera di Commercio Svizzera in Italia.  I vincitori potranno concorrere al Prix Möbius International, che si disputa ogni anno a Parigi, in qualità di rappresentanti esclusivi dell'area linguistica italiana. La loro proclamazione avrà luogo il 15 maggio al Palazzo dei Congressi di Lugano, a conclusione di una rassegna di due giorni (14-15 maggio), durante la quale i titoli interattivi selezionati saranno mostrati in contemporanea al pubblico e alla giuria.  Ai premiati verrà conferito inoltre il "nastro d'oro Möbius Lugano", mentre ogni prodotto preselezionato per la fase finale riceverà un diploma d'onore.  Per candidare i propri prodotti è necessario inviare entro e non oltre il 28 febbraio 1998 al Premio Möbius Multimedia Città di Lugano - c/o Televisione Svizzera - c.a. Laura Urio - CH 6949 Comano (Lugano), la seguente documentazione: una descrizione sintetica del prodotto (da 600 a 800 caratteri, testo descrittivo), 2 copie del cd-rom definitivo o in stato avanzato di realizzazione, una diapositiva ed altri eventuali materiali fotografici, a stampa, ecc. relativi al prodotto, la scheda di candidatura compilata in tutte le sue parti, l'impegno firmato del responsabile dell'edizione

. Per ricevere la domanda di partecipazione e per ulteriori informazioni, tel + 41 91 8035214 e e-mail: laura.urio{Sostituisci con chiocciola}rtsi.srg-ssr.ch

Contatti Stampa: MediaConnecting Srl Settore Comunicazione
tel. + 39 0258319587
info{Sostituisci con chiocciola}mediaconnecting.com

 

 

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AEROPORTI: IL DECRETO DI LIBERALIZZAZIONE NON LIBERALIZZA. L'ADUC RICORRE ALL'ANTITRUST E ALLA COMMISSIONE EUROPEA.

Il decreto di liberalizzazione dei servizi di assistenza a terra degli aeroporti, emanata dal Governo, e', a parere dell'Aduc, in contrasto con la direttiva comunitaria 96/67, sull'accesso al mercato dei servizi di assistenza e con le norme sulla concorrenza e il mercato, previste dalla legge 287/90. Per questi motivi - dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc - abbiamo deciso di ricorrere alla Commissione concorrenza dell'Unione europea e all'Autorita' garante della concorrenza e del mercato (Antitrust). Il decreto legislativo, n.18/99, prevede, infatti: a) la limitazione al numero di prestatori di servizi di assistenza a terra, il che determina vantaggi concorrenziali per gli enti di gestione degli aeroporti, non riconosciuti dalla direttiva comunitaria; b) la richiesta, da parte dei gestori aeroportuali, di corrispettivi per l'utilizzo delle infrastrutture aeroportuali, che non appaiono essere connessi all'uso e ai costi di gestione e non devono quindi rappresentare delle royalties, che vanno a compensare il cessato guadagno, conseguente alla liberalizzazione dei servizi; c) la demagogica tutela dei livelli occupazionali, cioe' l'imposizione di assorbire la manodopera eccedente, il che disincentiva l'ingresso nel mercato di nuovi operatori; d) la limitazione all'autoassistenza, cioe' alla possibilita' per i vettori di svolgere i servizi di assistenza a terra in autoproduzione. Il decreto cosi' strutturato - conclude Mastrantoni - costituisce una restrizione della concorrenza ed e' in contrasto con la liberalizzazione del mercato dei servizi di assistenza a terra. Per questi motivi abbiamo deciso di ricorrere alle Autorita' garanti in sede comunitaria e nazionale.

 

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 E' UN CARROZZONE CHE PRENDE SOLDI PUBBLICI PENALIZZANDO AUTOMOBILISTI E CONTRIBUENTI

Ieri abbiamo inviato alle Corte dei Conti delle varie Regioni che hanno stipulato convenzioni con l'Aci per la riscossione dei bolli auto, la richiesta di bloccare queste convenzioni, perche' tutti i cittadini, anche non automobilisti, con i soldi pubblici pagano l'Aci per questo servizio, mentre chi paga alle Poste o in tabaccheria paga direttamente l'esattore; e abbiamo anche chiesto alla magistratura se in questo non ravveda violazione del diritto costituzionale di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Le notizie di oggi sul cosiddetto "bollo pazzo" confermano che siamo in presenza di un'organizzazione che non e' assolutamente in grado di onorare gli impegni che prende: quando aveva la convenzione nazionale, con errori di trasmissione dei dati alle Finanze, ha dato un buon contributo all'aumento di errori nelle cartelle esattoriali. "Poiche' tutto, come sempre, viene fatto pagare al contribuente, occorre intervenire radicalmente, sospendendo anche quelle convenzioni che le Regioni hanno fatto nel frattempo". Cosi' il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito. "Visto che c'e' il forte sospetto che l'Aci abbia una notevole responsabilita', tant'e' che e' stata inviata un'indagine amministrativa, non si capisce perche' si debba aspettarne la conclusione, e correre il pericolo che nei prossimi anni ai contribuenti arrivino altrettante cartelle di chiarimento come in questi giorni. La sospensione cautelativa e' dovuta, perche' si eviterebbero ulteriori errori e gli utenti, tra l'altro, non sarebbero sguarniti del servizio, perche' le tabaccherie e le Poste espletano identica funzione. Abbiamo su questo sollecitato il ministero delle Finanze.

 

 

 

 

 

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