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SPETTACOLO&MODA - Novembre 1998


Aspettando Barbara-Godot

In soli 16 giorni, ispirato dall'opera di Samuel Beckett, il regista Angelo Orlando ha girato una commedia intelligente ed esilarante. Dove due giovani avvocati, legati al letto di una fantomatica Barbara, si vedono passare davanti amici e conoscenti della ragazza in una passerella surreale. Ma soprattutto claustrofobica

Dopo l’esordio con Il prossimo anno vado a letto alle dieci, l’ex visionario del programma TV Doc di Renzo Arbore torna alla regia con un film claustrofobico e intelligentissimo intitolato Barbara. Girato a Torino in soli sedici giorni e costato molto poco, il film racconta la storia di due avvocati romani rimasti legati al letto di casa di questa fantomatica Barbara (personaggio alla Beckett che non si vede mai) in balia degli strampalati amici e conoscenti della ragazza. Protagonisti Valerio Mastandrea e Marco Giallini.

Orlando, come le è venuta l’idea per questo film?

L’idea di Barbara mi è venuta nel 1993 dopo uno spettacolo teatrale. Ci sono voluti quattro anni per realizzarla, perché è – indubbiamente – un film che spaventa. E’ una storia nata dall’attesa di qualcuno e di qualcosa. Non una donna, certo anche se non saprei dirlo con certezza assoluta.

Ha mai pensato di interpretare uno dei due ruoli principali?

Francamente no, perché volevo dirigerlo in maniera molto attenta. Cosa che se fossi rimasto legato per tutto il tempo al letto non mi sarebbe certo riuscita.

Quando ha scritto pensava già a Mastandrea e a Giallini?

I volti dei due protagonisti mi sono venuti in mente nelle stesure successive alla prima.

Che rapporto c’è con Aspettando Godot di Samuel Beckett?

I legami sono innegabili, ma personalmente ho cercato di andare oltre l’assurdo regalando a questa sceneggiatura qualcosa di particolarmente claustrofobico e intenso.

Ho tentato di contenermi per andare sempre lungo i binari della commedia. Ho scelto due avvocati come protagonisti perché mi interessava vedere la reazione di due professionisti abituati a correre, costretti, invece, a rimanere legati a un letto.

Mastandrea ha detto che lei è stato molto severo con loro due…

Quando li slegavo scappavano e mi ci voleva almeno un’ora per riacchiapparli. Così preferivo accudirli io sul letto piuttosto che lasciarmeli sfuggire.

Come è nata la partecipazione di Daniele Silvestri? Il suo cameo, la colonna sonora…

Daniele mi ha sempre coinvolto molto con la sua musica. Volevo inserire nel film un cantautore che fosse molto conosciuto dal pubblico giovanile. E’ anche un ottimo attore che in un giorno solo è stato davvero perfetto. Silvestri sta incidendo adesso il suo nuovo disco, che spero voi tutti che leggete compriate, perché è un amico mio…

 

m. s.