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ATTUALITA'- Dicembre 1998

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Il mistero dell'hacker impiccato

 Il 22 ottobre scorso Boris Floriciz, uno dei migliori pirati informatici del mondo, viene trovato appeso ad un albero di Berlino. Genio della decrittazione a soli 26 anni, lo volevano in molti: le tv di Murdoch, i servizi segreti e il mercato nero di chip e telefonia. La polizia parla di suicidio. Ma i suoi amici giurano che è impossibile. E che in realtà è stato ammazzato

Era uno dei più bravi hacker del mondo, genio del computer e specializzato nella decrittazione di codici segreti. Lo volevano in tanti: l'impero tv di Murdoch, il mercato nero dei microchip e della telefonia, perfino i servizi segreti tedeschi che cercavano di penetrare le difese elettroniche militari dell'Iran. Ma il 22 ottobre scorso, come in un libro firmato John Grisham o in una spy-story da film, Boris Floriciz, appena 26 anni e un futuro roseo e miliardario da super-consulente informatico, viene trovato impiccato con la cintura dei pantaloni su un albero in un parco di Berlino. "Suicidio", dice la polizia. "Impossibile, è un omicidio" gridano indignati gli amici. Che si dicono sicuri: Boris era una ragazzo felice e senza problemi. Ma che a qualcuno deve aver dato molto fastidio.

"Non è stata una sua decisione - spiega Andy Mueller-Maghun, amico e membro del Ccc, Chaos Computer Club - Qualcuno lo ha ammazzato". Un passato da vero hacker (pirata informatico), Floriciz fu il primo a decrittare i codici dei microchip nelle carte telefoniche della Deutsche Telekom. Così telefonava gratis. Beccato dalla polizia nel 1995 e processato, decide di passare con i "buoni": si iscrive al Ccc e prende anche il diploma di informatica.

Per tutti il giovane Boris è un indiscutibile genio del computer. Sviluppa un sistema di codificazione telefonica ad alta velocità per linee digitali, e più avanti lavora alla decrittazione dei decodificatori delle pay-tv. Al punto che la Nds, società di ricerca digitale del magnate tv Robert Murdoch (quello che vuole comprare i diritti della pay-tv in Italia), due anni fa avvicina il giovane genio per farlo lavorare come consulente. "Era un ingegnere elettronico dal talento eccezionale" dicono alla Nds. Il contratto però salta: Floriciz non ha fatto ancora il servizio di leva e si deve laureare.

Ma oltre alla società di Murdoch c'erano altri interessati al re degli hacker. Il padre ad esempio racconta che più volte Boris parlò di strane persone che lo avevano contattato e che pensava facessero parte di qualche agenzia di spionaggio. Come quella della Germania, che cercava un bravo hacker ma rinunciò quando la cosa divenne risaputa all'interno del Chaos club. Oppure le attenzioni del mercato clandestino di chip, cellulari clonati, carte telefoniche e gli stessi decodificatori tv. Un giro d'affari illegale da centinaia di miliardi, per la malavita.

Ma lui, superBoris, non era particolarmente attaccato ai soldi. Anzi, le sue idee finivano in Internet a disposizione di tutti. Insomma su tutto vinceva la passione. Come da piccolo, quando smontava qualunque cosa per vedere come era fatta dentro. "Dalle sue mani non si salvava niente - racconta il padre - Radio, televisori, orologi, il taglierba...". Una volta smonta una intera cabina telefonica per dare un'occhiata ai dati computerizzati della centralina. Conclusione: un destino da ingegnere elettronico scritto nei cromosomi.

Un genio del computer, conteso da grandi società e una specie di mito del mondo dei pirati informatici (buoni e cattivi). Ma per qualcuno, insistono gli amici, Floriciz doveva essere diventato un pericolo. "Lavorava per molti, non voleva legarsi a una sola azienda. Forse il segreto è in questo suo comportamento". Di certo c'è che il 17 ottobre alle 2 del pomeriggio Boris esce dalla casa della madre, dove vive. Non porta con sé il pc portatile, cosa che fa pensare che voglia tornare presto. Invece di lui si perde ogni traccia. Lo chiamano sul telefonino, ma non c'è risposta. Solo cinque giorni dopo un passante trova il cadavere appeso all'albero del parco. Dalle sue tasche non manca nulla: ci sono i soldi, le chiavi, la carta d'identità e i cellulare. Nessun segno di violenza o altro. In attesa delle analisi di laboratorio, il sospetto è quello del suicidio. Per gli investigatori, ma non per i suoi compagni del Chaos club. Che alla prossima assemblea annuale del 27-29 dicembre dedicheranno un rapporto sul suo omicidio. Perché loro, che si tratti di un delitto, ne sono sicuri.