index PRIMOPIANO - Settembre 1998


ET arriverà via e-mail

L'Università di Berkeley ha lanciato un progetto a dir poco clamoroso: sfruttare i milioni di persone che hanno un normale pc a casa collegato a Internet per creare il più potente e veloce computer mai esistito. Il progetto si chiama SETI{Sostituisci con chiocciola}home e il suo scopo è quello di cercare i segni di intelligenze aliene nello spazio. Basta caricare uno screen saver. E forse un giorno riceverete un messaggio: "Congratulazioni, avete scoperto i marziani"

ufo.gif (3154 byte)"Ah, ma lo sa che ieri ho scoperto il primo segnale intelligente proveniente dallo spazio?" potrebbe dirvi domani sulle scale il ragionier Barbetti che abita nella porta accanto alla vostra. Non ridete troppo: Barbetti non è diventato scemo tutto d'un colpo ma dice la sacrosanta verità. Tutto grazie all'idea che ha illuminato alcuni scienziati dell'università di Berkeley in California. Cosa li ha mossi? La frustrazione dovuta alla lentezza dei pur potentissimi supercomputer che devono analizzare i miliardi di miliardi di segnali radio provenienti dal cosmo e dire alla fine "ecco, questo è quello di Et...". Così la trovata: chiediamo ai milioni di utenti Internet di mettere a disposizione il loro piccolo, umile pc di casa per "scandagliare" un pezzetto di cielo stellato. E creare in questo modo il più gigantesco elaboratore esistente: 100 volte più veloce del più veloce dei supercomputer.

Si chiama SETI, il progetto originale: da Search for extraterrestrial intelligence. Dire che l'argomento è intrigante è poco. Chi mai, semplice operaio-impiegato-studente-letterato-architetto si sarebbe aspettato di poter un giorno partecipare ad una vera ricerca scientifica da casa, mentre beve il caffè e chiacchiera con il gatto? Non poteva che riuscirci Internet. Che, se il progetto andrà in porto, confermerà di essere la più grande comunità mondiale mai apparsa su questo pianeta.

Per non parlare del tipo di ricerca. Che potrà sembrare anche un po' utopica o disperata, ma coinvolge il fior fiore degli specialisti di molti Paesi e attrezzature da centinaia di miliardi. Come il radiotelescopio di Arecibo a Porto Rico, il più grande "orecchio artificiale" mai costruito per ascoltare i segnali dallo spazio. E' lui infatti a raccogliere e inviare i dati da analizzare. Ma gli scienziati che da anni lavorano al SETI si sono sempre scontrati et.jpg (11181 byte)con un problema fino ad oggi insormontabile: la massa dei dati da controllare e' tale che anche i 200 miliardi di operazioni al secondo di cui sono capaci i supercomputer sono un'inezia. Questo finché la rapida crescita di Internet non ha offerto nuove possibilità alla scienza: unire "in parallelo" la forza di milioni di piccoli computer.

Lo hanno già fatto, in misura molto minore, per altri studi: una ricerca sui numeri primi, ad esempio, e la decrittazione di alcuni codici. Ma per il SETI{Sostituisci con chiocciola}home (è questo il nome esatto del progetto) sono già 120 mila le persone che si sono iscritte via e-mail alla lista dei futuri cacciatori di stelle (da un dodicenne filippino agli esperti informatici della Silicon Valley). E la speranza è di arrivare a qualche milione. "Ognuno avrà la sua piccola parte di cielo e il suo piccolo pezzetto di dati - ha commentato Dan Werthimer, astronomo del Berkeley space sciences laboratory - Ci sono 400 miliardi di stelle nella nostra galassia: per questo abbiamo bisogno di tutta la potenza di calcolo possibile".

Cosa potrà succedere? Che nei dati elaborati da un misero pc da casa salti fuori proprio il segnale di ET. Ma subito (anche per evitare infartini, collassi e simili) l'ignaro utente non saprà che i circuiti del suo computer hanno fatto la più grande scoperta di tutti i tempi. "I dati analizzati vengono rispediti al computer centrale a Berkeley - spiega Werthimer - Solo dopo il controllo, se c'è la conferma, diremo allo scopritore che è stato lui a trovare la vita extraterrestre".

Non servirà installare complicati programmi, per partecipare. Anzi, tutto è automatico. Già oggi, chi vuole, può iscriversi nella lista dei candidati. Poi una volta che il progetto sarà pronto (si parla della fine di questa estate, ma probabilmente ci vorranno altri sei mesi per mettere a punto il sistema) si potrà entrare nel sito della SETI{Sostituisci con chiocciola}home e scaricare il semplice programma di analisi dei dati sul proprio hard disk e il primo "pezzetto" di cielo da verificare. Al resto penserà il pc, che si metterà a cercare ET solo nei momenti in cui il computer non è in uso. Infatti il SETI si attiva come screen saver e si blocca se uno si rimette al lavoro sul desk. Niente rallentamenti, niente ritardi, nessuna attenzione richiesta: SETI e il pc fanno tutto da soli. E una volta finita l'analisi dei dati il vostro modem si riconnette via Internet, rimanda tutto a Berkeley e prende un altro pacchetto di dati del telescopio di Arecibo.

Insomma detta in due parole, "setiathome" non è altro che uno screen saver un po' particolare. Anzi, sono tre le scelte possibili: si può visualizzare sul monitor l'analisi in corso con tanto di spiegazione facile sul significato dell'operazione; oppure si può optare per un'immagine del cielo scandagliato dal radiotelescopio con stelle e relativi risultati finora ottenuti; terza possibilità è una mappa della Terra dove sono evidenziate le organizzazioni o le persone coinvolte nell'esperimento, cioè il numero dei calcolatori che stanno lavorando in quel momento al progetto.

cometawilliams.jpg (22059 byte)Comunque sia, mentre vi fate due uova al tegamino il vostro personal cerca la voce dei marziani. Che non è detto sia un messaggio vero e proprio, dicono gli scienziati: come facciamo noi terrestri da decenni, ci sono anche tutte le onde radio perse nello spazio da tv e radio e cellulari. Come dire che dall'altra parte gli extraterrestri in ascolto potrebbero scoprire che esistiamo dopo aver captato "La zingara" di Raiuno, "Carramba che sorpresa" della Carrà o Piero che chiede un appuntamento a Maria: "E dai, annamo, che stasera me sento un toro...".

L'unico ostacolo rimasto sulla strada del mega progetto mondiale sono i fondi: il governo degli Stati Uniti soldini per la caccia ad ET non ne scuce più da un pezzo. E i circa 200 mila dollari (360 milioni di lire) necessari soprattutto per pagare i costosi supporti magnetici dove si registrano i dati di Arecibo andranno raccolti tramite sottoscrizioni e donazioni.

Come Nautilus proveremo certo a partecipare. Chi vuole diventare cacciatore di alieni o cerca altre informazioni può rivolgersi al sito http://setiathome.ssl.berkeley.edu/home_italian.html dove un certo Giuseppe Levi ha gentilmente tradotto in italiano il progetto. Da lì si può anche mandare l'adesione, basta specificare la propria e-mail e attendere notizie. Poi, quando accenderete il vostro computer, ricordate quello che lo scienziato nazista dice a Indiana Jones davanti all'Arca perduta, indicandogli il cielo: "Questa, caro mio, è una radio per parlare con Dio...".

 

Alessandro Mognon