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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Gennaio 1999

L'amico napoletano

Ha recitato in teatro con i De Filippo. Si è ispirato a Totò. E un po' a Troisi. Così dopo qualche particina nei film di Nanni Moretti, Vittorio Salemme a 41 anni è arrivato alla regia portando sullo schermo ne "L'amico del cuore" in un colpo solo la top model Eva Herzigova e la tradizione partenopea

Vincenzo Salemme, 41 anni, arriva alla sua prima esperienza come regista cinematografico dopo una solida gavetta di attore teatrale e di piccoli ruoli in alcuni film di Nanni Moretti come Bianca e La messa è finita. Oggi con L'amico del cuore al fianco Eva Herzigova raggiunge il suo sogno di arrivare di fronte al grande pubblico con una commedia di successo che prima di trovare una versione cinematografica ha mietuto consensi nei teatri di tutta Italia.

Intelligente, simpatico, dalla battuta fulminante e irresistibile, Salemme è sicuramente una delle nuove speranze e realtá del cinema italiano.

Salemme quanto della sua esperienza come attore di teatro possiamo ritrovare ne L'amico del cuore?

Ho incominciato a lavorare al fianco di Eduardo De Filippo nel 1977, poi ho proseguito a lavorare con il figlio Luca fino al 1992. Ho imparato il mestiere a fianco di questi due geni guardando anche indietro al fratello Peppino e - perché no? - anche a Totò. Ne L'amico del cuore quello che maggiormente appartiene alla tradizione napoletana è il gioco allegro tra vittima e carnefice, presente anche in alcuni film di Massimo Troisi.

Come è riuscito a convincere Eva Herzigova a interpretare il suo film?

Non è stata una mia idea, ma della produttrice Rita Cecchi Gori che un giorno mi ha telefonato e mi ha detto "Che ne pensi di Eva Herzigova nel tuo film per il ruolo della moglie?" Sulle prime pensavo che scherzasse dicendo: Ma che le importa a l'Herzigova di fare il mio film? Poi ho scoperto che non scherzava, anche se - francamente - non pensavo che una top model impegnata come lei avrebbe accettato. Invece, ha letto la sceneggiatura, le è piaciuta ed abbiamo girato il film.

E' stato facile passare dal teatro al cinema?

Sí, mi è riuscito facile, perché l'idea andava oltre il codice teatrale. Avevo raccontato la trama di alcune commedie a Rita Cecchi Gori e tra queste è stata lei a consigliarmi di scegliere questa per farne un film. E aveva ragione... L'amico del cuore è una storia che permette di andare oltre il linguaggio nella quale viene raccontata.

Perché - a parte qualche piccolo ruolo - lei ha frequentato tanto poco il grande schermo?

Perché non mi hanno mai chiamato, né mi hanno mai mandato un copione a parte quelli di Nanni Moretti. E' come se non fossi mai esistito. Ho fatto un film intitolato Il tuffo che non ha visto praticamente nessuno e non è successo niente. Sono contento di avere fatto il mio primo film passati i quaranta anni, perché se lo avessi fatto da giovane - forse - sarei stato fragile e non tanto sereno come lo sono ora. E' arrivato tutto al momento giusto.

Come ha adattato l'Herzigova al carattere napoletano della storia?

Non c'è stato nessun problema a trasformare Eva nella ragazza svedese che vive in Meridione da qualche anno. E' una persona molto "calda"e il suo carattere è prevalentemente mediterraneo: le piace mangiare, le piace bere, le piace divertirsi e giocare. E' stata molto affettuosa e mi sono quasi dimenticato che era Eva Herzigova. Ci siamo tutti trovati molto bene con lei, come con un'attrice qualsiasi.

Vuol dire che è riuscito a farle perdere l'immagine patinata di top model che tutti conosciamo?

Non sono stato io a fargliela perdere, e che lei proprio non ha quest'aurea irraggiungibile. Eva è una donna dall'immagine inquietante. E' una persona vera, con forti contrasti dentro di lei. Non mi è mai sembrata un "fumetto".

Prima di conoscerla di persona chi era per lei Eva Herzigova?

Una diva stupenda e irraggiungibile.

Quali sono stati gli ingredienti fondamentali con i quali ha realizzato questa regia?

Una troupe di grandi professionisti e il fatto di vedere film da quando avevo cinque anni. Quella è stata la mia scuola.

E ' costato molto?

Io e Cecchi Gori l'abbiamo prodotto insieme. Loro hanno messo quattro miliardi e io duecentomila lire...

Chi considera i suoi modelli come regista?

Esagerando e senza volere fare paragoni, Billy Wilder e Lubitsch. Tra in contemporanei adoro Emik Kusturica per la sua incredibile capacità di mescolare i generi drammatico e comico. E' un vero genio che mischia il dramma e la commedia.

m.s.

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