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redarrowleft.GIF (53 byte) Medicina Gennaio 1999

Hulk il sedentario

Ricercatori Usa sono riusciti a far tornare forti e muscolosi topi vecchi e malaticci. Con la semplice iniezione del gene che nell'organismo giovane ripristina nei muscoli le cellule perse con quelle nuove. Aprendo così speranze future per gli anziani, i malati e i pigri impenitenti. Ma non senza qualche problema etico

Le palestre? Destinate al fallimento. Pesi, bilanceri, vogatori? Da rottamare. E non servirà nemmeno riempirsi di ormoni e pasticche varie. Se la sperimentazione sull’uomo darà i risultati sperati, per mettere su muscoli senza ritrovarsi il fegato a pezzi basterà qualche iniezione. Ma non è l’ennesima invenzione delle case farmaceutiche. Il merito stavolta è di un gene: quello che ripristina normalmente le cellule muscolari perse o indebolite con l’età e il poco movimento.

Ci vorranno almeno due anni per sapere se funziona o no anche nelle persone. Intanto i topi "curati" con la nuova sostanza hanno fatto intravedere le possibilità future: gli anziani che recuperano le forze perdute, i malati che tornano più velocemente in forma e, perché no, qualche chilo di muscoli in più senza tante fatiche. Insomma tanti piccoli Hulk senza muovere un dito. Almeno ci sperano i ricercatori del Medical Center dell’Università della Pennsylvania. Che, risultati incoraggianti a parte, devono risolvere ora i due principali problemi legati alla scoperta: quello etico e quello della sicurezza della terapia.

Andiamo con ordine. In genere si ritiene che a partire dai 50 anni le persone perdano ogni anno circa il 10% della loro forza e massa muscolare. Si tratta di un indebolimento, quello degli anziani, che ha grandi effetti sulla qualità della vita e sulla salute: cadute, fratture, incapacità di camminare o comunque perdita progressiva di autonomia. Senza contare l’aspetto morale di sentirsi sempre più inutili e impotenti. Ma come insegna ogni giorno la ricerca genetica, anche dietro a quello che sembra inevitabile ("beh, ha 80 anni, mica può scattare come un ragazzino...") c’è spesso solo un insieme di processi biochimici. Che in questo caso fanno capo a quel gene che produce una proteina "magica": quando c’è i muscoli reggono, quando manca (come nelle persone anziane) ci si indebolisce.

Si chiama Igf-1, la proteina, e tecnicamente è un "fattore di crescita insulino-simile di tipo 1". A produrlo, anzi ad ordinare alle cellule di produrlo, è appunto un gene che con il passare degli anni perde di funzionalità. Da qui la semplice equazione: presenza del gene=ricostruzione del muscolo. Il sistema funziona così: nel tessuto muscolare giovane esistono delle cellule immature che servono da "magazzino". Nel senso che quando vengono danneggiati o indeboliti i tessuti normali, il gene in questione ordina il rilascio della proteina Igf-1 che provoca la trasformazione di queste "riserve" in vere cellule muscolari. Così funziona fino ad una certa età. Dai 50 anni in poi il meccanismo rallenta fino a bloccarsi e le cellule perse non vengono più sostituite. E per qualcuno fare cento metri a piedi o sollevare la borsa della spesa diventa un’impresa.

Di chi è la colpa? Del gene che non produce più Igf-1. Così l’idea dei ricercatori Usa: svuotiamo del materiale genetico "pericoloso" un virus (per la precisione un’adenovirus, tipo quelli che causano il raffreddore) e inseriamo quello buono che regola l’Igf-1. Poi è bastato iniettare il tutto direttamente in un muscolo: il virus ha infettato tutte le cellule muscolari vicine, spargendo il suo gene benefico (senza dare malattie). A quel punto il sistema di "body-building" naturale ha ripreso a funzionare: i muscoli hanno ricominciato a produrre l’Igf-1 e le cellule-riserva si sono ritrasformate in tessuto attivo. I risultati? I topi "anziani" hanno recuperato il 27 per cento della muscolatura persa con l’età. Mentre quelli giovani sono cresciuti in massa muscolare del 15 per cento.

Fin qui tutto bene. Adesso tocca ai problemi. Come ha spiegato il dottor Lee Sweeney, autore della ricerca, ad un convegno di biologi di San Francisco: "Per gli atleti e gli sportivi potrebbe diventare il sistema perfetto per aumentare le prestazioni". Una forma di doping impossibile da individuare: "Anche senza esercizi si potrà rinforzare e aumentare la muscolatura. E senza che nel sangue sia riscontrabile alcunché" dice Sweeney. Fine del principio (già quasi mito) della lealtà sportiva?

Secondo problema: lo stesso gene che provoca la crescita della muscolatura potrebbe causare l’aumento di altre cellule di cui non si voleva la crescita. Con conseguenze imprevedibili o con rischi probabili. Ad esempio il cuore, che è un muscolo: un aumento non fisiologico delle sue dimensioni può diventare un pericolo.

C’è però un limite che è anche una sicurezza: il gene funziona solo nel muscolo iniettato. Insomma per diventare piccoli ercoli servirebbe un’iniezione per ogni gruppo muscolare. Ma ciò non toglie l’utilità della scoperta: per far camminare una persona anziana indebolita basterebbe rinforzare solo i muscoli delle gambe.

Comunque il prossimo passo saranno i test sui conigli e sulle scimmie. Poi, come si diceva, toccherà all’uomo entro due anni. E la speranza è che l’Igf-1 possa aiutare anche malati di patologie tipo la distrofia muscolare. Tutto da verificare, per ora. Ma i progressi della genetica (vedi clonazione) insegnano. Quindi meglio stare pronti: per qualche anno resistiamo tra pesi e sudore. Fino al giorno in cui, forse, i sedentari di tutto il mondo potranno prendersi la rivincita. Senza neanche alzarsi dalla sedia.

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