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redarrowleft.GIF (53 byte) Tecnologia Febbraio 1999

L'abat-jour in orbita

Il 4 febbraio scorso la stazione orbitante russa Mir doveva inaugurare il "giorno artificiale". Aprendo nello spazio uno specchio da 25 metri per illuminare le zone buie della Terra con l'intensità di dieci lune piene. Invece la grande ruota in alluminio si è impigliata. E l'esperimento è fallito. Per la gioia di astronomi ed ecologisti, inorriditi dai rischi dell'operazione

zna.gif (43205 byte)Sarebbe stato inutile mettersi a urlare "chi è il cretino che ha acceso la luce a quest'ora". Tanto lassù a qualche decina di chilometri sopra la testa non sentono. E anche avessero sentito, i due astronauti russi a bordo della scricchiolante ma tenace stazione orbitante Mir la luce l'avrebbero accesa lo stesso. Solo che l'esperimento "Znamya 2.5" è fallito. Con grande disdetta dei suoi inventori. Perché dietro a quello specchio da 25 metri di diametro che aprendosi il 4 febbraio avrebbe dovuto riflettere i raggi del sole dallo spazio alle zone "buie" della Terra, sono in gioco un po' di miliardi. O almeno è quello che sperano (ancora) a Mosca.

Si sarebbe vista anche da terra, quella torcia gigante (luminosa dieci volte più della luna piena) che nelle intenzioni della Energiya space rocket corporation ideatrice dell'esperimento dovrebbe illuminare piccole aree del pianeta "a comando". "Si potranno usare specchi come questo per dare luce in zone dove si lavora di notte, o in caso di disastri naturali - ha spiegato Valery Lyndin, portavoce del Controllo missione della Mir - Ma anche per portare luce nelle regioni del Nord durante la lunga notte polare. Senza bisogno dei lampioni...".

Si chiama "Znamya 2.5" ("bandiera"), l'esperimento. Lo specchio in Mylar alluminato era in realtà a bordo di un cargo Progress, una di quelle navette senza equipaggio che vengono usate per portare i rifornimenti sulla Mir. La Progress, staccatasi dalla stazione-madre, invece di essere abbandonata nello spazio come al solito è stata telecomandata manualmente dagli astronauti della Mir. Che dovevano poi far aprire lo specchio guidando la navetta per una ventina di orbite circa intorno alla Terra e una durata di 18-24 ore

"Dalla Terra, nuvole permettendo, si vedrà una grande stella luminosa come la luna - aveva spiegato Yevgeny Ryabko, il costruttore capo del super-specchio - Potranno vederla da alcune zone ai confini fra Usa e Canada, Olanda, Germania, Repubblica Ceca, Ucraina, Russia meridionale e Kazakhstan". Italia esclusa, quindi. Anche se qualche astrofilo, almeno nel precedente esperimento programmato per il novembre '98, contava sulla possibilità che si potesse vedere qualche "lumicino" anche dal Nord Italia.

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Una prova del "giorno artificiale" a dire il vero è già stata fatta nel febbraio del 1993. Ma da Terra non vide niente nessuno, forse perché parte dello specchio non si aprì. Comunque i russi volevano riprovarci, stavolta in grande stile. Nonostante gli eterni problemi di fondi che hanno costretto a rinviare l'accensione della mega-lampadina già una volta. Ryabko non lo nasconde: "Tutto dipende dai soldi. Potremmo mandare nello spazio numerosi specchi, anche un centinaio. Oppure uno solo ma molto grande".

Le idee ci sono, ma non mancano i problemi. Ad esempio usare nello spazio specchi da qualche centinaio di metri di diametro è molto complesso. Sia per l'apertura che per le manovre in orbita. Ancora: gli ambientalisti sollevano le possibili alterazioni degli ecosistemi, ad esempio nella vita di piante e animali notturni. In più il progetto Znamya è malvisto dagli astronomi di molti Paesi: la paura è che il "giorno artificiale" metta in crisi le osservazioni con i telescopi. Già assediati dalle luci notturne delle grandi città. Ci mancava solo, adesso, l'abat-jour versione spaziale.

Ma, come a volte succede, tutto si è risolto da solo: gli astronauti hanno dato l'ok all'apertura dello specchio ma questo dopo una mezza rotazione si è impigliato ad un'antenna della Progress. Stupore, qualche sana parolaccia in cirillico e un nuovo tentativo dopo aver rimosso l'antenna. Ma nuovo stop, stavolta per motivi ignoti. Volevano anche provarci una terza volta, ma il controllo missione ha deciso per l'abbandono di cargo e specchio, destinati a finire bruciacchiati al rientro nell'atmosfera. Per le festicciole notturne al chiaro della luna artificiale, dovremo aspettare ancora.

Per saperne di più un sito non ufficiale ma ben informato (in inglese):

http://www.multimania.com/quiz/Znamya.asp

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