Index - Ottobre 1998


postvuoto.jpg (3123 byte) COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC Associazione per i diritti degli utenti e consumatori URL: http://www.aduc.it mailto aduc.it{Sostituisci con chiocciola}aduc.it Tel.055290606 - 0552302266

FREGATURE ISTITUZIONALIZZATE DIETRO OGNI ANGOLO

Firenze, 8 Ottobre 1998. La Tim ha siglato un accordo con alcune

associazioni di consumatori per stabilire le regole di arbitrato nelle contese con gli utenti del servizio radiomobile. "Un altro passo verso l'annientamento del potere contrattuale degli utenti e delle associazioni di consumatori". Cosi' commenta il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che continua: "Dopo l'arbitrato con la Telecom, i cui effetti per i diritti degli utenti sono quasi uguali a zero, l'accordo siglato con la Tim corona il successo della politica Tim per morfinizzare le rivendicazioni degli utenti del suo servizio. Per fortuna non ci sono tutte le associazioni impegnate sul fronte dei diritti degli utenti -noi tra queste- per cui, per l'utente, qualche speranza di non dover solo soggiacere agli ordini della Tim, c'e' ancora. L'esperienza sul fronte Telecom, probabilmente, non ha insegnato molto. Nelle cause di arbitrato della Telecom, il presupposto di partenza e' che il gestore di Stato ha sempre ragione, e che, comunque, l'utente deve pagare, per cui tutto si risolve sempre in una trattativa per ridurre le esose richieste della Telecom, ma mai che si sia affermato un diritto, o stabilito un principio dove fornitore e utente sono allo stesso livello di ragione e ragionevolezza. In quasi tutti i casi l'utente ha torto e la Telecom ha ragione, per cui e' tempo perso, con l'unico vantaggio per le associazioni che hanno sostenuto l'arbitrato e che hanno intascato soldi di iscrizione e non sappiamo quant'altro. E ora anche con la Tim. Noi dell'Aduc facciamo tutt'altra cosa. Gli uffici del giudice di pace, cui ci rivolgiamo come penultima ratio prima dell'ordinaria causa civile, sono costantemente solcati da utenti che si sono rivolti a noi, per tutte quelle volte in cui non abbiamo chiamato alla ragionevolezza sia Tim che Telecom, facendole recedere dalle loro richieste ingiustificate e/o esose. Quel che importa, per noi, e' l'affermazione di principi e diritti che possano costituire dei punti di riferimento anche giurisprudenziali, e non risolvere soltanto il caso singolo, lasciando intatto l'arrogante potere di Telecom/Tim, e e aggiungendo qualche briciola ad associazioni assistenzialistiche e finanziate da chi dovrebbe essere la loro controparte.

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UN NUOVO BLUFF IN ARRIVO: NON E' LA SOLUZIONE PER I CENTRI STORICI, MA SOLO QUELLA PER RAZIONALIZZARE L'INTASAMENTO DA TRAFFICO.

Firenze, 8 Ottobre 1998. E' in arrivo anticipato la marmitta catalitica anche per i motorini. Se ne parlera' ad un mega-convegno europeo a fine ottobre a Firenze, dove l'assessore al traffico del Comune di questa citta', proporra' ai suoi colleghi che lo affianchino nella richiesta di anticipazione di una direttiva Ue che fissava questa scadenza al 2002, e che nessuno, per il momento ha ancora commutato in legge nazionale. La notizia viene gia' presentata come la soluzione per i mali dell'inquinamento nei centri storici. "L'assessore delle catene mortali che imbrigliano il centro di Firenze, sta per farne un'altra delle sue. Fermiamolo finche siamo in tempo, perche' la sua politica a Firenze sta facendo danni con risvolti anche mortali, e di cui si sta occupando la magistratura." Cosi' interviene Vincenzo Donvito, presidente dell'Aduc, e continua: L'inquinamento da emissioni dei motorini nei centri storici e' solo la piu' piccola parte del problema, che invece sta altrove. Credere che la marmitta catalitica possa risolvere il problema e' prendere in giro i cittadini, perche' il risultato sara' di avere tutti i centri storici intasati di motorini con la marmitta catalitica. Bel risultato. Al presunto inquinamento da emissioni si pone rimedio con l'inquinamento da traffico. I problemi sono altri e si conoscono, solo che non si vogliono affrontare, e sono identici per tutte le citta' d'Italia e d'Europa: e' avere una poltica di dissuasione dell'uso del mezzo privato fatta non solo di divieti e difficolta' per l'utente, ma di alternative praticabili, cioe' mezzi pubblici frequenti, economici, ramificati, e funzionali alle dimensioni delle citta' in cui si muovono. Ma a questa semplice equazione, invece, si risponde solo con proposte che trasformeranno i nostri centri storici in tante Istambul o Il Cairo ..... ma catalizzate. Se qualcuno voleva immaginare come sara' il traffico del 2000, ecco un bell'esempio: un tappeto di motorini catalizzati che fanno la gimcana tra le catene e i mezzi di soccorso imbrigliati e immobilizzati. Al popolo dei motorini, dopo la mazzata di assicurazioni intorno a mezzo milione con il beneplacito dell'Isvap, mancava solo l'obbligo di catalizzare i propri mezzi, un'operazione che e' prevista con un costo di 150 mila lire.

 

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LE PROPOSTE DELL'ISVAP SONO TARDIVE E NON C'ENTRANO IL PROBLEMA: COSTI E INFORMAZIONE

Firenze, 7 ottobre 1998. La proposta dell'Isvap di fissare anche per i motorini una polizza tipo bonus-malus, viene commentata dall'Aduc, per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito:

"L'Isvap arriva come sempre in ritardo e dopo che una sorta di rivoluzione e' gia' in atto, e, soprattutto, dopo che alla maggiorparte degli utenti hanno gia' avuto gli avvisi di aumenti. Non solo, ma i problemi centrali vengono elusi: informazione degli utenti e costi. Infatti gli utenti hanno ricevuto dalla loro assicurazione notizia degli aumenti, ma in modo decisamente parziale, con solo alcune voci, da cui non si evinceva il costo complessivo, quando addirittura non hanno ricevuto alcuna informazione. Cosa intende fare l'Isvap per questi casi, lasciera' correre? E inoltre, sembrano ragionevoli aumenti che arrivano anche al 200%? Certo gli incidenti sono aumentati, ma sono anche aumentati i motorini in circolazione. Questa dell'Isvap ci sembra, piu' che altro, una toppa per venire incontro alle assicurazioni e non agli utenti dei servizi che, per l'appunto, non sono stati interpellati.

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L'ADUC CHIEDE LE DIMISSIONI DEL DIRETTORE UIC, E POI LO SCIOGLIMENTO DI QUESTO ENTE INUTILE. LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI, ANCHE SE ALL'UIC E ALLA BANCA D'ITALIA SONO CONVINTI CHE CON L'ARROGANZA POSSONO USARE I SOLDI DEI CONTRIBUENTI COME MEGLIO VOGLIONO.

Firenze, 5 ottobre 1998. Ancora sulla vicenda Uic/LTCM, interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito. "Trepidanti in attesa di cosa il Governo e la Banca d'Italia riferiranno in Parlamento sull'attivita' di biscazziere dell'Ufficio Italiano Cambio, sarebbe opportuno che il direttore dell'Uic, Pierantonio Ciampicali, rassegnasse le dimissioni, cosi' come ha fatto il suo collega svizzero, presidente dell'Ubs. Dimissioni che non rappresenterebbero sicuramente la soluzione della vicenda, ma che potrebbero essere un segnale di ravvedimento, fondamentale per la credibilita' interna e internazionale della banca centrale. E, subito dopo, a ruota, occorre chiudere questo ente, ormai inutile da quando sono scomparse le restrizioni valutarie. Nonostante le assicurazioni del governatore Antonio Fazio, non riusciamo assolutamente ad essere sereni, anche perche' i soldi di questo Stato ci appartengono e stiamo assistendo ad una enorme disparita' di trattamento. Infatti quando lo Stato deve restituire qualcosa, tipo la cosiddetta tassa sull'Europa, se ne inventa di tutti i colori, con rateizzazione legate alla stabilita' politica del ministero e del Governo, ma quando deve prendere non va molto per il sottile, e soprattutto quando deve usare, come nel caso Uic/Ltcm. La nostra sfiducia e' enorme anche perche' non ci fidiamo mai di coloro che sono controllori e controllati nello stesso tempo: ed e' quello che e' successo in questo gioco, dove lo Stato ha investito i soldi dei suoi contribuenti in un fondo che specula sui titoli pubblici italiani, che sono condizionati dalle sue decisioni sui tassi di questi stessi titoli. Noi osserviamo con gli occhi e le tasche del contribuente e vogliamo che questa storia sia molto chiara. Capovolgiamo la situazione, perche' se tutti sono uguali di fronte alla legge, cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto non dovrebbe cambiare: se un contribuente dovesse pagare qualcosa allo Stato, sarebbe lecito che ritardasse il pagamento perche' quei soldi li sta usando per giocare alla roulette, sperando di guadagnarci anche oltre cio' che deve pagare? Pensiamo che se una motivazione del genere fosse addotta per giustificare il ritardo di un qualsivoglia pagamento, qualcuno si metterebbe a ridere. Quanti stanno ridendo perche' la banca centrale dello Stato sta facendo esattamente questo? Infine rinnoviamo l'invito a tutti i risparmiatori a disdire gli investimenti in titoli pubblici. Gia' lo Stato usa male i soldi che gli diamo obbligatoriamente con il Fisco, perche' dargliene altri per giocare alla roulette russa?

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ATTENTI A EUROSTUDIO: STA FACENDO STRAGE DI BUONA FEDE E LEGALITA'. NUMEROSE LE DENUNCE GIUNTE ALL'ADUC

Firenze, 3 ottobre 1998. Sono gia' decine le segnalazioni agli uffici dell'Aduc sull'attivita' dell'azienda Eurostudio, che, in diverse citta', rifila corsi di inglese ad ignari giovani consumatori. "Avevamo temporeggiato a fare nomi e cognomi, perche' in questi casi non si sa mai quanto giochi l'astuzia del venditore e/o la superficialita' dell'acquirente, ma abbiamo deciso di non aspettare piu': il fenomeno sta dilagando". A parlare cosi' e' Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc. "Quest'azienda va fermata in tempo, e gia' stiamo aprendo procedimenti giudiziari nei luoghi deputati, ma e' bene che le potenziali vittime siano messe sul "chi va la'" prima che facciano il pasticcio. In questo momento, dopo che quest'estate le venditrici di quest'azienda romana avevano imperversato sulla riviera romagnola, si sono spostati in Toscana, dopo alcune incursioni su Roma. La tecnica e' tipica di queste situazioni: giovani ragazze che abbordano altrettanto giovani ragazzi a cui chiedono se conoscono la lingua inglese, quindi una serie di domande su bellezza e utilita' di questa lingua, e firma finale per ricevere a casa materiale su cui riflettere ed, eventualmente, reinviare per l'acquisto del corso. Ma cosi' non e', perche' i giovani allocchi, abitualmente, non ricevono altro che, dopo un po' di tempo, un pacco contrassegno con il corso di lingua di cui non sanno ovviamente nulla e che respingono al mittente, e dopo un po' ricevono anche solleciti di pagamento con more e spese varie: senza saperlo avevano firmato un contratto vero e proprio. La voracita' di queste venditrici e' tale che hanno fatto firmare anche dei minorenni che, fortuna loro, non hanno avuto alcun problema come gli altri. Dopo i primi tentennamenti dei malcapitati, con alcuni contatti telefonici, l'Eurostudio e' disposta anche a patteggiare una somma di denaro con cui chiudere la vicenda ... e questa la dice lunga sulla loro certezza di avere in mano contratti veri e propri. E' successo anche che i genitori di uno di questi ragazzi (che abita in provincia di Arezzo ma e' stato incastrato quest'estate a Riccione) hanno chiesto all'Eurostudio il contratto firmato dal loro figliolo, e ne sono entrati in possesso solo dopo che, andati appositamente a Roma, con le forze dell'ordine sono entrati nella sede dell'azienda e se lo sono fatto consegnare. La legge n.50/92 offre diverse possibilita' di giustizia: i 7 giorni utili per il recesso dopo la firma del contratto (che in questi casi e' praticamente impossibile rispettare), possono diventare 60 dal ricevimento della merce, se al momento dell'acquisto e' stato mostrato un prodotto diverso da quello del contratto, o anche se non e' stata fornita una corretta informazione sulla possibilita' di recesso. Tutti coloro che incappano in queste sorridenti e voraci venditrici possono rivolgersi all'Aduc che li assistera'. Ma prima di arrivare a questo e' bene informare i giovani di questo pericolo, perche' le rogne e' sempre bene evitarle prima, e perche' e' bene che l'Eurostudio sappia che non agisce in un deserto d'informazione. Spesso in queste cose la pigrizia, la disinformazione, la voglia di non perdere tempo giocano contro il consumatore stesso, e all'Eurostudio, come in altre aziende che numerose operano in questo modo, lo sanno e ci giocano sopra. Ma l'Aduc ora scende in campo facendo nomi e cognomi e assumendosi tutta la responsabilita'.