SPETTACOLO&MODA - Settembre 1998


Salvate il soldato Ryan
(Saving Private Ryan)

di Steven Spielberg

Sceneggiatura Robert Roda Fotografia Janusz Kaminski Montaggio Michael Kahn Costumi Joanna Johnston Musica John Williams Interpreti Tom Hanks (Capitano Miller), Tom Sizemore (Sergente Horvath), Edward Burns (Soldato Reiben), Soldato Jackson (Barry Pepper), Soldato Mellish (Adam Goldberg), Soldato Ryan (Matt Damon), Capitano Hamill (Ted Danson), Tenente Colonnello Anderson (Dennis Farina) Produzione Steven Spielberg, Ian Bruce per Dreamworks & Paramount Pictures Distribuzione Uip - Usa 1998- Colore- 163 min.

ryanposter_p.jpg (7855 byte)Steven Spielberg continua il suo viaggio nella memoria e sul significato del passato, realizzando un film sulla Seconda Guerra Mondiale che č essenzialmente una riflessione sul senso della guerra stessa per gli uomini che la combattono. La guerra che racconta Spielberg in Salvate il soldato Ryan parte dal 6 giugno 1944, data dello sbarco in Normandia, il fatidico D-Day (e inizio della fase finale della guerra di liberazione dell'Europa dal nazismo) e finisce il 13 dello stesso mese, con la sanguinosa conquista da parte di un piccolo gruppo misto di marines e paracadutisti di un ponte che apre alle truppe alleate la strada per Parigi e - dunque - per Berlino e il ritorno a casa.

Per raccontare questa grande guerra, il suo significato oltre cinquanta anni dopo la sua fine, Spielberg ha scelto una storia sconosciuta nella quale un gruppo di soldati, ryan3.jpg (13908 byte)comandato dall'eroico e assai umano Capitano Miller (interpretato da un Tom Hanks da terzo Oscar) deve ritrovare e portare a casa il soldato James Ryan (un come al solito ottimo Matt Damon), paracadutato oltre le linee tedesche e virtualmente disperso, unico rimasto in vita di una famiglia di quattro fratelli dell'Iowa morti per servire e proteggere il loro paese.

Realizzato in maniera impeccabile dal punto di vista strettamente cinematografico, Salvate il Soldato Ryan si riallaccia a un filone di film di guerra che - da alcuni anni - era stato un po' tralasciato. Il termine di paragone non č costituito, infatti, da pellicole recenti come Platoon, Apocalypse Now o lo stesso Full Metal Jacket di Stanley Kubrick (che - tra l'altro - č andato a visitare Spielberg sul set inglese del film) quanto piuttosto a film basati su patria, onore e coraggio come Da qui all'eternitá, Tora! Tora! Tora! e La battaglia delle Midway. Perché questo film č una pellicola che riflette e analizza la guerra nel suo aspetto piú deteriore, esaminando con passione e realismo il rapporto umano che si crea un piccolo gruppo di soldati, impegnati in una missione suicida di cui non riescono pienamente a comprendere le motivazioni.

ryan5.jpg (14467 byte)E Spielberg ha fatto un uso spregiudicato dei mezzi tecnici per raccontare la guerra in tutta la sua crudezza e forza. Camere a mano per riprese veloci esaltate da un montaggio duro e dai toni grezzi, con un uso innovativo del suono che sottolinea i momenti in cui i soldati rimanevano assordati dagli scoppi delle bombe e dagli spari, che segue la tecnica cara a Spielberg di mostrare all'ultimo il nemico dopo averlo preceduto dal suono del suo arrivo. Che sia uno squalo, un disco volante, un dinosauro oppure la fanteria tedesca, l'avversario č sempre in agguato. E quando arriverá sará sempre il momento decisivo della storia. La visione della perdita dell'innocenza, tema caro a Spielberg sin dai tempi de L'impero del sole, unita al concetto che ci possono essere guerre giuste č spiegato e amplificato dal regista, mostrando con dovizia di particolari e di mezzi come sotto un fuoco di mitragliatrici e cannoni, l'unica cosa davvero importante da fare č ubbidire agli ordini e accettarli.

E' giusto che un gruppo di uomini rischi la propria vita per salvare quella di un singolo soldato, ultimo di una famigliaryan0.jpg (10094 byte) distrutta dalla guerra? E' accettabile la morte dei molti per salvare la vita di un singolo e lasciare a questo la possibilita' di guadagnarsi la propria salvezza? E'importante risolvere il dramma di una madre che rischia di rimanere sola al mondo, quando l'intero mondo č squassato da una guerra dolorosa e ingiusta?
La risposta che dá Spielberg č certamente affermativa e la sua motivazione risale a quegli ideali di civiltá e democrazia che per coloro che hanno conquistato ogni singolo centimetro della Normandia strisciando nel fango e tra i cadaveri dei loro amici e commilitoni non erano semplici parole.

Ecco perché il capitano Miller alla fine non č restio a raccontare quello che fa in patria: il maestro di scuola. Un maestro - che certamente ha cambiato la sua vita perdendo l'innocenza tra le sabbie dell' Africa, sulla spiaggia di Anzio e sulle scogliere della Normandia e che teme perfino che la moglie non lo riconosca, ma anche un soldato e un eroe che ubbidisce agli ordini per salvare un uomo solo. Salvare una vita, tema di Schindler's List torna in questo nuovo film aggiungendo nel finale la testimonianza del Soldato Ryan, ora nonno con tanto di nipotini che domanda alla moglie se ha saputo guadagnarsi questa salvezza, pagata a caro prezzo.

La risposta che conta č - come ovvio - quella del pubblico, mentre un uomo vecchio inginocchiato tra le tombe di un cimitero, un soldato che mai si era piegato contro il nemico, guarda verso una bandiera, spiegazione e risposta per tutto quello che era successo lí oltre cinquanta anni prima .

Marco Spagnoli