Vai al numero precedenteVai alla prima paginaVai al numero successivo

Vai alla pagina precedenteVai alla prima pagina dell'argomentoVai alla pagina successiva

Vai all'indice del numero precedenteVai all'indice di questo numeroVai all'indice del numero successivo
Scrivi alla Redazione di NautilusEntra  in Info, Gerenza, Aiuto
 
redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Febbraio 1999
 

Al maresciallo Rocca piace il cinema

E' uno degli attori italiani più versatili: grande in teatro e nella fiction tv, non ha però raccolto quanto sperava davanti alla cinepresa. Anche se ha lavorato con Monicelli e Sofia Loren. Ma ora Gigi Proietti rilancia la sua candidatura per il grande schermo

 

Proietti_p.jpg (11592 byte)Gigi Proietti è uno dei più grandi mattatori della nostra scena teatrale. Simpatico, affascinante e molto bravo è un interprete che riesce a dare il meglio di sé sia nella fiction televisiva che al cinema e in teatro. Dopo i successi del Maresciallo Rocca, l’attore è in Panni sporchi di Mario Monicelli un professore gay, unica figura positiva di una famiglia industriale piena di vizi e pregiudizi.

Proietti, ma perché lei ha fatto così poco cinema nella sua carriera ?

È una domanda che mi faccio anche io e cui non so rispondere. Alle volte mi chiamavano per dei ruoli esagerati e "sopra le righe", poi leggevo le recensioni e scoprivo che ero "troppo sopra le righe ed esagerato". "Ma come - dicevo io - mi chiamavano apposta per un ruolo sopra le righe!". Uno strano destino, il mio...

Come si è trovato nel nuovo film di Monicelli ?

Un’ottima esperienza, divertente. Ho passato una settimana sul set con Mario e ci siamo divertiti come una volta.

Come ai tempi di Brancaleone ?

Sì, anche come ai tempi del film La mortadella che girammo in America con Sofia Loren e di cui nessuno tra critica e pubblico si è mai accorto.

E del doppio ruolo in Brancaleone alle crociate ?

Sì, io ero sia il peccatore che la Morte. Solo che nel secondo ruolo nessuno mi ha mai riconosciuto. Avevo una maschera sotto cui grondavo di sudore nel deserto. Mi sono detto "Ma che ci vado a fare nel deserto, se tanto nessuno mi riconosce...".

Betrand Tavernier - dopo La figlia di Dartagnan - ha detto che lei è una delle più grandi risorse del nostro cinema e che non capiva perché lei è stato sfruttato così poco...

Non so perché sia accaduto, ma è andata proprio così. Devo essere sincero: non ho ricevuto proposte e quindi non è stata una mia scelta. Anche per la televisione è capitato qualcosa del genere, dicevano: "Proietti non buca...". Poi è capitato di avere "bucato" e oltre al teatro mi sono dedicato alla fiction. Non le nascondo che mi piacerebbe iniziare anche una carriera cinematografica, seppure tardiva.

Quali sono i suoi progetti futuri ?

Per il momento non sto facendo niente. Riprenderò il mio Prove per un recital la prossima primavera e in estate girerò la fiction de L’avvocato Porta per Mediaset.

m.s. 

np99_riga_fondo.gif (72 byte)

                                           Copyright (c)1996 Ashmultimedia srl - All rights reserved