Index - Ottobre 1998

postvuoto.jpg (3123 byte) COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC Associazione per i diritti degli utenti e consumatori URL: http://www.aduc.it mailto aduc.it{Sostituisci con chiocciola}aduc.it Tel.055290606 - 0552302266

NON PRESTIAMO SOLDI ALLO STATO, PERCHE' SE LI VA A GIOCARE ALLA ROULETTE RUSSA L'ADUC INVITA I RISPARMIATORI A RITIRARE I SOLDI INVESTITI NEI TITOLI DI STATO: E' UN GIOCO IMPARI, DOVE SE LO STATO PERDE, E' GARANTITO CHE FARA' PAGARE I SUOI DEBITI AI RISPARMIATORI CON LA DIMIMNUZIONE DEI TASSI.

Firenze, 2 Ottobre 1998. Il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, interviene sul caso dell'investimento di 250 milioni di dollari che l'Ufficio Italiano Cambi ha fatto nel fondo americano ad alto rischio LTCM. "Abbiamo uno Stato che si va a giocare i soldi dei contribuenti alla roulette russa. Se i soldi fossero suoi, niente da eccepire, ma sappiamo che cosi' non e'. Non solo, ma la giustificazione che l'investimento aveva un senso in termini di mercato, e' ancora piu' grottesca, perche' in una logica di economia di mercato, e' proprio sul successo di un investimento che si giudica questo senso: il mercato non e' come le Olimpiadi, dove l'importante e' partecipare, ma e' un luogo in cui l'importante e' vincere, e se si perde vuol dire che non si e' stati bravi, e non sfortunati. Non solo, ma ci sembra che la banca centrale di uno Stato non abbia il compito di assumersi questi rischi, e se anche qui cercano di avvalorare l'iniziativa col fatto che il fondo LTCM vedesse anche altre presenze istituzionali, e' bene ricordare un detto popolare che dice "aver compagni al duol non scema la pena", che, nel nostro caso, trattandosi di denaro pubblico, e' una pena che verra' fatta pagare ai contribuenti e ai risparmiatori. Ed e' proprio a questi ultimi che ci rivolgiamo, perche' ritirino tutti i titoli di Stato su cui hanno investito il loro denaro. Questo Stato che si gioca i soldi dei contribuenti alla roulette russa, non merita alcuna apertura di credito. Gia' siamo convinti che, con le tasse, ci prenda molto piu' del giusto, e allora, perche' dargli un ulteriore possibilita' di lapidazione dei nostri soldi. Siamo estremisti se, per esempio, ci viene in mente che i tassi sui vari titoli potrebbero diminuire a svantaggio dei risparmiatori anche grazie a quello che e' successo nel nostro caso? Non crediamo. Percio': BOT, BTP, CCT, BTE, CTE e' bene che vengano disdetti. Ci sono centinaia di altre forme d'investimento, molto piu' sicure e redditizie, dove almeno si sa cosa potrebbe succedere, e non, invece, scoprirlo a frittata buttata."

postvuoto.jpg (3123 byte) COMUNICATO STAMPA

FESTIVAL DEL NUOVO TEATRO E DELLA NUOVA DANZA FRANCESE CON "INTERCITY PARIS" E CON LA PRIMA NAZIONALE DI "ILINX" A TEATRI DI VITA, BOLOGNA, DAL 12 AL 19 OTTOBRE 1998

Una settimana con il nuovo teatro e la nuova danza d'oltralpe: spettacoli, letture, incontri e video per conoscere la nuova scena francese, in programma a Teatri di Vita (via del Pratello 90/a) da lunedì 12 a lunedì 19 ottobre 1998. Informazioni: Teatri di Vita tel. 051-522080 / e-mail: teatvita{Sostituisci con chiocciola}iperbole.bologna.it pagina web: http://www2.comune.bologna.it/bologna/teatvita

Il primo spettacolo in programma è RIMMEL di Jacques Serena, a Teatri di Vita martedì 13 ottobre (ore 21). L'opera, diretta dal regista e drammaturgo Joel Jouanneau (del Théâtre de Sartrouville), porta a Bologna una delle attrici più promettenti della scena francese: Océane Mozas. Una giovane donna, sospesa fra passato e futuro, trascorre una notte insonne in compagnia di ricordi e speranze, fumando e coltivando l'illusione di un un amore incerto. Bruna, carnagione chiara, occhi neri a mandorla, Océane Mozas sostiene una parte non facile con incredibile ritmo e sapiente realismo.

Il secondo appuntamento francese a Teatri di Vita è con la scrittura di Valère Novarina, personalità di rilievo della drammaturgia francese contemporanea, che mercoledì 14 ottobre (ore 21) sarà in scena nella lettura-spettacolo LO SPAZIO FURIOSO, insieme a Sandro Lombardi. Lo scrittore francese (di origine svizzera) e il famoso attore italiano daranno corpo alle parole che, secondo lo stesso Novarina, "sono carne viva del corpo-lingua, fusione di senso e suono nella ricerca del ritmo, poiché il ritmo è il battito cardiaco della scrittura".

Il terzo incontro sarà invece con la sempre sorprendente danza contemporanea francese. In scena il coreografo Serge Ricci con la sua Compagnie Mi-Octobre nello spettacolo ILINX, a Teatri di Vita, in *prima nazionale*, da sabato 17 a lunedì 19 ottobre, alle ore 21. E’ un termine greco che significa "vortice" e indica la vertigine il titolo scelto per quest’opera ipnotica e seducente di corpi che attraversano lo spazio con la loro forza e la loro fragilità, sorretti da una musica impetuosa. Corpi perduti, abbandonati come in un girotondo impazzito o magicamente sospesi come nella danza dei dervisci. Interpreti, oltre allo stesso Ricci, tre eccellenti danzatori: Eric Grondin (già interprete di coreografi come Ginoux, Gallotta, Cré-Ange e Bouvier-Obadia), Bruno Sajous (danzatore di Alwin Nikolais e Bill T. Jones) e il giovane Antonin Lambert. Nei giorni di presentazione dello spettacolo a Bologna, Serge Ricci terrà a Teatri di Vita uno stage di danza contemporanea aperto ai giovani danzatori italiani.

CALENDARIO COMPLETO DEL FESTIVAL: * lunedì 12 ottobre, ore 17 - Associazione Italo-Francese, via de' Marchi 4 incontro con Joel Jouanneau * martedì 13 ottobre, ore 11 - Dipartimento di Sociologia, strada Maggiore 45 "Antropologia e spazio", lezione di Marc Augé * martedì 13 ottobre, ore 21 - Teatri di Vita, via del Pratello 90/a "Rimmel" di Jacques Serena, con Océane Mozas * mercoledì 14 ottobre, ore 17 - Feltrinelli International, via Zamboni 7 incontro con Valère Novarina + esposizione di libri teatrali francesi * mercoledì 14 ottobre, ore 21 - Teatri di Vita, via del Pratello 90/a "Lo spazio furioso", lettura spettacolo di Valère Novarina e Sandro Lombardi * giovedì 15 ottobre, ore 17 - Associazione Italo-Francese, via de' Marchi 4 "Savannah Bay" di Marguerite Duras, video e discussione con Martin Rueff

* venerdì 16 ottobre, ore 17 - Associazione Italo-Francese, via de' Marchi 4 "Dans la solitude des champs de coton" di Bernard-Marie Koltès, video e discussione con Martin Rueff * sabato 17/lunedì 19 ottobre, ore 21 - Teatri di Vita, via del Pratello 90/a "Ilinx" coreografia di Serge Ricci, Compagnie Mi-Octobre, prima nazionale

La manifestazione è organizzata da Teatri di Vita, Associazione Culturale Italo-Francese e Bureau Linguistique di Bologna, e costituisce una sezione autonoma del festival INTERCITY PARIS organizzato dal Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino.

postvuoto.jpg (3123 byte) Comunicato Stampa del GAVCI - con preghiera di massima diffusione - PCKNews: le notizie da Peacelink - http://www.citinv.it/pcknews/ Sul sito GAVCI: http://www.peacelink.it/users/gavci/news/news.asp

Pacifisti in Kosovo a dicembre

Morti accertati fino a oggi in Kosovo, cioe' uccisi dalle truppe serbe di Milosevic: 879, di cui 131 donne, 95 minori di 18 anni, 187 uomini oltre i 55 anni, 68 cadaveri non identificabili, il restante uomini di eta' tra i 19 e i 54 anni. Su tutti questi morti, solo 21 erano combattenti dell'UCK (quei kosovari che hanno iniziato la lotta armata dopo 10 anni di lotta esclusivamente nonviolenta, con relativa risposta armata serba). Il che fa capire che le vittime sono quasi tutte civili, non militari. Ai morti vanno aggiunte 600 persone scomparse (desaparecidos) e 300-400.000 profughi, di cui circa 70.000 ancora fermi all'aperto su trattori e carri, giorno e notte, tutti civili che non trovano posto sotto nessun tetto. Si tenga presente che in Kosovo gia' a ottobre incominciano i grandi freddi e le nevicate. Diversi paesi sono stati completamente rasi al suolo. Questi dati, raccolti dal Consiglio per i Diritti Umani, confermati o completati da testimoni oculari, sono stati forniti ai giornalisti in una conferenza stampa tenutasi a Milano mercoledi` 23 settembre. Si e' detto, tra l'altro, che questo conflitto armato non e' tra la gente, ma tra regimi , dei quali la gente e' vittima. Hanno parlato rappresentanti di Beati i Costruttori di Pace (don Albino Bizzotto e Lisa Clark), di Pax Christi (vescovo Diego Bona), della Papa Giovanni XXIII (obiettori in congedo o in servizio della Operazione Colomba nella ex-Jugoslavia), della Campagna per la soluzione nonviolenta in Kosovo, del GAVCI (gruppo autonomo di volontariato civile in Italia) e del MIR Italia (movimento internazionale di riconciliazione). Queste associazioni hanno presentato un documento comune (pubblicato qui di seguito integralmente), per lanciare una "mobilitazione internazionale nonviolenta", con azioni locali varie (convegni, dimostrazioni, concerti...), che dovrebbero culminare con una manifestazione unitaria a Prishtina (capitale del Kosovo) il 10 dicembre prossimo, cinquantesimo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Si tratta di un'autentica "azione di interposizione nonviolenta fra armati", che dovrebbe svolgersi complessivamente fra il 5 e il 13 dicembre. Qualcuno ha notato, per i cristiani, che esistono "preghiere di intercessione" e "azioni di intercessione". La parola intercessione, infatti, come richiamava il card. Martini in una veglia di intercessione per la pace, significa "incedere inter" (camminare in mezzo"; e diceva che, per una vera intercessione, avrebbero dovuto trovarsi, non solo a pregare in Duomo, ma a camminare tra i gruppi armati in Bosnia. Questo e' cio' che si e' fatto e tentato di fare piu' volte a Sarajevo con la marcia dei 500 nel '92 e seguenti, ed e' cio' che si cerchera' di fare a Prishtina nel dicembre di quest'anno. E' stato chiarito che non si pretende ne' si puo' portare nel Kosovo una soluzione al conflitto pre-confezionata; ma si vuole smuovere la comunita' internazionale a intervenire con tre obiettivi: far tacere le armi; dare la possibilita' ai profughi di rientrare con sufficienti e concrete garanzie; riaprire il dialogo con l'aiuto di mediatori ONU e altri, magari i Premi Nobel per la pace, come gia' suggerito per Sarajevo e la Bosnia in passato. Questo e' un obiettivo realistico, anche se non facile. E' ora che i politici si muovano per ragioni umane e non soltanto sotto l'incalzare del rumore sinistro delle armi. Anche l'Italia, si e' detto, e' stata assente dal Kosovo nonostante i 10 anni di lotta nonviolenta, guidata dal capo carismatico Ibrahim Rugova musulmano, in contatto con il prete cattolico Giergj Liush. E' importante, si e' ribadito, che la popolazione kosovara senta l'appoggio cordiale e forte del popolo italiano e di altri popoli, chiesa compresa, per una vera soluzione di pace e di giustizia, secondo i diritti umani. "I care!", il titolo del documento comune, intende ricongiungere idealmente la prossima manifestazione a Prishtina con la campagna di don Lorenzo Milani in favore degli obiettori di coscienza al servizio militare. E' lo stesso impegno per un diverso e migliore futuro della intera umanita`. (Angelo Cavagna)

" I care ! "

"Nel rispetto dei diritti umani il segreto della pace"

Mobilitazione internazionale nonviolenta per la pace e i diritti umani in Kosovo e nel mondo Preshtina 10 dicembre 1998

E' una grande sofferenza quella che caratterizza i giorni di chi ha a cuore la convivenza e la pace nel mondo: - perche' con troppa facilita' in molti paesi si ricorre alla violenza armata per la soluzione dei conflitti, sulla pelle di popolazioni gia' afflitte da gravi problemi; - perche' la Comunita' internazionale sembra accorgersi della gravita` dei conflitti solo nel momento in cui la parola e' gia' passata alle armi e interviene piu' con il pronto soccoroso umanitario che con una concorde ed efficace azione politica; - perche' gli Stati continuano a rivendicare ruoli preminenti a livello internazionale attraverso la potenza degli eserciti e la proliferazione dell'atomica, coprendo spesso la fame della gente; - perche' la nostra azione nonviolenta si realizza in modo molto frammentato principalmente nei progetti di cooperazione e di aiuto umanitario ai profughi, ma e' poco incisiva politicamente nel prevenire e fermare le guerre. Eppure mai come in questo momento e' cosi' evidente il fallimento del ricorso alle armi per la composizione dei conflitti e mai come ora si fanno i conti con i limiti politici della Comunita' internazionale nel costruire e mantenere la pace. Kosovo. Da piu' di dieci anni in questo paese e' in atto un tentativo di cambiamento culturale della societa' albanese sulla linea della nonviolenza. Da piu' di dieci anni i leaders politici albanesi bussano invano alle porte della Comunita' internazionale per trovare una soluzione equa, secondo le leggi internazionali, al grave conflitto in cui si trovano coinvolti. Ma per la diplomazia degli stati dieci anni di resistenza nonviolenta sono pochi: la nonviolenza viene interpretata semplicemente come moderatismo politico e situazione non a rischio. Anche in Kosovo, come in tutte le altre parti del mondo, solo le armi sembrano costringere la macchina internazionale a muoversi e cosi' i focolai di guerra divampano ovunque. Piu' di 300.000 profughi su una popolazione di due milioni di abitanti, interi villaggi saccheggiati e distrutti scientificamente, impossibilita' di riconciliazione dopo tanti orrori sui civile... E quel che e' peggio, la guerra ha innalzato e radicalizzato le reciproche aspettative delle parti (richiesta della indipendenza da parte albanese, repressione sproporzionata da parte serba) e orientato la fiducia della popolazione albanese, esausta e totalmente esasperata per l'immobilismo internazionale, verso la soluzione violenta delle armi. Pochi mesi di scontro armato hanno smosso a livello internazionale piu' di dieci anni di pazienza e sofferenza. Cosi' i leaders politici albanesi della nonviolenza, che godevano della totale fiducia della popolazione, ora si trovano in difficolta' per la loro diminuita rappresentativita'; militarmente lo scontro armato si e' cristallizzato senza risultati politici. Quello che poteva risultare un esperimento pilota per la composizione nonviolenta di tutti i conflitti gravi in atto nel mondo (specialmente in Africa) rischia di frantumarsi. Nessuno in questo momento in Kosovo ha l'autorevolezza di uscire dalla situazione di stallo e far ripartire il processo di pacificazione. Per questo e' necessaria una decisa e corale azione internazionale di societa' civile, azione che non risponda solamente agli interessi strategici e agli egoismi economici dei singoli stati, quanto ai criteri della legalita' internazionale. Ne va dell'equilibrio di tutta l'area balcanica e quindi dell'Europa intera. Urge l'intervento dell'ONU con ampio mandato della Comunita' internazionale, per raggiungere nel piu' breve tempo possibile almeno questi tre obiettivi:

1) cessazione immediata di qualsiasi azione armata; 2) rientro dei profughi nelle loro case con garanzia di presenza internazionale; 3) ripresa del dialogo con la presenza della mediazione afficace di rappresentanti dell'ONU e della Comunita' internazionale.

10 dicembre 1998: 50 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. I diritti umani sono la carne e il sangue, la vita quotidiana di tante persone. Non possiamo ne' solo ricordare, ne' solo celebrare quel giorno, ma mettere insieme il nostro impegno quotidiano e per tutti. La guerra e' l'espressione piu` sistematica, piu` crudele e piu` istituzionale della violazione dei diritti umani. Molti gruppi e molte istituzioni all'interno del Kosovo attendono un forte segnale internazionale. Conosciamo i nostri limiti e la nostra debolezza, ma non possiamo rinunciare alla nostra responsabilita' assieme a tutte le persone che desiderano fare qualcosa a fronte dei tanti focolai di guerra nel mondo. Sappiamo quanto per la riuscita politica della nonviolenza sia decisiva la partecipazione vasta della societa' civile e quanto questa dipenda dalla formazione della opinione pubblica con il coinvolgimento dei mezzi di informazione. Proponiamo una grande mobilitazione per i diritti umani in Kosovo e in tutte le altre situazioni di conflitto armato del mondo, dandoci appuntamento a Prishtina il 10 dicembre 1998. La nostra azione vuole essere una risposta in sintonia con quanti in quel paese hanno lottato e continuano a operare con la nonviolenza per giungere alla pace; in sintonia con le donne e gli uomini che in tutti i territori della Jugoslavia si oppongono alla guerra; in sintonia con tutti i gruppi della societa' civile che in questi anni sono stati presenti e hanno accompagnato l'esperienza nonviolenta del Kosovo. L'azione vuole sostenere e incoraggiare tutte le persone che si adoperano, con sincerita' e con tenacia, nelle istituzioni e negli organismi internazionali preposti alla costruzione e al mantenimento della pace, per la soluzione politica nonviolenta dei conflitti gravi. La mobilitazione si caratterizzera' e si realizzera' attraverso tutte le attivita' di singoli e gruppi:

A) per coinvolgere i mezzi di informazione; B) per sensibilizzare la societa'; C) per valorizzare tutti i gesti e le iniziative delle singole persone e delle istituzioni per contribuire alla pressione politica sugli stati e sugli organismi internazionali; D) per coordinare la presenza e la permanenza di gruppi di monitoraggio e di accompagnamento dei profughi in Kosovo.

La situazione nei Balcani in questo momento e' molto critica e in continua evoluzione; per questo la mobilitazione va costruita senza assolutizzare alcuna scelta. Siamo coscienti dei tempi strettissimi, ma non possiamo rinunciare al tentativo di rispondere a una emergenza che in Kosovo e' gia' drammativa in vista del prossimo inverno. Ci rivolgiamo con fiducia a tutti perche' ciascuno dia il contributo che gli e' possibile.

Bologna, 15/9/1998

Promuovono:

Associazione nazionale Beati i costruttori di pace - Associazione Papa Giovanni XXIII Campagna per una soluzione nonviolenta in Kosovo - GAVCI - MIR Italia - Pax Christi Italia

Segreteria: Pax Christi Italia via Petronelli 6 - 70052 Bisceglie (BA) per informazioni Tel. 080/3953507 - Fax 080/3953450 E-mail: pxitalia{Sostituisci con chiocciola}diana.it

e adesioni Beati i costruttori di pace via Marsilio da Padova " - 25139 Padova Tel. 049/8755 897 - Tel.-Fax 049/666043-049/663882 E-mail: beati{Sostituisci con chiocciola}protec.it

{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola} {Sostituisci con chiocciola} Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia {Sostituisci con chiocciola} Sede Centrale: "Villa Tamba" - Via della Selva Pescarola, 26 {Sostituisci con chiocciola} 40131 Bologna - Telefono e Fax 051/6344671 {Sostituisci con chiocciola} E-mail: gavci{Sostituisci con chiocciola}iperbole.bologna.it {Sostituisci con chiocciola} Nuovo sito: http://www.peacelink.it/users/gavci {Sostituisci con chiocciola} Mailing list Peacelink: http://www.peacelink.it/mailing.asp {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

--- Staff Informativo Network Ecopacifista Peacelink - http://www.peacelink.it PeaceLink, c.p.2009, 74100 Taranto (Italy) - email: info{Sostituisci con chiocciola}peacelink.it

postvuoto.jpg (3123 byte) COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC Associazione per i diritti degli utenti e consumatori URL: http://www.aduc.it mailto aduc.it{Sostituisci con chiocciola}aduc.it Tel.055290606 - 0552302266

TASSI IN RIBASSO: RINEGOZIARE E DENUNCIARE LE BANCHE CHE NON LO FANNO

Firenze, 1 Ottobre 1998. Il ministero del Tesoro ha comunicato i nuovi

tassi anti-usura per questi ultimi tre mesi del 1998, e sono ancora in discesa. "Sappiamo che molte banche, in particolare per i muti prima-casa, continuavano a praticare tassi a livelli molto vicini a quello usuraio che, nello scorso trimestre, era 11,760. Il nuovo tasso di 10,995 fa automaticamente andare fuori legge questi contratti." Cosi' interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che continua: "Le banche stanno letteralmente annaspando, incapaci di far fronte ad un mercato nuovo e completamente diverso da quello chiuso e garantito che le aveva fatte crescere a dismisura. Segnalazioni di richieste esose per la rinegoziazione del mutuo, sono all'ordine del giorno: l'ultima scandalosa e' relativa all'Istituto S.Paolo che per chiudere una posizione con tasso usuraio e accedere ad una nuova, ha chiesto una penale del 27% sul capitale residuo. Purtroppo, accordi con alcune associazioni di consumatori, nei mesi scorso hanno ulteriormente ingarbugliato la situazione, illudendo molti consumatori che si fosse aperto uno spiraglio che, in realta', era solo un miglior metodo delle banche per vendere cose che altrimenti sarebbero state invendibili. Ma, come sempre, il mercato puo' fare giustizia, anche dei piu' tenaci avversari e marpioni. Il nuovo tasso usuraio del 10,995 e' un segnale da non sottovalutare, che ogni consumatore deve utilizzare per mettere la propria banca con le spalle al muro, e denunciarla se non si adegua.

 

postvuoto.jpg (3123 byte) Comunicato Stampa Flash

Multimedia: ce la farà? I Convention regionale dei creativi e delle imprese Cologno Monzese, Studi Icet (via Ingegnoli 32/40 - MM Cascina Gobba) 19-20 Novembre 1998

Nella due giorni, promossa dall'Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano, dalla Biblioteca di Cologno Monzese e dall'ASNM - Agenzia Sviluppo Nord Milano, si incontreranno i soggetti che a Milano e in Lombardia fanno ricerca in ambito artistico e professionale utilizzando le nuove tecnologie digitali. L'appuntamento servirà inoltre a mettere a fuoco gli strumenti concettuali e metodologogici che possono favorire un innalzamento del livello culturale della produzione multimediale italiana, aiutandola a uscire dall'impasse nella quale si trova attualmente. La Convention inizierà la mattina del 19, alle ore 9.30, con il convegno "Nuove tecnologie, imprese e creatività", a cura di Emilio Pucci. I lavori proseguiranno poi con una prima sessione di "Esperienze e Interventi", che avranno il carattere di dimostrazioni di lavoro di giovani autori, in collaborazione con l'associazione Generazione Media, inframmezzate da contributi teorici su questioni centrali come il diritto d'autore e l'accesso a finanziamenti e linee di credito. La sera del 19 avranno luogo la presentazione pubblica del progetto ASNM e un evento speciale sulla Web Tv. Il programma del 20 prevede la seconda sessione di "Esperienze e Interventi" dedicata a riflettere sulle forme di organizzazione e confronto stabile che le realtà multimediali dovrebbero sviluppare. Tra gli ospiti stranieri: ZKM di Karlsruhe (D) e Dada Media, Paris

Per informazioni: Ticonuno, via Tadino 24, Milano: tel. 2046170/602; email: ticonuno{Sostituisci con chiocciola}ticonuno.it Studio Crespi, tel. 02-58319587; e-mail crelab{Sostituisci con chiocciola}tin.it

Pacifisti in Kosovo a dicembre

Morti accertati fino a oggi in Kosovo, cioe' uccisi dalle truppe serbe di Milosevic: 879, di cui 131 donne, 95 minori di 18 anni, 187 uomini oltre i 55 anni, 68 cadaveri non identificabili, il restante uomini di eta' tra i 19 e i 54 anni. Su tutti questi morti, solo 21 erano combattenti dell'UCK (quei kosovari che hanno iniziato la lotta armata dopo 10 anni di lotta esclusivamente nonviolenta, con relativa risposta armata serba). Il che fa capire che le vittime sono quasi tutte civili, non militari. Ai morti vanno aggiunte 600 persone scomparse (desaparecidos) e 300-400.000 profughi, di cui circa 70.000 ancora fermi all'aperto su trattori e carri, giorno e notte, tutti civili che non trovano posto sotto nessun tetto. Si tenga presente che in Kosovo gia' a ottobre incominciano i grandi freddi e le nevicate. Diversi paesi sono stati completamente rasi al suolo. Questi dati, raccolti dal Consiglio per i Diritti Umani, confermati o completati da testimoni oculari, sono stati forniti ai giornalisti in una conferenza stampa tenutasi a Milano mercoledì 23 settembre. Si e' detto, tra l'altro, che questo conflitto armato non e' tra la gente, ma tra regimi , dei quali la gente e' vittima. Hanno parlato rappresentanti di Beati i Costruttori di Pace (don Albino Bizzotto e Lisa Clark), di Pax Christi (vescovo Diego Bona), della Papa Giovanni XXIII (obiettori in congedo o in servizio della Operazione Colomba nella ex-Jugoslavia), della Campagna per la soluzione nonviolenta in Kosovo, del GAVCI (gruppo autonomo di volontariato civile in Italia) e del MIR Italia (movimento internazionale di riconciliazione). Queste associazioni hanno presentato un documento comune (pubblicato qui di seguito integralmente), per lanciare una "mobilitazione internazionale nonviolenta", con azioni locali varie (convegni, dimostrazioni, concerti...), che dovrebbero culminare con una manifestazione unitaria a Prishtina (capitale del Kosovo) il 10 dicembre prossimo, cinquantesimo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Si tratta di un'autentica "azione di interposizione nonviolenta fra armati", che dovrebbe svolgersi complessivamente fra il 5 e il 13 dicembre. Qualcuno ha notato, per i cristiani, che esistono "preghiere di intercessione" e "azioni di intercessione". La parola intercessione, infatti, come richiamava il card. Martini in una veglia di intercessione per la pace, significa "incedere inter" (camminare in mezzo"; e diceva che, per una vera intercessione, avrebbero dovuto trovarsi, non solo a pregare in Duomo, ma a camminare tra i gruppi armati in Bosnia. Questo e' cio' che si e' fatto e tentato di fare piu' volte a Sarajevo con la marcia dei 500 nel '92 e seguenti, ed e' cio' che si cerchera' di fare a Prishtina nel dicembre di quest'anno. E' stato chiarito che non si pretende ne' si puo' portare nel Kosovo una soluzione al conflitto pre-confezionata; ma si vuole smuovere la comunita' internazionale a intervenire con tre obiettivi: far tacere le armi; dare la possibilita' ai profughi di rientrare con sufficienti e concrete garanzie; riaprire il dialogo con l'aiuto di mediatori ONU e altri, magari i Premi Nobel per la pace, come gia' suggerito per Sarajevo e la Bosnia in passato. Questo e' un obiettivo realistico, anche se non facile. E' ora che i politici si muovano per ragioni umane e non soltanto sotto l'incalzare del rumore sinistro delle armi. Anche l'Italia, si e' detto, e' stata assente dal Kosovo nonostante i 10 anni di lotta nonviolenta, guidata dal capo carismatico Ibrahim Rugova musulmano, in contatto con il prete cattolico Giergj Liush. E' importante, si e' ribadito, che la popolazione kosovara senta l'appoggio cordiale e forte del popolo italiano e di altri popoli, chiesa compresa, per una vera soluzione di pace e di giustizia, secondo i diritti umani. "I care!", il titolo del documento comune, intende ricongiungere idealmente la prossima manifestazione a Prishtina con la campagna di don Lorenzo Milani in favore degli obiettori di coscienza al servizio militare. E' lo stesso impegno per un diverso e migliore futuro della intera umanità. (Angelo Cavagna)

" I care ! "

"Nel rispetto dei diritti umani il segreto della pace"

Mobilitazione internazionale nonviolenta per la pace e i diritti umani in Kosovo e nel mondo Preshtina 10 dicembre 1998

E' una grande sofferenza quella che caratterizza i giorni di chi ha a cuore la convivenza e la pace nel mondo: - perche' con troppa facilita' in molti paesi si ricorre alla violenza armata per la soluzione dei conflitti, sulla pelle di popolazioni gia' afflitte da gravi problemi; - perche' la Comunita' internazionale sembra accorgersi della gravità dei conflitti solo nel momento in cui la parola e' gia' passata alle armi e interviene piu' con il pronto soccoroso umanitario che con una concorde ed efficace azione politica; - perche' gli Stati continuano a rivendicare ruoli preminenti a livello internazionale attraverso la potenza degli eserciti e la proliferazione dell'atomica, coprendo spesso la fame della gente; - perche' la nostra azione nonviolenta si realizza in modo molto frammentato principalmente nei progetti di cooperazione e di aiuto umanitario ai profughi, ma e' poco incisiva politicamente nel prevenire e fermare le guerre. Eppure mai come in questo momento e' cosi' evidente il fallimento del ricorso alle armi per la composizione dei conflitti e mai come ora si fanno i conti con i limiti politici della Comunita' internazionale nel costruire e mantenere la pace. Kosovo. Da piu' di dieci anni in questo paese e' in atto un tentativo di cambiamento culturale della societa' albanese sulla linea della nonviolenza. Da piu' di dieci anni i leaders politici albanesi bussano invano alle porte della Comunita' internazionale per trovare una soluzione equa, secondo le leggi internazionali, al grave conflitto in cui si trovano coinvolti. Ma per la diplomazia degli stati dieci anni di resistenza nonviolenta sono pochi: la nonviolenza viene interpretata semplicemente come moderatismo politico e situazione non a rischio. Anche in Kosovo, come in tutte le altre parti del mondo, solo le armi sembrano costringere la macchina internazionale a muoversi e cosi' i focolai di guerra divampano ovunque. Piu' di 300.000 profughi su una popolazione di due milioni di abitanti, interi villaggi saccheggiati e distrutti scientificamente, impossibilita' di riconciliazione dopo tanti orrori sui civile... E quel che e' peggio, la guerra ha innalzato e radicalizzato le reciproche aspettative delle parti (richiesta della indipendenza da parte albanese, repressione sproporzionata da parte serba) e orientato la fiducia della popolazione albanese, esausta e totalmente esasperata per l'immobilismo internazionale, verso la soluzione violenta delle armi. Pochi mesi di scontro armato hanno smosso a livello internazionale piu' di dieci anni di pazienza e sofferenza. Cosi' i leaders politici albanesi della nonviolenza, che godevano della totale fiducia della popolazione, ora si trovano in difficolta' per la loro diminuita rappresentativita'; militarmente lo scontro armato si e' cristallizzato senza risultati politici. Quello che poteva risultare un esperimento pilota per la composizione nonviolenta di tutti i conflitti gravi in atto nel mondo (specialmente in Africa) rischia di frantumarsi. Nessuno in questo momento in Kosovo ha l'autorevolezza di uscire dalla situazione di stallo e far ripartire il processo di pacificazione. Per questo e' necessaria una decisa e corale azione internazionale di societa' civile, azione che non risponda solamente agli interessi strategici e agli egoismi economici dei singoli stati, quanto ai criteri della legalita' internazionale. Ne va dell'equilibrio di tutta l'area balcanica e quindi dell'Europa intera. Urge l'intervento dell'ONU con ampio mandato della Comunita' internazionale, per raggiungere nel piu' breve tempo possibile almeno questi tre obiettivi:

1) cessazione immediata di qualsiasi azione armata; 2) rientro dei profughi nelle loro case con garanzia di presenza internazionale; 3) ripresa del dialogo con la presenza della mediazione afficace di rappresentanti dell'ONU e della Comunita' internazionale.

10 dicembre 1998: 50 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. I diritti umani sono la carne e il sangue, la vita quotidiana di tante persone. Non possiamo ne' solo ricordare, ne' solo celebrare quel giorno, ma mettere insieme il nostro impegno quotidiano e per tutti. La guerra e' l'espressione più sistematica, più crudele e più istituzionale della violazione dei diritti umani. Molti gruppi e molte istituzioni all'interno del Kosovo attendono un forte segnale internazionale. Conosciamo i nostri limiti e la nostra debolezza, ma non possiamo rinunciare alla nostra responsabilita' assieme a tutte le persone che desiderano fare qualcosa a fronte dei tanti focolai di guerra nel mondo. Sappiamo quanto per la riuscita politica della nonviolenza sia decisiva la partecipazione vasta della societa' civile e quanto questa dipenda dalla formazione della opinione pubblica con il coinvolgimento dei mezzi di informazione. Proponiamo una grande mobilitazione per i diritti umani in Kosovo e in tutte le altre situazioni di conflitto armato del mondo, dandoci appuntamento a Prishtina il 10 dicembre 1998. La nostra azione vuole essere una risposta in sintonia con quanti in quel paese hanno lottato e continuano a operare con la nonviolenza per giungere alla pace; in sintonia con le donne e gli uomini che in tutti i territori della Jugoslavia si oppongono alla guerra; in sintonia con tutti i gruppi della societa' civile che in questi anni sono stati presenti e hanno accompagnato l'esperienza nonviolenta del Kosovo. L'azione vuole sostenere e incoraggiare tutte le persone che si adoperano, con sincerita' e con tenacia, nelle istituzioni e negli organismi internazionali preposti alla costruzione e al mantenimento della pace, per la soluzione politica nonviolenta dei conflitti gravi. La mobilitazione si caratterizzera' e si realizzera' attraverso tutte le attivita' di singoli e gruppi:

A) per coinvolgere i mezzi di informazione; B) per sensibilizzare la societa'; C) per valorizzare tutti i gesti e le iniziative delle singole persone e delle istituzioni per contribuire alla pressione politica sugli stati e sugli organismi internazionali; D) per coordinare la presenza e la permanenza di gruppi di monitoraggio e di accompagnamento dei profughi in Kosovo.

La situazione nei Balcani in questo momento e' molto critica e in continua evoluzione; per questo la mobilitazione va costruita senza assolutizzare alcuna scelta. Siamo coscienti dei tempi strettissimi, ma non possiamo rinunciare al tentativo di rispondere a una emergenza che in Kosovo e' gia' drammativa in vista del prossimo inverno. Ci rivolgiamo con fiducia a tutti perche' ciascuno dia il contributo che gli e' possibile.

Bologna, 15/9/1998

Promuovono:

Associazione nazionale Beati i costruttori di pace - Associazione Papa Giovanni XXIII Campagna per una soluzione nonviolenta in Kosovo - GAVCI - MIR Italia - Pax Christi Italia

Segreteria: Pax Christi Italia via Petronelli 6 - 70052 Bisceglie (BA) per informazioni Tel. 080/3953507 - Fax 080/3953450 E-mail: pxitalia{Sostituisci con chiocciola}diana.it e adesioni Beati i costruttori di pace via Marsilio da Padova " - 25139 Padova Tel. 049/8755 897 - Tel.-Fax 049/666043-049/663882 E-mail: beati{Sostituisci con chiocciola}protec.it

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