index SCIENZA - Ottobre 1998


Il jumbo laser

Protagonista nella fantascienza ma abbandonato dai militari nei primi anni '60 delusi dai test, torna adesso il vecchio "raggio della morte". Lo annuncia l'Us Air Force, che parla di rivoluzione nella strategia di difesa. Perché fra tre anni un Boeing 747 trasformato in un cannone-laser volante riuscirà ad abbattere un missile cinque secondi dopo il lancio e a centinaia di chilometri di distanza. Come le astronavi di Guerre Stellari

Chi non ricorda i film di fantascienza anni '50-60, dalle pellicole di fantascienza in bianco e nero (Ultimatum alla Terra, con il robot polverizzatore), fino a Star Trek e James Bond (Goldfinger, Una cascata di diamanti)? Quasi sempre saltava fuori un laser, l'arma del futuro capace di tremende distruzioni. Anche la scienza lo pensava. E ci credevano soprattutto i militari, quelli veri, che spesero fortune per test e sperimentazioni. Poi sulla super-arma è calato il silenzio. Fino ad oggi. Perché entro tre anni, secondo l'Us Air Force, un Boeing 747 trasformato in un unico gigantesco laser riuscirà a colpire un missile Scud a centinaia di chilometri di distanza pochi secondi dopo il lancio. Un'arma che potrebbe rivoluzionare l'intero sistema di difesa (e di attacco) degli Stati Uniti prima, e del resto del mondo poi.

laser.jpg (9579 byte)Facciamo un passo indietro: perché sparì il progetto del vecchio "raggio della morte", capace in teoria di bucare carri armati e affondare navi come giocattoli? Nonostante i film di fantascienza gli entusiasmi per il laser infatti finirono (fortunatamente) presto, già nei primi anni '60. A scoraggiare gli istinti bellicosi dei generali Usa ed ex Urss fu la scoperta che anche il più potente dei laser esistenti era troppo debole e impreciso per abbattere un missile. E che i sistemi di puntamento non erano in grado di inquadrare bersagli super veloci da distanza ravvicinata. Insomma un vero flop. Prova ne è che ancora oggi non esistono armi laser (se non per sistemi di puntamento o per accecare il nemico, ma questo è stato messo in discussione al pari della armi chimiche perché "crudele").

Ora, con i progressi nel campo aeronautico, dei materiali e dei computer, le cose sono cambiate. Tanto che gli ultimi test dell'Us Air Force potrebbero preoccupare anche i Klingon, vecchi nemici del capitano Kirk e dei laser dell'astronave Enterprise. "Ora abbiamo un'arma che può colpire alla velocità della luce" dicono all'Airborne Laser Program della Boeing che partecipa al progetto. E sono così sicuri che nei prossimi 20 anni dovrebbero essere almeno sei i Jumbo jet trasformati in cannoni-laser volanti. Costo dell'operazione? Quasi 20 mila miliardi di lire.

Cifra enorme. Ma l'aeronautica Usa sorride di fronte ai vantaggi. Oggi il lancio di un missile viene rilevato via satellite e via radar dai centri di comando sparsi per gli States. Una volta individuata la rotta, si lancia l'allarme per l'intercettazione. Ma ci sono due problemi: colpire un oggetto che viaggia molto più velocemente di qualsiasi arma esistente (un jet militare può arrivare a 2500 km l'ora, un missile dopo pochi secondi arriva a 5-6 mila km l'ora); evitare che i pezzi (testata compresa) del missile colpito in volo cadano sulle truppe o sul territorio amico.

La soluzione? Il laser. Solo che fino a poco tempo i tecnici erano alle prese con un rompicapo quasi irrisolvibile: il laser, che è un raggio di luce, nell'atmosfera è sensibile alla distorsione. Le differenze di temperatura fra i vari strati di aria e il vapore hanno infatti un effetto-prisma sul laser e ne deviano la traiettoria. Come la luce fa nell'acqua. Che fare allora? Si copia dagli astronomi. Che avevano lo stesso problema osservando lo spazio attraverso i telescopi con la luce che tornava a Terra distorta. Così l'idea: se facciamo riflettere un raggio di luce distorto da uno specchio altrettanto distorto, hanno pensato, il raggio riflesso sarà dritto. Per i telescopi ha funzionato. E anche sul naso dei Boeing 747 ecco comparire il cosiddetto "specchio elastico".

mis.jpg (12378 byte)Il procedimento è questo: un raggio laser di puntamento aggancia il bersaglio (un missile appena partito) e torna all'aereo. Qui un computer misura di quanto questo raggio è stato distorto nel suo viaggio e regola di conseguenza il sottilissimo specchio, capace di migliaia di micro-spostamenti al secondo. Dalla coda dell'aereo dove è sistemato, il "cannone-laser" spara il suo raggio per cinque secondi, passa attraverso lo specchio sul muso del Jumbo che lo distorce in modo che passando attraverso l'atmosfera la contro-distorsione lo raddrizzi fino a portarlo esattamente sul bersaglio. Tutto in pochi secondi. Detto in parole povere, è l'atmosfera a fare da sistema di puntamento.

C'era poi un altro problemino da superare: le vibrazioni dell'aereo. Per questo un team di specialisti ha voltato per decine di ore intorno al mondo su un 747 sperimentale dove erano stati piazzati 128 sensori di pressione. Poi hanno preparato degli ammortizzatori particolari per il laser che neutralizzano i sobbalzi dell'aereo. Non resta che premere il bottone: il fascio di luce largo 30 centimetri esce dal muso dell'aereo, si espande allargandosi fino a 1 metro e 30 centimetri circa e colpisce i serbatoi di propellente del missile. Boom. E sono passati appena 5 secondi.

Non basta: visto che lo specchio è una specie di telescopio con le ali, si potrà anche "spiare" il nemico a terra da 10 mila metri di altezza. In più nel campo civile (finalmente) le ricerche sull'atmosfera potrebbero portare ad un sistema laser che avvisi i piloti degli aerei passeggeri sulla presenza di insidiose turbolenze.

Ma quello che spinge tutto, per ora, è la guerra del futuro: il laser volante se ne starà in cielo rifornito dagli aerei-serbatoio e protetto dai caccia. Secondo i progettisti la super-arma è stata progettata per non fallire mai il suo bersaglio. E se non ne ha inquadrato uno, non spara. O almeno così assicurano gli esperti dell'Us Air Force. E per Paul Shennum, vice presidente del programma laser della Boeing "ora la tecnologia da Guerre Stellari è una realtà". Complimenti. Se restava un film, comunque, forse era meglio.

a.m.