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SPETTACOLO&MODA - Dicembre 1998


Il ritrovo degli Sbandati

Dopo "La Terra trema" di Visconti, "Sciuscià" di De Sica e "Signore e Signori" di Germi, ora torna rimesso a nuovo il film del '55 di Citto Maselli. Un'opera coraggiosa sui partigiani, girata in un periodo dove per parlarne bisognava chiedere perfino l'autorizzazione. E che divenne famosa per il più lungo primo piano del cinema italiano. Con il volto della splendida Lucia Bosè

sbandati0p.jpg (12441 byte)Nata nel 1991 con la finalità di promuovere e conservare il patrimonio cinematografico italiano, l’"Associazione Philips Morris progetto cinema" annovera nel suo comitato direttivo numerose personalità legate al nostro cinema. Il regista Giuseppe Tornatore, il produttore Vittorio Cecchi Gori, lo storico del cinema Lino Micciché, il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno in questi sette anni hanno lavorato duro sotto il coordinamento della dottoressa Alessandra Giusti per individuare e promuovere film italiani le cui pellicole fossero in pessime condizioni e necessitassero un restauro.

Una battaglia ardua e importante visto che sono circa novemila i film prodotti nel nostro paese la cui copia originale è diventata irrecuperabile. Un numero impressionante che coinvolge la metà dell’intera produzione cinematografica italiana che in poco più di cento anni di cinema ha realizzato circa diciottomila film. Dopo il restauro di otto pellicole tra cui La terra trema di Visconti, Sciuscià di Vittorio De Sica che vinse il primo premio Oscar per l’Italia, Signore & Signori di Pietro Germi, quest’anno è toccato a Gli sbandati, film del 1955 e opera prima di Francesco Maselli con Lucia Bosé nei panni di una sfollata durante la Seconda Guerra Mondiale che si innamora di uno svagato giovane nobile interpretato da Jean-Pierre Mocky.

La storia ambientata nella bassa padana e girata nella villa del maestro Arturo Toscanini della cui figlia Vallì era amico Maselli, vede la giovane Lucia tradita dal suo innamorato che lascia lei e un gruppo di soldati italiani scappati da un carro piombato tedesco in balia dei nazisti. I tedeschi uccideranno lei e un cugino partigiano del ragazzo, mentre il nobile sarà per sempre torturato dal rimorso.

sbandati1p.jpg (7980 byte)Un film doloroso e intenso, in cui il ruolo della baronessa era affidato a Isa Miranda, diva del cinema anni Trenta. Spiega Giuseppe Tornatore: "Gli sbandati è un film molto moderno che io stesso non ricordavo se non vagamente. Ogni film restaurato significa recuperare un pezzo della storia dell’umanità. Non è un problema solo italiano, ma mondiale ed esistono poche associazioni che se ne occupano. Una di queste è quella di Martin Scorsese, ma ce ne sono anche altre. Poche, davvero. Ogni film ha il diritto di essere restaurato e di essere tutelato". Sulla scelta del film di Maselli, il regista de La leggenda del pianista sull’Oceano aggiunge: "L’idea di restaurare un film di un regista ancora in attività dà pienamente la dimensione dell’importanza del problema. Bisogna lavorare, perché tutti i film vengano conservati e restaurati. Il film di Maselli è una pellicola importante e che ha segnato una generazione di autori come Giuliano Montaldo e Nicola Caracciolo. Otto tra registi e futuri registi incontratisi casualmente su un solo set è davvero un record senza precedenti per il nostro cinema. Fu un caso che lasciò molte tracce su un’intera generazione".

Francesco Maselli aggiunge che questo film fu anche l’esordio di Ennio Morricone come arrangiatore di colonne sonore: "Il nostro fu un tentativo di guardare alla resistenza in termini non celebrativi. Poiché era vietato lavorare su film sulla Resistenza lo girammo senza chiedere l’autorizzazione. Fu uno sforzo immane che portammo a termine solo grazie alla nostra testardaggine e agli aiuti economici di tanti amici. Una curiosità di cui sono venuto a conoscenza solo recentemente è che Scelba - allora ministro degli Interni - diede ordine di seguire da vicino il lavoro di alcuni "comunisti aristocratici" che si aggiravano nella Bassa Padana per fare un film... una cosa divertente che avrebbe strappato molte risate anche al maestro Toscanini che ci prestò la sua villa per lavorare".

E questo tentativo di rompere con il conformismo classista che vedeva tutti i partigiani uguali nell’approccio frontista alla Resistenza non fu accolto bene alla mostra del cinema di Venezia di quell’anno. Il film fu aspramente criticato e solo Togliatti ebbe pubblicamente qualche parola di elogio per Maselli : "Ma secondo me non aveva mai visto il film..." dice sorridendo il regista da tutti conosciuto come Citto e che all’epoca aveva appena ventiquattro anni.

sbandati2p.jpg (7277 byte)Lucia Bosé, invece, oltre ad avere un ricordo molto dolce di Maselli che tentò invano più volte di sedurla, pensa a Gli sbandati con grande piacere, perché fu una delle ultime pellicole che interpretò in Italia, prima di sposarsi in Spagna con un famoso torero: "Ricordo il grande freddo che faceva e i nove milioni di paga che restituii a Maselli pur di finire le riprese del film. Un’esperienza importantissima che ha significato molto per la mia vita" - dice l’attrice. Una carriera interrotta la sua per la quale non mostra di avere rimpianti : "E perché dovrei averne ? La famiglia che uno si costruisce è sempre più importante del lavoro. Che rabbia che mi fanno le dive di adesso che non smettono mai di nominare e di parlare della loro carriera! Ma la vita vera è un’altra cosa, con una persona che si ama. E non c’è nulla meglio di questo...". Un sogno come attrice? "Il fare un film insieme a Gina Lollobrigida e Sofia Loren nel quale magari potersi incontrare tutte e tre insieme. Magari nel finale se fosse una pellicola a episodi". E qualche progetto ancora ? "Non so - dice - non mi offrono nemmeno i ruoli delle regine...".

Una grande diva Lucia Bosé, fascinosa ancora adesso che ha superato i settanta anni e che mostra con grande simpatia la sua chioma di capelli colorati di blu. "Se devo dire la verità - ironizza - oltre all’Associazione Philips Morris per il restauro dei film, penso che un’iniziativa lodevole sarebbe quella di fondare un’associazione per il restauro delle dive...". Eppure lo sguardo della Bosé non ha perso la lucentezza che aveva quarantatré anni fa quando in uno dei più lunghi primi piani della storia del cinema, interpretava il ruolo della giovane partigiana tradita dal proprio innamorato. Un’espressione degli occhi e del viso, restituita finalmente all’antico splendore da un restauro della pellicola attento e curato.

Marco Spagnoli