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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte Marzo 1999 (a cura di Giovanna Grossato)

APPUNTAMENTI D’ARTE (II)

AOSTA – ARTE

kand1.jpg (9563 byte)bazz.jpg (7911 byte)

 

 

 

 

 

 

 

squill.jpg (8862 byte)Il capoluogo dell’omonima regione Autonoma apre il 1999 con una serie di iniziative di grande interesse ed originalità che rimarranno aperte al pubblico fino ad aprile. Si tratta di una rassegna-saggio sull’Avanguardia Russa e la musica, raccolta nel Centro Saint-Bénin; di una monografia sul pittore espressionista toscano Remo Squillantini, collocata all’interno degli spazi espositivi della Tour Fromage; di un’antologica a temi del lombardo-veneto dell’Ottocento italiano, Leonardo Bazzaro al Museo Archeologico di piazza Roncas, della quale si parlerà nel numero di aprile.

 

"Kandinsky e i suoi contemporanei 1900-1920. Musica e colore, ritmo e spazio" (12 dicembre – 6 aprile)

La mostra, che indaga i rapporti tra pittura e musica nella Russia dell’inizio del XX secolo, è aperta fin dal 28 gennaio nel Centro Saint-Bénin, nel cuore antico della città. Essa nasce dalla collaborazione tra la Regione Autonoma Valle d’Aosta e il Museo delle Arti di Kazan, il Museo Ostwall di Dortmund, la Fondazione Schönberg di kand_p.jpg (15380 byte)Vienna e, in modo particolare, con il Museo di Stato Russo di S.Pietroburgo la cui vice direttrice Eugenija Petrova, ne è stata la curatrice, traducendo in evento espositivo quanto aveva raccolto nei suoi studi attorno al tema della profonda relazione intercorrente tra la pittura dell’Avanguardia Russa e la musica coeva.

Molti pittori appartenenti a questa corrente, Malevich, Matiuschin, Zavlescki, Kulbin, Ekster, Puni, oltre, naturalmente a Kandinsky, erano, infatti, anche ottimi musicisti, mentre i compositori Schönberg e Filonov amavano la pittura ed erano soliti dipingere. Le 70 opere presenti nella rassegna, delle quali ben 25 sono di Wassily Kandinsky, raccontano con grande evidenza come il sodalizio tra questi artisti avesse come obiettivo comune quello di sperimentare "assonanze e dissonanze" tra musica e pittura, di maturare una ricerca estetica che li portò a raggiungere risultati molto simili pur nei due differnti linguaggi.

E’, infatti, facile rintracciare nei dipinti astratti di Kandinsky i temi musicali delle opere di Stravinskij e Prokof’ev, così come le musiche di shonberg_p.jpg (7769 byte)Arnold Schönberg, padre della dodecafonia, "evocavano associazioni con il colore e la forma sui quali prendeva corpo la plasticità del linguaggio pittorico". "L’aritmia musicale, l’ampia gamma delle soluzioni tonali proprie dei compositori dell’inizio del Novecento, avevano un corrispondente nelle ricerche pittoriche delle correnti postfuturiste".

Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Giorgio Mondadori, chiarisce i termini della questione con i testi critici a cura della già citata Eugenija Petrova, di Vladimir Gusev, direttore del Museo di Stato Russo di S.Pietroburgo e di Christian Meyer, direttore del Centre Arnold Schönberg di Vienna.

"Remo Squillantini. Antologica" (6 dicembre – 6 aprile)

squill2_p.jpg (9588 byte)E’ il titolo della mostra curata da Paolo Levi in collaborazione con la Regione Autonoma Valle d’Aosta negli spazi espositivi della Tour Fromage. Essa testimonia, con circa 34 opere del pittore toscano (1920-1996), gli ultimi 25 anni della sua attività. E’ tra il 1970 e il 1996, infatti, nella pienezza della maturità che egli si era dedicato alla pittura intesa nel senso pieno ed autonomo dell’espressività comunicativa, dopo aver svolto una brillante carriera di illustratore.

L’ironia espressionista di Squillantini si dispiega con vigore nella rappresentazione dei più caratterizzati "tipi", spesso narrati in contesti cari agli impressionisti, a Cézanne o agli Espressionisti tedeschi della Neue Sachlichkeit.

Paolo Levi che, oltre a curare la mostra è anche l’autore del testo critico del catalogo edito da Giorgio Mondadori, vi cita uno scritto su Squillantini di Mino Maccari il quale afferma anche che i ptotagonisti dei dipinti di Squillantini "sono i degni eredi dei personaggi di Giuseppe Giusti, per non risalire fino a Giovenale". Figure che offrono una visione disincantata della realtà sia che il mondo cui appartengono sia quello del calcio, piuttosto che quello dei suonatori di jazz o dei borghesi che giocano a carte.

squill1_p.jpg (15256 byte)La "toscanità" dell’artista affiora, poi, nella frequentazione naturale, "osmotica" con Giotto e con Piero della Francesca, suoi maestri e conterranei, ma anche dal fatto che a Stia, paese in provincia di Arezzo nel quale Squillantini vide la luce nel 1920, è anche il luogo in cui venne esiliato Dante ghibellino e dove, come afferma il pittore stesso "nasce l’Arno e nasce l’arte".

Sulla sua pittura, perennemente in bilico tra la poesia e l’ironia, il divertimento e l’amarezza è, come avrà ad affermare Franco Solmi "morbidamente capace di effondere veleni", in grado di "suscitare gaiezze di riscoperti erotismi" e di "comunicare una vibrazione al sogno, fatto alchemicamente di gioventù, di disfacimenti e di dolcezze".

 G.G.

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