Index

LETTURE&SCRITTURE Ottobre 1998

Il sesso spiegato da un monaco

Il teologo Thomas Moore, per 12 anni religioso in un ordine cattolico
e oggi sposato con figli, cerca di spiegare in un libro a 360 gradi
il senso della sessualità. Dalla storia ad oggi.
Passando dai grandi temi ai consigli spiccioli

Nell’era del Viagra, del sesso esplicitamente cellofanato delle riviste pornografiche, dei pedofili, degli stupri di gruppo, della pubblicità pervasiva delle zone erogene è difficile libri interessanti che riguardino la sessualità. Dopo il lavoro di personaggi del calibro di Michel Foucault, l’argomento è stato preso d’assalto da sociologi più presenti in televisione che a se stessi e da sessuologi e psicologi spossati mentalmente da tematiche spesso oziose e per niente attinenti alla realtà dei fatti.

Un po’ per i tabù che avvolgono questo argomento, un po’ per i problemi ad esso connessi e - infine - per la sgradevole retorica che spesso accompagna i testi di questi autori da sconsigliare, l’argomento sessualità nel suo insieme sociale, culturale, scientifico è venuto - suo malgrado - un po’ tralasciato, nonostante l’importanza che esso ha per ognuno di noi. Il confronto culturale e personale con libri di qualità improbabile è, infatti, un vero e proprio ostacolo all’approfondimento di queste tematiche fondamentali.

sesso.jpg Ci ha pensato allora uno dei padri fondatori della New Age, Thomas Moore, a esaminare questo argomento con intelligenza e semplicità nel saggio recentemente pubblicato nel nostro paese da Sonzogno, intitolato Lo spirito del sesso (pagg.293, lire 27.000). Moore è stato, infatti, per dodici anni monaco in un ordine religioso cattolico. Laureato in filosofia e in teologia è adesso padre di due figli, diventando uno dei principali sessuologi e psicologi americani. Grazie alla sua profonda cultura e alla sua unica esperienza personale, il testo è un’analisi a trecentosessanta gradi sulla sessualità di cui si indagano le radici storiche, le problematiche sociali, gli aspetti più difficili.

Tutto questo in maniera molto elementare (forse troppo americana alle volte...), molto chiara e spesso poetica. Priva di fronzoli e di facile retorica, la scrittura dell’omonimo del filosofo inglese è appassionante e riposante. Senza tralasciare argomenti come la pornografia strettamente correlati all’argomento e che spesso i "sessuologi paludati" liquidano con superficialità e leggerezza.

Moore è sempre molto accurato riuscendo perfino a definire la mitologia erotica di ciascuno di noi come un percorso intellettuale e spirituale.

"Ovviamente in un’epoca segnata dall’Aids, da gravidanze indesiderate e da altri gravi problemi legati al sesso è doveroso per noi mostrarci responsabili e attenti, ma quando il comportamento responsabile diventa moralistico e incapace di sfumature, l’effetto è senz’altro negativo" sottolinea Moore. E aggiunge "Abbiamo, infatti, bisogno sia della voce adulta della responsabilità che di quella adolescenziale della "tempesta ormonale", se vogliamo trovare l’anima del sesso, di fatto il solo strumento per tenerci al sicuro". Ed è così che l’analisi di Moore spazia dai miti legati al sesso - da Venere a Marylin Monroe - indagando sull’impatto di queste figure di bellezza sulla nostra psiche e sui nostri desideri. In maniera elegante e omogenea, Moore si spinge sul terreno delicato dell’esplorazione del corpo, non lesinando consigli pratici a chi voglia vivere una sessualità sana e per nulla conflittuale. Parlando del celibato e della castità, Moore richiama alla memoria la propria esperienza personale: "Quando medito sulla mia esperienza giovanile di vita monastica, percepisco il mio celibato di allora non come un rifiuto del sesso, ma come un modo diverso per viverlo. Benché non avessi esperienze sessuali nell’accezione comune del termine, la mia vita traboccava di intimità, comunità, desiderio, corpo e perfino passione. Non avvertivo l’assenza dell’atto sessuale di per sé come una negazione del mio io o come una perdita. Avevo scelto liberamente una vita di celibato e i ritorni emotivi che ne ricevevo e la sua ricchezza di significato facevano sì che non mi sentissi privato di nulla".

Lo spirito del sesso nonostante sia ispirato da un afflato in stile New Age non si occupa, però, solo dei massimi sistemi, delle grandi tematiche e problematiche legate alla sfera della sessualità. I consigli e i giudizi di Moore si estendono ad aspetti semplici come il letto, l’ambiente dove fare l’amore, la tenerezza con cui affrontare il proprio partner. Proponendo una sorta di moderno epicureismo, Moore si confronta con la società di oggi che ha ghettizzato il sesso in una sorta di Golem mediatico, sempre, però, con una vena di ottimismo propositivo: "Nei sintomi si nascondono i semi della nostra rinascita - scrive Moore - Per conquistare una vita e una sensibilità nuove, serve soltanto una disamina attenta dei problemi. Dobbiamo fare attenzione a non tuffarci nella compensazione... ergendoci a fautori del contrario di quanto i nostri sintomi incarnano. Il dilagare della pornografia - per esempio - ci indica l’importanza di una nuova valutazione dell’iconografia sessuale... l’eccesso di sesso nei media ci svela la mancanza di una società eroticamente ricca. Si tratta naturalmente di equazioni semplicistiche, ma che costituiscono comunque un’indicazione per il recupero dell’anima del sesso in ambito pubblico. Avremmo il coraggio di uscire dai nostri nascondigli fatti di moralismo e ipocrisia"?

Un libro intelligente e dinamico - dunque - che ha il pregio di non proporsi come l’ennesimo manuale salvifico in edizione economica, ma che offre una prospettiva colta e interessante riguardo problemi la cui soluzione costituisce una vera e propria sfida per la società moderna del millennio prossimo venturo.

m. s.