SPETTACOLO&MODA - Settembre 1998


"Pollo" cedrone

 Un quarantenne irresponsabile e inconcludente, sempre dietro alle mode. E' Armando Feroci, il nuovo personaggio interpretato da Carlo Verdone nel suo ultimo film. Un nome aggressivo che invece nasconde, dice il regista romano, un ingenuo generoso

verd1_p.jpg (13850 byte)Dopo due anni di assenza, Carlo Verdone è tornato a dirigere e interpretare un film. Gallo Cedrone è la nuova pellicola che lo vede protagonista nel ruolo di "un tragico quarantenne" alle prese con la moglie cieca del fratello (Regina Orioli, interprete di Ovosodo di Paolo Virzì) che gli chiede di portarla a fare un giro per l’Italia.

Verdone, chi è allora Armando Feroci, il suo nuovo personaggio?

Un uomo irresponsabile e infantile che si attacca alle mode e cerca sempre di "svoltare" senza riuscirci mai. Fa mille mestieri - tutti più o meno improvvisati - ma non riesce a cambiare, perché è un cialtrone limitato e un trasformista e finirà addirittura per essere rapito da un gruppo di integralisti islamici.

A Roma c’è una notissima macelleria che porta il cognome del suo personaggio. Solo una coincidenza ?

Sì, assolutamente. L’ho scoperto dopo avere terminato le riprese. Speriamo che nessuno se ne abbia a male oppure mi toccherà cambiare il nome del mio personaggio come ho già dovuto fare per Sono pazzo di Iris Blond che originariamente si chiamava Iris Love. Una nota scienziata mi chiese di cambiare il titolo del film e io dovetti accettare.

verd4_p.jpg (11721 byte)Armando Feroci, nome perfetto per un personaggio da un look più aggressivo rispetto al suo solito...

Sì, è più aggressivo rispetto agli altri che ho interpretato, ma non è più cattivo. Fa così solo per difendersi da una società che non lo capisce e non lo vuole capire. In fondo è un uomo generoso che decide di rischiare tutto pur di fare contenta la cognata scarrozzandola per tutta l’Italia.

Perché ha scelto questo titolo ?

Perché quando mi sono visto truccato, mi sono ricordato di quando abitando con i miei genitori, certe mattine mi svegliavo e avevo i capelli tutti tirati indietro con una specie di cresta. Mia madre allora mi guardava e mi diceva : "Vatte a dà ‘na pettinata che me pari un gallo cedrone" . Animale che tra l’altro non ha cresta e che simbolizza bene il personaggio che volevo raccontare. Un uccello stupido e un po’ vanitoso.

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Come ha scelto Regina Orioli ?

L’avevo vista in Ovosodo e mi sono domandato se era veramente così. L’ho incontrata per un provino e mi sono accorto che sì era un po’ snob, era riservata, ma anche molto brava e volenterosa.

 

Lei ha lanciato molte nuove attrici nei suoi sedici film da regista...

È un po’ una mia caratteristica. Anche se in fondo mi piacerebbe fare ancora qualche film con alcune delle attrici con le quali ho già lavorato, preferisco guardarmi intorno e sceglierne di nuove. È un modo per restare attuali.

Cosa pensa del grande successo de La vita è bella di Roberto Benigni ?

Benigni ha avuto un coraggio che - forse - io non avrei avuto. Ha rischiato molto a fare un film così su un tema tanto difficile e complesso.

Lei questo coraggio pensa di poterlo trovare in futuro?

È difficile da dire, quando uno mette mano su un soggetto in cui crede, allora si può anche tentare. Io questo soggetto non l’ho ancora trovato.

L’inverno scorso ha fatto molto scalpore la sua polemica con Leonardo Pieraccioni...

Non mi stancherò mai di ripetere che sono state travisate delle mie dichiarazioni. Per quanto riguarda Pieraccioni trovo che sia un ragazzo onesto e sincero che fa il cinema che gli va di fare. Punto e basta.

verd2_p.jpg (11896 byte)Tornando a Gallo Cedrone a chi si è ispirato per il suo personaggio ?

Come al solito guardandomi intorno e cercando di carpire tic, modi di dire e nevrosi dalle persone che incontro. In tutti questi anni, però, c’è una cosa che mi stupisce sempre. La gente nei miei personaggi riconosce sempre i difetti degli altri e mai i propri.


Di tutti i personaggi che ha interpretato qual è quello che le è più vicino o quello che le assomiglia di più?

Sicuramente il personaggio di "Maledetto il giorno che ti ho incontrato", con le sue nevrosi, il suo sviscerato amore per la musica e con certe cocciutaggini.

Ma come sceglie gli attori per i suoi film?

Cerco di conoscerli un po' prima per capirli meglio. Cerco sempre di andare incontro a loro, quindi l'amicizia è fondamentale insieme al buon umore perché, altrimenti, il rischio è di venire schiacciati dalle responsabilità.

Girerebbe un film solo come regista?

Non lo escludo, ma per ora devo tenere presente che il pubblico mi ama molto come attore.

Cosa non le piace del suo lavoro e della notorietà?

Le interviste e le continue richieste che violano la tua privacy, che praticamente non esiste.

In una recente intervista Luciano De Crescenzo ha detto che lei è l'ultimo vero romano. Cosa ne pensa?

Innanzitutto io ho un padre di Siena quindi... ma ad ogni modo io sento molto questa città. Anzi pensandoci bene devo dire che è vero. Io sono nato in via Giulia, però credo che il mio futuro non è solo quello di rappresentare Roma. Cerco di individuare elementi diversi di tutta l'Italia, perché se poi lavori solo a livello regionale è un lavoraccio.

Carlo Verdone farebbe il sindaco di Roma?

Assolutamente no! Perché non vorrei mai essere un politico. Il mio amico Francesco Rutelli è una persona seria e sta facendo un ottimo lavoro per la città.

Marco Spagnoli