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redarrowleft.GIF (53 byte) Cultura Febbraio 1999
 

Segnali di fumo on line

Vicenza ospita una mostra di oggetti d'arte delle tribù indiane del Nordamerica. Che stanche di aspettare i turisti nelle piccole zone che ha concesso loro il governo Usa, hanno deciso di girare il mondo. Anche via Internet. Dove tra poco, racconta Lesley Kabotie dei Crow, si potranno comprare vestiti, gioielli, ceramiche e dipinti dei figli di Toro Seduto e Nuvola Rossa

Indiani d'America: un insieme di popoli diversi ma con un comune destino fatto di persecuzioni e lotte per la sopravvivenza. Una lotta che continua oggi, per non essere soffocati dall'economia statunitense. A Vicenza, una mostra organizzata dall'Associazione Mitakuye Oyasin in collaborazione con l'assessorato ai Servizi culturali del Comune, la rivista Hako di Padova e l'associazione Huka Hey di Pordenone, ha portato un "pezzo d'America" tra noi. Libri, opere di pittura, scultura, ceramica e oreficeria di artisti di varie tribù nordamericane sono in esposizione nella Basilica Palladiana, sala Borsa, tutti i giorni (orario: 9.30-12.30, 15.30-19.00) fino al 16 febbraio.

In questa occasione ho potuto parlare con Lesley Kabotie, della tribù Crow, per cercare di capire un po' meglio chi siano gli Indiani d'America e come vivano. Per smettere di credere che ci chiamino visi pallidi e che vadano in giro con le piume in testa.

Gli abiti e gli oggetti indiani sono tutti vivacemente colorati: immagino che le decorazioni abbiano un significato…

pot.jpg (8530 byte)Prendiamo come esempio questo portamonete: vedi che il disegno è costituito dal ripetersi degli stessi colori? Questi colori ci dicono che si tratta di un lavoro Crow, perché ci sono i colori tipici del mio popolo: giallo, verde, blu, ma soprattutto rosa, simbolo del sorgere del sole. Oppure puoi vedere qui esposto un copri-culla totalmente decorato con perline: i disegni rappresentano la nascita del popolo Lakota secondo la simbologia tradizionale: l'uomo che nasce dalla terra, gli uccelli, gli animali terrestri, mentre su tutti splende la healing star, la stella della salute. Infine guarda quella bambola con l'abito tradizionale delle donne. Vedi i denti che sono cuciti sul vestito. Sono denti di alce ed ogni animale ne possiede solo due. Ogni donna li indossa orgogliosa di mostrare l'abilità del proprio marito come cacciatore, che evidentemente è riuscito a procurarli.

Queste, insomma, non sono semplici decorazioni bensì modi di rappresentare la propria storia.

Questo indossare "parti" delle prede del proprio marito è un modo di mostrare a tutti il proprio benessere? Un po' come una donna europea o americana che indossa i lussuosi gioielli che il marito le ha potuto comprare?

È più un modo di esprimere il proprio orgoglio nell'esserne la sposa… ad esempio quando si prepara un matrimonio, è la famiglia del marito a vestire la donna. Questo è un modo di farle capire che è la benvenuta ed onorarla. La vita di coppia è fatta di questi scambi reciproci, questo onorarsi a vicenda.

Tanto più l'arte sarà quindi ricca di queste simbologie…

In molte lingue indiane non esiste nemmeno una parola che corrisponda ad "arte". Non c'è differenza tra artista ed artigiano: l'arte è un mezzo per condividere la propria cultura e le proprie tradizioni sia con gli indiani che con chi proviene da altre culture. Gli abiti da cerimonia e gli oggetti che ho nel mio tepee sono modi di comunicare le mie esperienze e la storia del mio popolo.

E le opere degli artisti che sono in mostra qui a Vicenza seguono questa stessa ispirazione?

jean_p.jpg (4905 byte)In italia ho portato esclusivamente le opere di artisti riconosciuti per mostrare la qualità del loro lavoro. Le opere di Jean Bad Mocassin hanno vinto numerosi premi per l'originale unione di elementi della tradizione Lakota con quella dei pueblos del sud-ovest. Unisce, ad esempio, il cavallo che corre (Lakota) con il Cocopelly (Hopi): simboli antichi si fondono in un nuovo insieme armonico. Ogni nuovo oggetto, ogni nuova creazione fa onore alla tradizione: il simbolismo resta intatto. Così anche i quadri di Michael Kabotie, espressioni artistiche chiaramente contemporanee, comunicano il suo modo di sentire in quanto appartenente al popolo Hopi.

Ma come vive la gente nelle riserve? So che ad esempio i Crow sono cacciatori: possono vivere di caccia?

La riserva Crow si trova nel Montana, dove possiedono terra e risorse sotterranee (carbone, petrolio, metano), ma questo destino non è condiviso da altre tribù alle quali sono stati assegnati appezzamenti poverissimi, oltre che ristretti. Io, ad esempio, vivo a Denver, insieme a mio marito che si occupa di informatica. Non saprei come mantenermi nella riserva. Da questo, però, è nata l'idea della Native Art Network.

Di cosa si tratta?

Il problema degli artisti indiani è che non hanno modo di vendere le loro creazioni. Le riserve indiane attirano un certo numero di turisti, ma non è sufficiente. Finora sono state le Gallerie d'arte a venire nelle riserve e scegliere le opere da mettere sul mercato. Ma all'artista danno solo il 50% del valore di mercato. Native Art Network vorrebbe diventare una galleria on-line, dove clienti di tutto il mondo possono scegliere ed ordinare le opere. Noi faremo da semplici intermediari tra l'artista e il cliente, permettendo al cliente di pagare con la carta di credito e all'artista di ricevere il denaro contante. Abbiamo bisogno di trattenere il 25% per le spese di "messa in linea" del catalogo e di spedizione, ma almeno così l'artista riesce ad ottenere il 75% del valore del suo lavoro.

L'idea è affascinante ma, ad esempio in Europa, il commercio on-line non è molto diffuso. Io non comprerei un'opera d'arte solo per averla vista su un sito internet.

IngrandimentoIn effetti quello che ci interessa maggiormente è creare una certa cultura. La gente è talmente abituata alle cose prodotte in serie che non è in grado di distinguere un manufatto. E quando vede quanto costa non capisce perché mai dovrebbe pagare tanto. Guarda questa borsa, ad esempio. E' in cuoio, interamente decorata con perline: non sono incollate, sono cucite a mano. La gente non immagina quanto tempo ci vuole per fare una cosa del genere. Per venderla ad un prezzo che corrisponde al suo valore (1.750$) a un indiano basta che mostri la borsa; per un non-indiano ho dovuto mettere l'etichetta Calvin Klein. Ora la gente mi crede se dico che di questa borsa esistono solo due esemplari in tutto il mondo.

Un'ultima domanda: noi parliamo tanto di Indiani, ma mi sembra di capire dai suoi racconti che questa è solo un'astrazione.

Esistono più di 500 diverse tribù con usi e costumi totalmente differenti. Mio marito è Hopi e dopo tanti anni ancora non posso dire di conoscere il suo popolo e le sue tradizioni.

E che tipo di rapporto c'è tra le varie tribù?

Più lontane sono più sono in buoni rapporti… Da un punto di vista territoriale, quando si è vicini c'è competitività, è inevitabile, ed è più facile trovare ragioni di discordia. Da un punto di vista politico, però, c'è una forte coesione nel contrastare il governo americano. Per gli Americani essere bilingui è un segno di scarsa intelligenza… hanno sempre cercato di ostacolare il bilinguismo… pensa che per anni le lingue indiane sono state illegali, e non tutte sono riuscite a sopravvivere.

Un appuntamento per chi volesse seguire gli sviluppi del vostro progetto?

Il sito, purtroppo ancora in costruzione, si trova all'indirizzo www.nativeart.net. Lì troverete anche i nostri recapiti di posta elettronica e potrete tenervi in contatto con noi.

t.t.

Per l'occasione abbiamo raccolto anche un elenco di siti sugli indiani...

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